I CALENDARI DEL MONDO

ORIGINI E CURIOSITA’ SUI CALENDARI DEL MONDO

“Che anno è?”

La domanda sembra banale e, probabilmente, nella maggior parte dei paesi del mondo la risposta sarà la stessa, ma il fatto è che esistono molti calendari diversi da quello gregoriano e miliardi di persone li usano quotidianamente, se non altro per programmare le feste religiose.

I CALENDARI SOLARI E LUNARI

La maggior parte dei calendari che sono nati nel corso della storia si sono basati sul Sole o sulla Luna.

Il problema dei calendari lunari, però, è che si basano su mesi di circa 29 giorni e mezzo e quindi finiscono per avere degli anni con circa 11 giorni in meno rispetto all’anno solare. Questo è il motivo per cui i calendari lunari, alla lunga, non rispettano le stagioni. Per esempio, agosto potrebbe capitare alcuni anni in estate ed altri in inverno!

Per ovviare a questi inconvenienti sono nati i calendari solari o lunisolari.

I calendari lunisolari (fatti cioè osservando sia la Luna che il Sole) sono quelli che seguono le fasi della Luna, ma che aggiungono un mese extra per colmare il ritardo che altrimenti si accumulerebbe rispetto all’anno solare.

Anche i calendari solari, però, hanno i loro problemi. Un anno solare, ovvero il tempo che la Terra impiega per fare un giro intorno al Sole, dura infatti 365,24219 giorni. È il motivo per cui quasi ogni calendario prevede mesi di diversa durata o anni bisestili, cioè con un giorno in più, per rimettersi in pari.

L’ultima, fondamentale, questione da tenere presente quando si parla di calendari riguarda il loro inizio, cioè il momento dal quale si decide di iniziare a contare, il loro anno zero. Questo momento viene definito “epoca“. Per intenderci, nel caso del calendario gregoriano, “l’epoca” è la nascita di Gesù.

IL CALENDARIO GREGORIANO

E’ un calendario solare e venne introdotto nel 1582 da papa Gregorio XIII.

Lo scopo era quello di sistemare i ritardi accumulati dal precedente calendario, quello giuliano (introdotto da Giulio Cesare). Dopo aver consultato tutti gli esperti del caso, papa Gregorio XIII decise che dopo giovedì 4 ottobre 1582 ci sarebbe stato direttamente venerdì 15 ottobre.

Così!… Giusto per rimettersi in pari!

Per evitare di dover cancellare altri 10 giorni dalla storia del mondo, il calendario gregoriano applicò alcune modifiche a quello giuliano, stabilendo che è bisestile ogni anno multiplo di quattro, fatta però eccezione per gli anni multipli di 100 (anche detti “secolari”) che non sono allo stesso tempo multipli di 400. Chiaro, no?

Tradotto. Il 2000 è stato bisestile (perché multiplo di 4 e di 400), ma il 1900 non lo è stato e il 2100 non lo sarà (perché secolari e quindi multipli di 4, ma non di 400).

Così facendo, ogni 4 secoli ci sono 97 anni bisestili.

In modo tale che il calendario gregoriano sia quasi allineato con quello solare.

Ma nell’anno 4905 si ritroveranno a essere avanti di un giorno esatto rispetto all’anno solare!

IL CALENDARIO ISLAMICO

È lunare e la sua “epoca” è il 16 luglio 622 del calendario giuliano: il giorno dell’Egira, l’abbandono della Mecca da parte di Maometto.

Essendo lunare, i suoi 12 mesi sono tutti da 29 o 30 giorni, per un totale di 354 o 355 giorni e prevede anni bisestili.

Il fatto che il calendario islamico sia lunare e non preveda aggiustamenti all’anno solare fa sì che le sue festività, come per esempio il Ramadan, possano cadere in ogni stagione. In base a questo calendario siamo attualmente nell’anno 1444!

Ci sono anche calendari islamici leggermente diversi, infatti in Iran ed in Afghanistan si usa il calendario persiano, che è solare ed è attualmente nell’anno 1441!

IL CALENDARIO EBRAICO

È lunisolare e fu elaborato per la prima volta poco prima che nascesse Gesù: all’inizio la durata di ogni mese veniva decisa di volta in volta, guardando la luna.

Nel corso degli anni, però, subì diverse evoluzioni che lo resero più preciso.

In questo calendario gli anni sono raggruppati in cicli di 19 anni e possono avere 12 o 13 mesi, e i mesi possono avere 29 o 30 giorni.

Secondo questo calendario, la cui “epoca” corrisponde al momento della creazione del mondo (Anno Mundi),  siamo nel 5783!

IL CALENDARIO CINESE

È lunisolare e i mesi iniziano con la luna nuova. È molto simile a quello ebraico, perché costruito in base a cicli di anni da 12 e da 13 mesi, alternati.

Nel corso degli anni ci sono state diverse revisioni che hanno portato alla nascita di vari calendari cinesi o di origine cinese.

Attualmente è in corso l’anno della tigre, mentre il nostro 22 gennaio 2023 inizierà quello del coniglio!

I CALENDARI INDUISTI

Ce ne sono tantissime varianti, tutte piuttosto complicate!

Il fatto è che questi calendari si basano su “metodo multidimensionale per strutturare il tempo, combinando informazioni sui giorni lunari, i giorni solari, i mesi lunari, i mesi solari, i movimenti del Sole e della Luna in relazione agli altri corpi celesti, e altri elementi astronomici”.

In sintesi, in questi calendari ci sono sia mesi lunari che mesi solari.

La data di inizio del calendario induista (sia solare, sia lunisolare) è il 23 gennaio 3102 a.C. nel calendario gregoriano; da questa data, ogni anno è indicato con il numero di anni “trascorsi”.

Ad esempio, nel 2022 del calendario gregoriano, sono trascorsi 5124 anni nel calendario induista, perciò questo è il 5125º anno.

Il calendario nazionale indiano (talvolta chiamato calendario Saka) è il calendario civile ufficialmente in uso in India e gli anni corrispondono al Calendario Gregoriano – 78.

Quindi: 2022 – 78 = 1944!

IL CALENDARIO BUDDHISTA

Anche il calendario buddista è una derivazione dei calendari induisti.

Il suo anno zero coincide però con la morte di Buddha avvenuta nel 543 a.C.

Quindi per questo calendario siamo nell’anno 2565!

GLI ALTRI CALENDARI

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Ci sono tantissimi altri calendari.

Quello copto che è diviso in 13 mesi ed ha come “anno zero” il momento in cui Diocleziano divenne imperatore romano.

