DOVE ANDARE A PASQUA IN EUROPA

La Pasqua si avvicina e sembra portare con sé anche il desiderio di prendersi una pausa ed evadere dalla routine. Quindi perché non approfittare del ponte pasquale per fare un bel viaggio? 

In molti, tuttavia, non hanno la possibilità di assentarsi dal lavoro per un lungo periodo. Per questo tra le mete ideali del ponte pasquale non mancano mai le città europee più vicine a noi, raggiungibili con una o due ore d’aereo.

Ecco, quindi, 5 idee su quali città europee visitare a Pasqua!

PASQUA A MALTA: LA VALLETTA

pasqua-la-valletta-foto-di-user32212-pixabay

È un piccolo gioiello. Un’affascinate mix di storia e bellezza.

Oltre 300 monumenti e luoghi di interesse concentrati in meno di mezzo chilometro quadrato ed un centro storico che, dal 1980, è entrato a far parte del patrimonio UNESCO.

Si può visitare a piedi in una giornata (escluso il tempo per entrare nei vari musei, chiese…) e la composizione a griglia delle sue strade renderà semplice orientarsi.

Per saperne di più leggi: LA VALLETTA: COSA VISITARE IN UN GIORNO

ATENE

atene-foto-di-eduart-bejko-pixabay

Patria della filosofia e della democrazia, dell’arte e del teatro.

Le sue origini ed il suo stesso nome sono legate al mito che attribuisce l’edificazione della città alla dea Atena.

Ma Atene non è solo storia e mitologia, è anche una città vivace e moderna che, in occasione delle Olimpiadi del 2004, ha saputo rinnovarsi e diventare ancora più bella.

La Pasqua è sicuramente la festa più importante per gli ortodossi, quella a cui sono legate più tradizioni e anche quella che simboleggia meglio di ogni altra la “grecità”. Tuttavia, prima di decidere di trascorrere le vacanze di Pasqua in Grecia, è utile sapere che la data della Pasqua in Grecia non coincide con quella in Italia. La nostra Pasqua nel 2023 si celebrerà il 9 aprile, mentre la Pasqua ortodossa il 16. Questo accade perché la Chiesa Ortodossa e quella Cattolica seguono calendari diversi.

Per saperne di più leggi: COSA VISITARE AD ATENE E DINTORNI

PRAGA

praga-foto-di-pierre-blaché-pixabay

Praga, la città delle cento torri, la città d’oro…ma soprattutto una delle più belle città d’Europa.

È una città romantica, misteriosa ed esoterica che riesce ad ammaliarti in pochi minuti.

Il centro storico è un mix armonioso di architetture barocche, rinascimentali, neoclassiche e art nouveau.

È articolato in 5 quartieri separati dalla Moldava. Tutto è relativamente vicino ed è facile spostarsi a piedi.

Sulla riva occidentale si trovano: Hradcany (il quartiere del castello) e Mala Strana (il piccolo quartiere). Sulla riva orientale si trovano: Josefov (il quartiere ebraico), Stare Mesto (il quartiere della città vecchia) e Nove Mesto (il quartiere della città nuova). Le due rive sono collegate dal celebre Ponte Carlo.

Per saperne di più leggi: COSA VISITARE A PRAGA

PASQUA A VIENNA

vienna-foto-di-gerfried-wagner-pixabay

Vienna non è solo la città imperiale, la capitale dell’impero asburgico, con le sue strade eleganti ed i suoi magnifici palazzi, ma è anche una città vivace e moderna proiettata verso il futuro.

Offre moltissime cose da fare e da vedere, sia in città che nei dintorni.

Per saperne di più leggi: VIENNA: COSA VISITARE IN 4 GIORNI

INNSBRUK

innsbruck-foto-di-alfred-pixabay

È una città da visitare a piedi. I principali luoghi di interesse, infatti, sono piuttosto vicini tra loro, inoltre camminare è il modo migliore per immergersi nell’atmosfera delle sue splendide stradine e perdersi tra il medioevo ed i fasti del periodo imperiale.

La città prende il suo nome da Inn (il fiume che l’attraversa) e bruck (ponte), quindi significa letteralmente “ponte sul fiume Inn”.

Per saperne di più leggi: COSA VISITARE AD INNSBRUCK IN UN GIORNO

PASQUA IN ITALIA: 10 METE DA VISITARE

Le vacanze di Pasqua rappresentano la prima occasione utile per organizzare un piccolo viaggio, approfittando delle belle giornate di sole e di qualche giorno di riposo dal lavoro e dalla scuola. Seguiranno poi i ponti del 25 aprile (molto lungo quest’anno!) e quelli del primo maggio e del 2 giugno!

C’è chi preferisce i piccoli borghi, chi ama musei e città d’arte, chi pianifica un trekking per immergersi nella natura e chi non aspetta altro che tornare al mare. Fortunatamente il nostro Paese offre infinite possibilità!

Ecco quindi 10 idee su dove trascorrere le vacanze di Pasqua in Italia.

PASQUA IN ITALIA: PICCOLI BORGHI

CIVITA DI BAGNOREGIO

pasqua-in-italia-bagnoregio-foto-di- wurliburli-pixabay

Si trova in provincia di Viterbo, a pochi passi dal lago di Bolsena.