Il calendario rivoluzionario sovietico, che da oltre un secolo confonde gli studenti di tutto il mondo che studiano una rivoluzione d’ottobre, avvenuta però a novembre!

Quello etiope (solare).

Quello giuliano rivisto, che potrebbe essere anche più preciso del gregoriano!

E poi c’è il calendario dei Maya, che andò molto di moda qualche anno fa tra i catastrofisti di tutto il mondo.

Infine, nella lunga e complessa storia dei calendari, va ricordato il virtuoso – ma incompreso! – tentativo fatto nel 1930 di creare un calendario Mondiale.

Elisabeth Achelis pensò che, partendo dal calendario Gregoriano, si sarebbe potuto creare un calendario sempre uguale, senza anni bisestili, e propose di avere anni di 12 mesi da 30 o 31 giorni, con ma due giorni “extra”, contraddistinti da una lettera e non da un numero.

Questi giorni dovevano essere indicati come W che stava per “Worldsday”, giorno del mondo.

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MATERA – LA CITTA’ DEI SASSI

Matera è una di quelle città che, fino a quando non le visiti di persona, non riesci ad immaginare veramente. Le fotografie, infatti, riescono a raccontare solo in parte la sua particolare bellezza e, di certo, non possono riprodurre il fascino ancestrale di questa città unica al mondo.

Gran parte della fama di Matera è dovuta ai suoi Sassi, ossia i suoi “quartieri storici” che, tra l’altro, la rendono una delle città più antiche ancora abitate al mondo. I Sassi, che dal 1993 fanno parte dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, sorgono a ridosso della cosiddetta Gravina di Matera, cioè una gola profonda che divide il territorio in due parti. Si distinguono in: Sasso Barisano, che è il fulcro della città vecchia, e Sasso Caveoso, che ha una forma simile a quella di una cavea teatrale. I due Sassi sono divisi da uno sperone roccioso, la Civita.

Le cose da vedere a Matera sono tantissime. In questo articolo mi limito ad indicarne alcune, ma sicuramente se ne possono scovare molte altre passeggiando tra le sue viuzze!

CATTEDRALE DI MATERA

La cattedrale è dedicata alla Madonna della Bruna ed a Sant’Eustachio, è in stile romanico e sorge sullo sperone più alto della Civita che divide i due Sassi.

La cattedrale, che è la più maestosa di tutta la Basilicata, sorge sull’area di un precedente castello Normanno e fu edificata a partire dal 1230 per volere di Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero e Conte di Matera.

L’esterno, a differenza dell’interno, conserva quasi intatta la sua forma originaria. La facciata è dominata da un rosone a sedici raggi, sormontato dall’arcangelo Michele che schiaccia il drago. L’interno, a croce latina, ha tre navate, con quella centrale che si eleva sulle altre.

CHIESA RUPESTRE DI SANTA LUCIA ALLE MALVE

La chiesa si trova all’interno del Sasso Caveoso ed è annessa ad un monastero femminile benedettino risalente all’XI secolo.

Inizialmente la chiesa venne intitolata a Sant’Agata, per essere poi dedicata a Santa Lucia tra il 1217 e il 1267. Nel XVI secolo, a seguito del trasferimento delle suore nel monastero di Santa Lucia al Piano, la chiesa venne utilizzata come abitazione.

Sulle pareti interne sono presenti degli affreschi del XII secolo, ritrovati durante il restauro del 1977. La chiesa era suddivisa in due parti. Nella prima, aperta al pubblico, ancora oggi si celebra la messa ogni 13 dicembre in occasione della festa dedicata a Santa Lucia.

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CASA CAVA DI MATERA

Originariamente era una cava di tufo, successivamente abbandonata e usata come discarica, infine trasformata in centro per la creatività̀ giovanile.

Casa Cava, situata presso il Sasso Barisano, è l’unico centro culturale ipogeo del mondo. Un luogo simbolo della parabola storica e della rinascita culturale di Matera.

CASA GROTTA DI VICO SOLITARIO

Visitare la Casa Grotta di vico Solitario è un’occasione unica per capire come si svolgeva la vita nelle case scavate del Sasso Caveoso prima del loro abbandono, avvenuto in  seguito alla legge di risanamento dei Sassi voluta dal presidente del consiglio Alcide De Gasperi nel 1952.

Una grande cavità rocciosa fa da cornice all’arco d’ingresso della Casa Grotta, unico elemento costruito che si addossa alla grotta nella quale è stata ricavata l’abitazione.

All’interno il tempo sembra essersi fermato. I mobili, le suppellettili e gli utensili raccontano la quotidianità della vita nei Sassi.

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PALOMBARO LUNGO

Si trova sotto la pavimentazione di Piazza Vittorio Veneto ed è la più grande cisterna ipogea della città di Matera. In questo luogo convergono le acque piovane e sorgive provenienti dalle colline di La Nera, Lapillo e Macamarda. Il Palombaro Lungo, insieme ad altre cisterne ipogee, forma la cosiddetta Matera sotterranea. La cisterna, infatti,  fa parte di un sistema di raccolta delle acque che si estende per tutta la lunghezza dei Sassi e serviva all’approvvigionamento idrico dei suoi abitanti.

MATERA SOTTERRANEA – IPOGEO MATERASUM

E’ un luogo unico!

1200 mq nel sottosuolo di Matera ad una profondità di 12 metri.

Una città sotto la città fatta di case, strade, cisterne, luoghi di lavoro e di culto. Una passeggiata in un mondo affascinante e misterioso in cui si perdono la cognizione del tempo e dello spazio, viaggiando nella storia della città, dalle sue origini ad oggi.

PARCO DELLA MURGIA MATERANA

E’ il nome con cui è noto “Il parco archeologico storico naturale delle Chiese rupestri del Materano”.

Si tratta di un area protetta di circa 10.000 ettari che venne istituita dalla Regione Basilicata nel 1990 con l’obiettivo di tutelare, recuperare e valorizzare il comprensorio della Murgia Materana, interessato dalle presenze di archeologia preistorica e storica, e di salvaguardare e valorizzare l’habitat rupestre ed il patrimonio delle chiese rupestri ricadenti nel territorio dei comuni di Matera e Montescaglioso.

Visitare il Parco è un modo alternativo per immergersi nella natura e nella storia di Matera!

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COSA VISITARE AD OSLO IN UN WEEK-END

Oslo è una città dove natura ed architettura convivono armoniosamente.

Da una parte, infatti, la capitale della Norvegia è ricca di strutture moderne e avveniristiche, mentre dall’altra è immersa in un paesaggio naturale mozzafiato fatto di fiordi circondati da boschi.  

Spesso chi visita la Norvegia lo fa prevalentemente per scoprirne le bellezze naturali e presta poca attenzione alle sue città. La stessa Oslo in molti casi viene del tutto ignorata da chi si dirige verso il Grande Nord.

Del resto anche per noi Oslo è stata solo una tappa di un viaggio più lungo, tuttavia è una meta interessante da visitare. Tra l’altro, trattandosi di una città non troppo grande, è facilmente visitabile anche in un week-end.

OSLO: IL PARCO DI VIGELAND

Il Parco di Vigeland si trova all’interno del Frognerparken, un bellissimo parco pubblico ricco di fontane, laghetti e ponticelli, oltre che numerose strutture sportive.

Nel Parco, che è considerato una specie di museo a cielo aperto, si possono ammirare i capolavori del più famoso scultore norvegese: Gustav Vigeland.

Il Sinnataggen,  o “bambino arrabbiato”, è una delle statue più famose del Parco ed è diventato addirittura uno dei simboli della città di Oslo. Rappresenta un bambino decisamente furioso che batte i piedi e stringe i pugni.

La fontana, invece, è l’opera più imponente del parco.

Al centro di una vasca quadrata, sei uomini di varie età sorreggono un grande catino da cui sgorga l’acqua. Lungo i bordi della vasca 20 sculture a forma di albero richiamano gli alberi veri che crescono nel parco. Figure umane sono intrecciate al fusto o alla chioma degli alberi e rappresentano le varie età della vita, dalla nascita alla morte.

Dalla fontana una scalinata conduce alla parte più elevata del parco. È una terrazza dominata da una colonna alta 17 metri, in cui sono raffigurate 121 figure umane intrecciate tra loro. La colonna è stata scolpita in un unico pezzo di granito e per questo viene chiamata il Monolito.

Scendendo dalla terrazza si arriva alla parte finale del percorso del Parco di Vigeland, che culmina con la scultura chiamata Livshjulet, la ruota della vita. Si tratta di un’opera che sintetizza il tema di fondo dell’intero parco, il ciclo della vita, dalla nascita alla morte.

IL PALAZZO REALE

Il palazzo reale di Oslo risale alla prima metà del XIX secolo e venne costruito per volere del sovrano Carlo III di Norvegia (noto anche come Carlo XIV di Svezia).

Attualmente viene usato come residenza ufficiale della monarchia norvegese.

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Il palazzo conta 173 stanze e, nonostante il suo aspetto esterno semplice ed austero, vanta degli interni molto sfarzosi, caratterizzati da elementi che vanno dall’arte neoclassica, al barocco e al rococó.

Venne aperto al pubblico nel 2002, al termine dei lavori di restauro voluti dal sovrano Harald V.

IL MUNICIPIO DI OSLO

Il palazzo è la sede del comune di Oslo, si trova sulle sponde del Mare del Nord ed è uno degli edifici più particolari e famosi della città. Venne  completato nel 1950. Al suo interno si possono ammirare le opere d’arte di artisti norvegesi della prima metà del XX secolo, che consentono di conoscere meglio la storia e l’evoluzione culturale della città.

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Nelle torri del Municipio ci sono ben 49 campane che suonano 18 volte al giorno; mentre il primo mercoledì di ogni mese c’è un vero e proprio concerto alle ore 13:00.

Tuttavia il vero motivo per cui il Municipio di Oslo è famoso in tutto il mondo è perché qui si tiene ogni anno la cerimonia del Premio per il Nobel della Pace.

TEATRO DELL’OPERA E DEL BALLETTO

L’edificio si trova nel quartiere Bjørvika, sulla punta del fiordo di Oslo.

E stato inaugurato nel 2008 e la sua sagoma vuole evocare un iceberg che galleggia nelle acque dell’Oslofjord. Le superfici esterne sono coperte con marmo italiano e granito bianco e lo fanno apparire proprio come se sorgesse dall’acqua. E’ uno dei teatri più importanti d’Europa ed il più grande teatro dell’opera scandinavo.

MUSEO ASTRUP FEARNLEY

Questo museo di arte contemporanea vanta una particolarissima struttura di legno ricoperta da vetro che ricorda un vascello, firmata da Renzo Piano.

Al suo interno è possibile ammirare una collezione dedicata agli artisti americani degli anni ’80, ma è possibile anche trovare opere provenienti da Europa, Brasile, Giappone, Cina e India, mentre le mostre temporanee spaziano dalle monografie a esposizioni di artisti cinesi.

FORTEZZA DI AKERSHUS

Sorge sul lato orientale del porto e venne costruito per scopi difensivi.

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La fortezza venne edificata per volere del re Haakon V verso la fine del XIII secolo ed al suo interno sono stati sepolti alcuni tra i più importanti monarchi norvegesi come: Haakon V, Sigurd I, Eufemia di Rügen,  Haakon VIIMaud di Sassonia-Coburgo-Gotha, Olav V e infine la principessa Marta di Svezia. All’interno della fortezza, inoltre, si trovano il Museo della Resistenza Norvegese ed il Museo delle Forze Armate.

Tutti i giorni, alle 13:00, si svolge la suggestiva cerimonia del cambio della Guardia.

OSLOFJORD: IL FIORDO DI OSLO

Al di là dei musei e dei palazzi, la vera meraviglia di Oslo è il fiordo su cui si trova la città: l’Oslofjior!

Si tratta di uno dei fiordi più lunghi di tutto il paese e uno dei più affascinanti e scenografici di tutta la Norvegia.

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Il fiordo è costellato da diverse isole. Una delle più famose è l’isola Hovedøya, meta prediletta dagli abitanti della capitale quando vogliono rilassarsi e godersi l’aria aperta. Nell’isola di Langøyene, invece, si trova la spiaggia più grande e bella di tutto il fiordo, facilmente raggiungibile con il traghetto.

TRAMPOLINO PER SALTO CON GLI SCI

Arroccato sulla collina che domina Oslo, si trova il più antico trampolino al mondo usato per il salto con gli sci, risalente al 1892. E’ stato ristrutturato varie volte nel corso del tempo, tanto che oggi è il più moderno esistente.

Quando non è usata per gare sportive, la struttura è aperta al pubblico e dalla sua cima si può ammirare il più bel panorama di Oslo e del suo fiordo!

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STORIA DELL’ALBERO DI NATALE

Le origini dell’albero di Natale sono antichissime e piuttosto oscure.

Nella cultura di molti popoli pagani dell’Europa centro-settentrionale il sempreverde rappresentava la vita, la rinascita e la resistenza necessaria per sopravvivere durante la lunga stagione fredda e veniva decorato con delle luci durante le festività che si svolgevano a ridosso del solstizio d’inverno, il 21 dicembre.

Per i Druidi gli abeti, ed in generale i sempreverdi, avevano un valore magico: a loro veniva deputato il compito di traghettare gli uomini dal dominio delle tenebre a quello della luce.

Anche i Vichinghi credevano che l’abete rosso possedesse poteri magici, poiché non perdeva le foglie nemmeno durante l’inverno più gelido. Gli abeti, quindi, venivano tagliati, portati in casa e decorati con dei frutti,  aspettando che tornasse la primavera.

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YULE E L’ALBERO DI NATALE

L’abitudine di decorare alberi in vario modo appartiene dunque a numerose tradizioni, ma in particolare la nascita dell’albero di Natale si collega (come quella del ceppo natalizio!) a “Yule”, che nelle tradizioni germanica e celtica precristiana, coincide col solstizio d’inverno.

Nei linguaggi scandinavi, il termine Jul significa sia Yule che Natale, e viene talvolta usato anche per indicare altre festività di dicembre. Il termine si è diffuso anche nelle lingue finniche per indicare il Natale (in finlandese “Joulu”): il legame fra le due tradizioni è dunque evidente!

Anche i Romani usavano decorare le loro case con rami di pino durante le Calende di gennaio.

Con l’avvento del Cristianesimo l’uso dell’albero di Natale si affermò anche nelle tradizioni cristiane, anche se la Chiesa delle origini ne vietò l’uso sostituendolo con l’agrifoglio, le cui spine ricordavano la corona di Cristo.

L’ALBERO DI TALLINN

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Tuttavia l’uso “moderno” dell’albero di Natale sembrerebbe essere nato a Tallinn, in Estonia, nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, Raekoja Plats, attorno al quale giovani uomini e donne ballavano alla ricerca dell’anima gemella.

Altri sostengono, invece, che il primo albero di Natale vero e proprio fu introdotto in Germania nel 1611 dalla Duchessa di Brieg che, secondo la leggenda, aveva già fatto adornare il suo castello per festeggiare il Natale, quando si accorse che un angolo di una delle sale era rimasto completamente vuoto. Per questo, ordinò che un abete del giardino del castello venisse trapiantato in un vaso e portato in quella sala.

In Francia, invece, il primo albero di Natale fu addobbato nel 1840 dalla duchessa d’Orleans. I cattolici, infatti, dopo la riforma di Martin Lutero (1483-1546), consideravano un’usanza protestante quella di decorare alberi per celebrare il Natale e quindi erano un po’ diffidenti…

L’EPOCA VITTORIANA

L’unica cosa certa nella lunga e misteriosa storia dell’albero di Natale è che la sua diffusione in tutto il mondo è merito del principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della regina Vittoria, che, date le sue origini germaniche, volle introdurre nelle proprie residenze l’uso a lui familiare dell’albero di Natale.

La novità si estese presto come una moda in tutto il Regno Unito,  grazie soprattutto alla rivista “The Illustrated London News” che nel 1848 propose una litografia raffigurante la famiglia reale attorno all’albero di Natale, la tradizione invase ben presto tutte le case inglesi… o almeno quelle di chi se lo poteva permettere!

Da quel momento in poi le famiglie nobili e le più abbienti iniziarono a decorare le loro case sulla scia del palazzo reale. Per tradizione, l’albero si acquistava nei giorni precedenti il Natale, ma si decorava alla Vigilia (tradizione rimasta ancora oggi negli Stati Uniti).

Gli alberi venivano venduti senza radici, montati su una base in legno oppure liberi da appoggi, per essere infilati in grandi vasi pieni di terra; la base era ricoperta con drappi o con muschio su cui, in alcuni casi, veniva costruito un paesaggio con casette, fattorie, monti, ferrovie…

L’ALBERO DI NATALE IN ITALIA

In Italia la prima ad addobbare un albero di Natale fu la regina Margherita nella seconda metà dell’Ottocento al Quirinale, e da lei la moda si diffuse velocemente in tutto il paese. L’albero di Natale, infatti, è una delle poche tradizioni straniere ad essere arrivate in Italia quando era ancora una “novità”, ovvero ben prima della sua diffusione nella società consumistica del secondo dopoguerra.

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COSA FARE A NATALE IN ABRUZZO

L’Abruzzo è una meta affascinante durante tutto l’anno, ma nel periodo di Natale diventa ancora più suggestivo.

A bordo della “Transiberiana  d’Italia”, la storica linea che collega la regione al Molise, si possono ammirare Parchi Nazionali, Riserve Naturali, montagne maestose e gole strettissime.

Un viaggio lento ed emozionante che consente di raggiungere alcune delle mete più caratteristiche per i mercatini di Natale.

MERCATINI DI NATALE IN ABRUZZO

L’AQUILA

Il capoluogo abruzzese si prepara a festeggiare il Natale con vari eventi.

Fino al 6 gennaio in Piazza Duomo, Corso Vittorio Emanuele e Corso Federico II ci saranno i mercatini di Natale con prodotti d’artigianato e specialità gastronomiche del territorio.

AVEZZANO

La pista di pattinaggio, la Casa di Babbo Natale, la musica e le tante delizie tipiche sono gli ingredienti principali del periodo natalizio ad Avezzano, nel cuore della Marsica, dove le luminarie si fondono con le lucine dell’Albero di Natale in Piazza Risorgimento.

E’ la destinazione ideale per le famiglie, grazie soprattutto alle tante attività in programma nell’ultima edizione di Magie di Natale!

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CAMPO DI GIOVE

Grazie alle sue piste da sci, ai sentieri ed ai faggeti, Campo di Giove è una delle mete più ambite in inverno.

Fino al 22 dicembre ogni sabato e domenica gli artigiani del territorio delizieranno i visitatori con le loro specialità dolci e salate. Ma non solo: per l’occasione, i ristoranti della zona proporranno offerte speciali a pranzo e a cena, con menu natalizi ispirati alla cucina locale.

Insomma, una tappa ideale per assaporare l’ottima gastronomia abruzzese.

PACENTRO

Questo suggestivo borgo, durante il periodo natalizio, si trasforma in un pittoresco villaggio in cui è possibile trovare il migliore artigianato in legno, ma anche lavori di decoupage, gioielli e statuine per il presepe, rigorosamente fatti a mano da artigiani locali. Fra buon cibo e tante attività e laboratori per i più piccoli, il paesino rappresenta la destinazione perfetta per rilassarsi nella magica atmosfera natalizia, godendo di incantevoli panorami.

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SANTO STEFANO DI SESSANIO

Santo Stefano di Sessanio, in provincia dell’Aquila, è un bellissimo paesino medioevale in cui il tempo sembra essersi fermato. A Natale si arricchisce di un’atmosfera da sogno con una serie di appuntamenti da non perdere come: i presepi diffusi, le escursioni in montagne, lo spettacolo “Dis-incanto di Natale”, con le canzoni della tradizione pastorale e contadina tipica Abruzzese ed i racconti e canti itineranti della compagnia RaccontaStorie. Certamente una delle tappe più affascinanti del Natale in Abruzzo.

ATTRAVERSANDO L’ABRUZZO SULLA TRANSIBERIANA ITALIANA

Un’altra bellissima esperienza che è possibile fare nel periodo di Natale (e non solo!) è quella di regalarsi un viaggio nel tempo sulla suggestiva “transiberiana italiana”.

Questo appellativo, carico di forza evocativa, è il nome con cui è conosciuta la Ferrovia dei Parchi, una linea inaugurata nel 1897 per consentire il collegamento dagli Abruzzi con il versante tirrenico e Napoli, tanto che molti ferrovieri e residenti delle zone attraversate dalla tratta la chiamano ancora “la Napoletana”.

Il nome “Ferrovia dei Parchi”, invece, è dovuto al fatto che i binari attraversano le aree protette del Parco Nazionale della Maiella, del Parco Nazionale d’Abruzzo e della riserva MaB Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise.

L’espressione “transiberiana d’Italia” nacque nel 1980 ad opera del giornalista e scrittore Luciano Zeppegno che, trovandosi a viaggiare su un treno di linea, rimase impressionato da una improvvisa nevicata in quota nella zona degli Altipiani Maggiori d’Abruzzo, quasi ad immaginarsi una steppa siberiana ghiacciata di ben altre latitudini, al punto da voler scrivere un articolo su questa esperienza per la rivista Gente Viaggi.

Trent’anni dopo l’associazione culturale le Rotaie ha ripreso l’appellativo nella speranza che potesse suscitare interesse nell’opinione pubblica scongiurando la dismissione della linea. Cosa che, fortunatamente, è accaduta!

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CURIOSITA’ ED INFORMAZIONI

Le carrozze impiegate sono le cosiddette “cento porte”, vetture risalenti agli anni ’30, dai suggestivi interni e sedute in legno, composte ciascuna da 4 ambienti da 24, 16, 16 e 24 posti, con porte di salita/discesa da entrambi i lati.

Vi è poi l’impiego di una carrozza “corbellini”, vettura più recente, risalente agli anni ’50, con due ambienti da 32 posti.

Il biglietto per viaggiare sulla transiberiana d’Italia è acquistabile esclusivamente sul sito latransiberianaditalia.

Nel periodo delle feste vengono organizzati degli speciali “Treni di Natale” che consentono di visitare molti dei tradizionali mercatini.

STORIA DEL GRAND TOUR

Il Grand Tour è il “nonno” dell’Erasmus e progenitore di tutti i viaggi d’istruzione!

A partire dal XVII secolo, infatti, divenne una consuetudine che i rampolli delle più importanti famiglie aristocratiche completassero la propria istruzione con un viaggio attraverso l’Europa. Lo scopo era far allargare i loro orizzonti e trasformarli in “uomini di mondo”. I giovani che intraprendevano il Tour erano principalmente inglesi, tuttavia non mancavano anche francesi, tedeschi, russi e scandinavi. Il viaggio aveva una durata molto variabile che poteva andare da pochi mesi a degli anni, tutto dipendeva dalle finanze dei genitori!

Di solito i giovanotti inglesi iniziavano il Tour fermandosi in Francia.

Dopo la breve traversata della Manica, si proseguiva in direzione di Parigi. Del resto quale posto migliore per aggiornarsi in materia di stile e moda? Poi si attraversava il paese andando verso sud. Digione e Lione erano tappe molto frequenti; qualcuno si spingeva fino alla costa, allora una visita a Marsiglia era d’obbligo!

Archiviata la Francia non c’era un itinerario ben preciso, spesso ci si spostava semplicemente tra i vari paesi dell’Europa continentale. L’unica vera certezza era l’Italia!

Perché, come scriveva Samuel Johnson, “un uomo che non sia stato in Italia sarà sempre cosciente della propria inferiorità”.

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L’ITALIA DEL GRAND TOUR

Se la Francia serviva a raffinare il gusto, l’Italia serviva ad elevare lo spirito!

Qui le soste erano infinite: Torino, Milano, Venezia, Verona, Firenze, Roma, Napoli, Catania, Palermo… La Sicilia divenne presto una tappa imperdibile del Tour. Non solo per il fascino dell’Etna ed i suoi tesori barocchi, ma anche perché consentiva di conoscere la civiltà greca senza dover andare in Grecia, all’epoca dominata dai turchi.

A Taormina nel 2015 è nato il Museo delle Belle Arti e del Grand Tour che custodisce opere di famosi vedutisti inglesi. Il museo è noto anche come “Casa Cuseni”.

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Se inizialmente il Tour era riservato agli uomini, più tardi divenne di moda anche per le giovani donne. In questo caso l’unico requisito indispensabile per intraprendere il viaggio era quello di poter contare su una parente zitella che facesse da chaperon!

Hai presente “Camera con vista”?

SCANNO – COSA VISITARE IN UN GIORNO

Scanno è un bellissimo paesino abruzzese annoverato tra i borghi più belli d’Italia.

Sorge su un pendio della Montagna Grande, tra il monte Genzana ed il monte Marsicano, ed è immerso nello splendido scenario naturale costituito dal vicino Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Conosciuta sia per il suo centro storico che per il suo lago a forma di cuore, Scanno è una meta imperdibile per chiunque si trovi a fare un tour dell’Abruzzo.

IL BORGO DI SCANNO

Il borgo è costituito da un susseguirsi pittoresco di case, strade, scalinate, pizzette, archi e chiese.

Una particolarità di Scanno, infatti, è proprio l’elevato numero di chiese. Se ne contano ben 15! Un numero impressionante se si considera che stiamo parlando di un borgo di circa 1700 abitanti.

Infatti, ammirando Scanno da uno dei vari punti panoramici, si notano subito sia il modo “ordinato” in cui è disposto il paese, sia i tanti campanili che svettano sull’agglomerato delle case.   

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L’ingresso del paese è dominato dalla grande chiesa di Santa Maria della Valle che, sebbene risalga al XII secolo, si mostra oggi con il suo aspetto cinquecentesco.

Poco distante da Santa Maria della Valle c’è la fontana Saracco che, per secoli, è stata la fontana principale del paese ed è caratterizzata da due grandi nicchie. Quella destra, datata 1549, è dotata di quattro cannelle che fuoriescono dalla bocca di altrettanti mascheroni antropomorfi che rappresentano, da sinistra verso destra, il re, la regina, il giullare ed il cappuccino.

Il palazzo davanti alla fontana Saracco in passato è stato la sede della reale caserma dei carabinieri e proprio qui si concluse, nel 1870, il fenomeno del brigantaggio in Abruzzo con la cattura di Croce di Tola, conosciuto come il Crucitto.

SCANNO E LA FOTOGRAFIA

Scanno è nota come “la città dei fotografi” perché, lungo tutto il Novecento, i suoi scorci e la sua gente sono stati immortalati dagli scatti realizzati da Hilde Lotz-Bauer, Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Renzo Tortelli, Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, Mario Cresci e molti altri.

Nel 1964 una fotografia scattata a Scanno da Mario Giacomelli, conosciuta come “Il bambino di Scanno”, è entrata a far parte della collezione permanente di opere fotografiche del Museum of Modern Art di New York.

LA PRESENTOSA

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Molti aspetti della tradizione di Scanno sono sopravvissuti allo scorrere del tempo giungendo fino ad oggi.

Innanzitutto la Presentosa.

Si tratta di un gioiello di origine settecentesca, un vero e proprio capolavoro di arte orafa che venne descritto così da Gabriele D’Annunzio nel “Trionfo della morte”:

“Portava agli orecchi due grevi cerchi d’oro e sul petto la Presentosa: una grande stella di filigrana con in mezzo due cuori.”

La Presentosa, infatti, è una grande stella di filigrana che, quasi sempre, ha al centro uno o due cuori.

Pare che la realizzazione del gioiello sia stata ispirata dal magnifico rosone di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila.

La Presentosa è nata come un pegno di fedeltà dell’uomo nei confronti dell’amata, poi divenne simbolo di accettazione ed accoglienza da parte della famiglia del marito nei confronti della sposa, oggi è spesso accostata a sentimenti di amicizia.

In ogni caso questo gioiello di innegabile raffinatezza era soprattutto un potente amuleto contro le avversità della vita, in grado di attirare le forze del male per avvilupparle nelle sue spire filigranate. Nessun malaugurio, secondo la tradizione, potrà mai vincere la forza della Presentosa!

IL LAGO DI SCANNO

Scanno è conosciuta anche per il suo lago a forma di cuore che dista circa 4 chilometri dal centro storico.

Il lago si è formato oltre 3000 anni fa in seguito ad una frana del monte Rava che, precipitando a valle, ha sbarrato il corso del fiume Tasso.

Trascorrere una giornata al lago di Scanno, soprattutto evitando i periodi di alta stagione, ti darà la possibilità di fare una piacevole passeggiata nella natura, prendere il sole su una delle sue spiaggette, noleggiare un pedalò o rilassarti in uno dei locali vicini alla riva.

In realtà il lago di Scanno ha una forma allungata, ma c’è un particolare punto di osservazione in cui, per un gioco prospettico, assume la celebre forma di cuore.

Il nome “sentiero del cuore” identifica sia il sentiero che parte dal centro storico di Scanno, sia quello che parte dal lago. Entrambi si incontrano all’eremo di Sant’Egidio e continuano poi fino al punto panoramico.

L’eremo è un piccolo edificio in pietra, costruito sul culmine di una collina. Non si conosce la data precisa di fondazione dell’eremo di Sant’Egidio, ma si sa che nel 1612 era già esistente e veniva accudito da un eremita, come testimoniato dal vescovo Del Pezzo, che arrivò qui in visita.

LA CHIESA DI SANTA MARIA DEL LAGO

Prima di lasciare Scanno ti consiglio di visitare la suggestiva chiesetta di Santa Maria del Lago che sorge a strapiombo sull’acqua.

Una doppia scalinata conduce all’ingresso della chiesa che si trova a cavallo di una strada che costeggia la montagna, mentre il suo altare è praticamente scavato nella roccia.

La costruzione della chiesa, che risale all’inizio del settecento, avvenne, infatti, sul luogo in cui gli scannesi avevano apposto un’icona della Madonna per invocarne la protezione durante il pericoloso transito della vicina strada che passava (e passa tuttora!) al di sotto di un grosso picco roccioso e che rappresentava l’unico collegamento con Sulmona.

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IL BELVEDERE DI VIENNA

Il Belvedere di Vienna non è soltanto un magnifico castello barocco, ma anche uno dei più importanti musei austriaci!

Ospita opere di Gustav Klimt, Egon Schiele e Oskar Kokoschka.

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LE ORIGINI

Nel 1697 il principe Eugenio di Savoia, il valoroso condottiero che sconfisse i turchi, affidò al celebre architetto Johann Bernhard Fischer von Erlach la costruzione di un palazzo al centro di Vienna. Successivamente il cantiere venne ripreso ed ingrandito da un altro grande architetto austriaco: Johann Lucas von Hildebrandt.

Il principe non voleva un semplice palazzo, ma una residenza grandiosa, in grado di eclissare quella del suo avversario politico, il maresciallo Heinrich Franz von Mansfeld.

Nel 1717 iniziarono i lavori per la realizzazione dei giardini alla francese, affidati a Dominique Girard, già fontaniere del Re Sole.

Il complesso architettonico del Belvedere, infatti, è composto da due palazzi (il Belvedere Superiore ed il Belvedere Inferiore) collegati da splendidi giardini posti su tre livelli.

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IL BELVEDERE DOPO LA MORTE DEL PRINCIPE EUGENIO

Nel 1736 il principe Eugenio morì, celibe e senza figli. Il Belvedere passò allora a sua nipote Vittoria, figlia primogenita del fratello maggiore di Eugenio, nonché ultima sopravvissuta della casata Savoia-Soissons.

La principessa Vittoria manifestò subito la volontà di disfarsi di questa dispendiosa proprietà e l’imperatrice Maria Teresa d’Austria si propose come acquirente.

Nel 1776 Maria Teresa e suo figlio Giuseppe II decisero di trasferire al Belvedere la Galleria d’arte imperiale che, fino ad allora, era stata conservata alla Hofburg. L’intento era quello di rendere la collezione accessibile a tutti. La galleria aprì ufficialmente i battenti cinque anni dopo, formando così uno dei primi musei pubblici al mondo.

Il Belvedere Inferiore accolse, invece, dal 1903 la galleria d’arte moderna di stato, distinguendosi per essere la prima galleria in Austria esclusivamente dedicata alle nuove correnti, in particolare della corrente della Secessione viennese.

Qui trovarono posto opere di Vincent van Gogh, Claude Monet e Giovanni Segantini.

IL BELVEDERE SUPERIORE

La parte più importante della collezione del Belvedere è costituita dai 24 dipinti di Gustav Klimt, tra cui spiccano le sue rappresentazioni dorate de “Il bacio” e “Giuditta”. “Il bacio” risale agli anni 1908/09, ritrae Klimt e la sua musa Emilie Flöge ed è senza dubbio l’opera d’arte più famosa di tutta l’Austria.

La mostra permanente del Belvedere superiore è articolata su tre piani dove è possibile ammirare un totale di 420 opere.

La visita inizia con il tema della storia del Belvedere.

Nelle sale successive sono esposte opere d’arte del Medio Evo, del Barocco, del Classicismo e dell’epoca Biedermeier.

Al Modernismo viennese e all’arte del 1900 è dedicato un ampio spazio al primo piano, dove ha trovato la sua nuova collocazione anche il “Bacio” di Klimt.

Infine, al secondo piano, si può ammirare l’arte del periodo fra le due guerre e del periodo postbellico.

IL BELVEDERE INFERIORE

Mentre il Belvedere superiore era destinato “alla rappresentanza”, il Belvedere inferiore era adibito a residenza del principe.

La magnificenza di cui Eugenio di Savoia amava circondarsi si riflette ancora oggi in ogni ambiente. Dalla Sala delle Grottesche, alla Galleria dei Marmi, fino alla Sala degli Ori.

Nel Belvedere inferiore e nell’Orangerie hanno luogo mostre speciali. Invece nella Prunkstall, dove una volta sostavano i cavalli del corpo del principe, è possibile ammirare l’arte medievale.

IL GIARDINO

Il giardino del Belvedere è un magnifico esempio di architettura paesaggistica barocca.

Di fronte al castello si trova il cosiddetto stagno di riflessione, una sorta di laghetto che riflette e moltiplica la grandiosità della facciata dell’edificio.

Tre ampie terrazze con bacini d’acqua collegano il Belvedere superiore con l’inferiore.

Il Kammergarten, giardino privato, era originariamente riservato al padrone di casa e ai suoi compagni più stretti.

Mentre il Giardino alpino nel parco del castello è il più vecchio d’Europa.

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VIENNA: COSA VISITARE IN 4 GIORNI

Vienna non è solo la città imperiale, la capitale dell’impero asburgico, con le sue strade eleganti ed i suoi magnifici palazzi, ma è anche una città vivace e moderna proiettata verso il futuro.

Ci sono moltissime cose da fare e da vedere, sia in città che nei dintorni.

In questo articolo ti propongo un itinerario di 4 giorni, con le cose imperdibili da visitare, soprattutto se stai andando a Vienna per la prima volta.

VIENNA: IL QUARTIERE DI STEPHANSDOM

Questo quartiere è il cuore medievale di Vienna, un intreccio di vicoli, corti e stradine che si diramano intorno alla maestosa cattedrale di Santo Stefano.

La cattedrale è posta esattamente al centro della città e la sua guglia, alta 137 metri, è visibile ovunque. L’edificio attuale è il frutto della stratificazione di elementi romanici, gotici e barocchi. La campana della torre settentrionale, nota come “Pummerin”, è un importante simbolo cittadino. Venne realizzata fondendo i cannoni abbandonati dai turchi nel 1683.

Nel 1945 la cattedrale subì un grave incendio e la campana crollò, i suoi resti furono fusi per realizzare quella attuale.

A poca distanza dalla cattedrale, al n.5 di Domgasse, sorge la Mozarthaus, dove il compositore e la sua famiglia vissero tra il 1784 ed 1787. Tra le 11 residenze viennesi del celebre musicista, questa è quella dove egli disse di aver composto alcuni dei suoi più celebri capolavori come i quartetti di Haydn e Le nozze di Figaro. La casa è stata restaurata nel 2006 ed ospita delle mostre.

Per completare il tour del quartiere non può mancare una visita alla Dominikanerkirche ed alla Jesuitenkirche. La prima venne consacrata dai Domenicani nel 1237, tuttavia l’edificio attuale, con la sua maestosa facciata barocca, risale al 1630 è fu opera di Antonio Canevale.

La seconda rappresenta il luogo in cui i Gesuiti decisero di trasferirsi per essere più vicini all’Antica Università, di cui avevano la gestione. Guardando le linee sobrie della facciata non si penserebbe di essere davanti ad una delle chiese più decorate di Vienna! L’interno, infatti, è uno sfarzoso trionfo di colonne, decorazioni ed affreschi.

QUARTIERE DEL BELVEDERE

Prima di dirigerti verso il grandioso complesso del Belvedere, da cui il quartiere prende il nome, fermati a visitare Karlskirche.

Quando Vienna era funestata dalla peste del 1713, l’imperatore Carlo VI promise che, non appena l’epidemia fosse finita, avrebbe fatto erigere una chiesa in onore di San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano e protettore dei malati di peste. Nacque così questo capolavoro barocco dominato da una gigantesca cupola ed un porticato ispirati all’arte greca e romana ed arricchiti da forme sinuose ed eclettiche.

I palazzi ed i giardini del Belvedere sono un enorme complesso architettonico fatto costruire come sua residenza estiva dal principe Eugenio di Savoia, il valoroso condottiero che sconfisse i turchi nel 1683. E’ posto su una collina con lieve pendenza ed è composto da due palazzi (il Belvedere Superiore ed il Belvedere Inferiore) collegati da splendidi giardini alla francese posti su tre livelli.

Il Belvedere Superiore ospita una collezione di arte austriaca unica al mondo, con opere che vanno dal Medioevo ad oggi. Una delle sue attrazioni principali è la collezione di Gustav Klimt.

Per saperne di più leggi anche: IL BELVEDERE DI VIENNA

QUARTIERE DELLA HOFBURG

In questo quartiere si respira l’aria della Vienna imperiale!

Oggi gran parte dei palazzi sono stati trasformati in uffici, ambasciate o abitazioni, tuttavia è ancora un luogo tra i più affascinanti ed eleganti della capitale, con negozi raffinati, caffè e gallerie d’arte.

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La Hofburg è un complesso molto vasto che comprende gli appartamenti reali, alcuni musei, una cappella, gli uffici del Presidente austriaco, la Biblioteca Nazionale Austriaca e la suggestiva Scuola di equitazione spagnola.

Gli appartamenti reali comprendono i locali occupati dall’imperatore Francesco Giuseppe dal 1857 al 1916, quelli in cui visse l’imperatrice Elisabetta (Sissi) dal 1854 al 1898 e le stanze in cui soggiornò lo zar Alessandro I durante il Congresso di Vienna.

La scuola di equitazione spagnola fu fondata dagli Asburgo nel XVI secolo per perpetuare la tradizione dei classici esercizi dell’alta scuola equestre. Oggi gli spettacoli hanno luogo nel maneggio d’inverno e durano circa 80 minuti. Se sei interessato ad assistere clicca qui!

In un angolo dell’Hofburg si trova l’Albertina, una galleria che ospita stampe, acquerelli e fotografie. Tra i suoi tesori più preziosi ci sono opere di Michelangelo, Rubens, Durer e Picasso!

I DINTORNI DI VIENNA

Se puoi, dedica un po’ di tempo a visitare anche i dintorni della città!

A Schonbrunn si trova l’immenso complesso formato dal palazzo e dai giardini tanto cari a Maria Teresa! Originariamente sull’area della reggia sorgeva un casino di caccia, ma fu distrutto dai turchi. Allora Leopoldo I chiese a Johann Bernhard Fischer von Erlach di progettarvi una grande residenza barocca, il progetto venne terminato nel XVIII secolo, quando Maria Teresa ne affidò l’incarico a Nikolaus Picassi.

Se vuoi allontanarti di più dalla città ed immergerti in un paesaggio fatto di vigneti, valli, chiese e castelli, puoi concederti una crociera fluviale nella valle del Danubio da Krems a Melk, a circa 80 Km da Vienna. Ci sono tour organizzati, ma se preferisci viaggiare in autonomia i punti di partenza sono a Krems, Durnstein e Melk. Se non hai la macchina, le prime due città sono raggiungibili partendo dalla Franz-Josefs- Bahnhof; mentre l’ultima partendo da Westbahnhof.

VIENNA: INFORMAZIONI UTILI

Se arrivi in aereo il modo più rapido ed economico per raggiungere il centro di Vienna è il City Airport Train (CAT) che collega l’aeroporto con la stazione Wien Mitte (Vienna Centro) in 16 minuti! Uscendo dalla stazione ti troverai nei pressi dello Stadtpark, famoso per la statua dorata che ritrae Johann Strauss mentre suona il violino.

Spostarsi a Vienna è facilissimo! Il centro storico, all’interno della Ringstrasse, può essere visitato a piedi. Per spostarti altrove, puoi utilizzare una delle 5 linee della metropolitana (U-Bahn), quelle della metropolitana leggera (S-Bahn), i tram e gli autobus.

Se stai andando a Vienna per la prima volta ti consiglio di acquistare la VIENNA CITY CARD per goderti la città in totale libertà! La Card comprende:

  • sconti su musei, tour, eventi, shopping e ristoranti per 7 giorni
  • trasporto pubblico per 24, 48 o 72 ore, a seconda dell’opzione selezionata
  • Scelta di un autobus Hop-On Hop-Off di 24 ore da Big Bus o Vienna Sightseeing Tours 

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LEGGI ANCHE: COSA VISITARE AD INNSBRUCK IN UN GIORNO

5 IDEE PER LE TUE FUGHE D’AUTUNNO

Amo l’autunno. I colori caldi ed avvolgenti. Le strade che profumano di castagne e vin brulè.

Tutte le stagioni hanno qualcosa di bello, ma l’autunno ha qualcosa di unico. Forse è la promessa di un cambiamento. O forse è la capacità di lasciarsi andare, di perdere tutto, ma senza rancore, solo per poter ricominciare.

Inoltre l’autunno è una stagione perfetta per viaggiare e, magari, per visitare posti in cui non siamo mai stati prima.  La temperatura è ancora mite e si può visitare una meta con più tranquillità perché c’è meno gente in giro.

Quindi, se stai pensando ad una vacanza o un week-end autunnale, ecco alcune idee.

AUTUNNO A VIPITENO

Vipiteno è uno dei Borghi più belli d’Italia. L’autunno è il periodo ideale per lasciarsi affascinare da questa cittadina che sembra uscita da una fiaba. Potrai passeggiare tra le pittoresche vie del centro, ammirare i palazzi signorili e le piazze medievali, concederti  un po’ di shopping tra i negozi di artigianato o degustare qualche piatto tipico in uno dei suoi ristoranti.

A pochi chilometri da Vipiteno, inoltre, sorge l’imponente Castel Tasso e l’elegante Castel Wolfsthurn!

PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, LAZIO E MOLISE

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con la sua natura incontaminata, i piccoli borghi, i centri storici, le attività sportive e la buona cucina, è la meta ideale per una vacanza autunnale.

Potrai goderti lo spettacolo del foliage attraversando la vastissima rete di sentieri del Parco che offre percorsi di vario genere, da quelli adatti ai principianti a quelli per escursionisti esperti.

Leggi anche: PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO: 3 IDEE PER SCOPRIRE UNA DELLE AREE PROTETTE PIU’ ANTICHE D’ITALIA

AUTUNNO IN CIOCIARIA

L’Italia è ricca di luoghi bellissimi e poco conosciuti. La Ciociaria, in provincia di Frosinone, è uno di questi!

E’ la terra di Cicerone e San Tommaso. Ci sono zone archeologiche, abbazie, castelli e meravigliose aree naturalistiche protette.

Se vuoi scoprire qualcosa in più sulla Ciociaria leggi anche:

L’ ABBAZIA DI MONTECASSINO

ANAGNI: LA CITTA’ DEI PAPI

6 LUOGHI DA VISITARE IN CIOCIARIA

LA CERTOSA DI TRISULTI

CILENTO

Probabilmente quando si parla di Cilento la prima cosa a cui si pensa è il mare. In questo caso, però, ti propongo un tour nell’entroterra alla scoperta delle bellezze naturalistiche e dei gioielli architettonici di questa splendida terra. Le romantiche grotte di Pertosa, i millenari templi di Paestum e l’immensa Certosa di Padula sono alcune delle mete che rendono unico il Cilento!

Leggi anche: 5 IDEE PER UN WEEK-END IN CILENTO

CAMMINI: LA CULTURA DEL PASSO LENTO

Infine l’autunno è la stagione migliore per percorrere uno dei tanti, bellissimi, cammini che attraversano l’Italia.

Percorrere anche solo poche tappe di un cammino è un modo per conoscere territori poco noti, fare attività all’aria aperta e disintossicarsi dallo stress della quotidianità.

Se sei interessato ai cammini leggi anche:

IL CAMMINO DI SAN MICHELE

IL CAMMINO DI SAN BENEDETTO

Per conoscere i cammini della tua regione visita il sito camminiditalia.org