Sorge sulla vetta di un’altura di tufo ed è raggiungibile solo attraverso un lungo ponte pedonale dal quale si gode di uno dei panorami più spettacolari di tutto il Lazio.

Durante le giornate di nebbia questo borgo fiabesco sembra letteralmente galleggiare nel vuoto…

Per saperne di più leggi: CIVITA DI BAGNOREGIO

PIENZA

pienza-foto-di-gianni -crestani-pixabay

Si trova a pochi chilometri da Montalcino e Montepulciano, nella bellissima regione della Val d’Orcia a sud di Siena, tra sinuose colline e favolosi panorami. Pienza gode di una posizione davvero strategica: arroccata sulla cima ad un colle, che domina tutta la valle dell’Orcia con una vista mozzafiato.

Questo incantevole borgo, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità nel 1996, è conosciuto come la “città ideale” del Rinascimento.

Per saperne di più leggi: PIENZA: LA CITTA’ IDEALE

SCANNO

scanno-foto-di-viaggiastorie

Scanno è un bellissimo paesino abruzzese annoverato tra i borghi più belli d’Italia.

Sorge su un pendio della Montagna Grande, tra il monte Genzana ed il monte Marsicano, ed è immerso nello splendido scenario naturale costituito dal vicino Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Il borgo è costituito da un susseguirsi pittoresco di case, strade, scalinate, pizzette, archi e chiese. A circa 4 chilometri dal centro storico si trova il suo celebre lago a forma di cuore, formatosi oltre 3000 anni fa in seguito ad una frana del monte Rava che, precipitando a valle, ha sbarrato il corso del fiume Tasso.

Per saperne di più leggi: SCANNO – COSA VISITARE IN UN GIORNO

Stai organizzando le tue vacanze in Abruzzo e non sai dove alloggiare? Clicca qui!

NATURA

L’OASI DI NINFA

ninfa-foto-di-viaggiastorie

È un “Monumento Naturale” situato nel comune di Cisterna di Latina, al confine con Norma e Sermoneta.

Si tratta di un tipico giardino all’inglese, il luogo ideale per trascorrere una giornata rilassante circondati dalla bellezza della natura, ma anche una meta perfetta per una gita fuori porta con tutta la famiglia.

L’attuale giardino è nato sulle rovine della cittadina medievale di Ninfa che, dopo un primo periodo di prosperità, cadde in uno stato di totale abbandono da cui venne riscattata, dopo circa 5 secoli, da Gelasio Caetani. Era l’anno 1921…

Per saperne di più leggi: VIAGGIO NELL’OASI DI NINFA

PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO LAZIO E MOLISE

parco-nazionale-abruzzo-foto-di-viaggiastorie

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con la sua natura incontaminata, è la meta ideale per una vacanza all’insegna del relax, del benessere e dello sport.

All’interno del Parco c’è un’infinità di luoghi da vedere o percorsi da fare. Tra i più suggestivi ci sono quelli che partono dall’incantevole Val Fondillo, e quelli che attraversano la celebre “Camosciara”, la zona di riserva integrale del Parco.

Per saperne di più leggi: PARCO NAZIONELE D’ABRUZZO, LAZIO E MOLISE: 3 IDEE PER SCOPRIRE UNA DELLE AREE PROTETTE PIU’ ANTICHE D’ITALIA

Stai organizzando le tue vacanze in Abruzzo e non sai dove alloggiare? Clicca qui!

PASQUA IN ITALIA: CITTA’ D’ARTE

ROMA

roma-foto-di-viaggiastorie

La Città Eterna è una fonte inesauribile di bellezze artistiche.

Ovunque si sposti lo sguardo ci sono chiese, fontane, piazze, musei e siti archeologici unici al mondo.

Tra gli infiniti luoghi da visitare a Roma ce ne sono alcuni che, oltre ad essere incredibilmente belli, sono anche gratuiti…

Per saperne di più leggi: ROMA: 3 PERCORSI D’ARTE GRATUITI

FIRENZE

firenze-foto-di-ervin-gjata-pixabay

Firenze è una delle città più belle del mondo, capace di attrarre milioni di persone ogni anno.

Ogni palazzo, ogni chiesa e ogni vicolo di questa magnifica città ha mille storie da raccontare…

Se cerchi informazioni, idee e suggerimenti per organizzare la tua visita a Firenze leggi anche: 5 SEGRETI DI FIRENZE e GUIDA ALLA GALLERIA DEGLI UFFIZI

MARE

LA RIVIERA DI ULISSE

riviera-di-ulisse-foto-di-viaggiastorie

È un meraviglioso tratto costiero lungo circa 50 chilometri.

Si trova nel Lazio, in provincia di Latina. Si tratta di un luogo che è riuscito a conservare intatto il suo fascino antico e misterioso, anche grazie al fatto di essere rimasto per lo più al di fuori dei grandi circuiti del turismo di massa.

Per saperne di più leggi: LA RIVIERA DI ULISSE

AGROPOLI

agropoli-foto-di-falco-pixabay

Sorge sul confine tra la Costiera Cilentana ed il Golfo di Salerno. Come lascia intendere il suo nome, la città sorge sulla sommità di un costone roccioso a picco sul blu del Tirreno.

In passato è stata una colonia della Magna Grecia, oggi, invece, rappresenta una porta aperta sul Parco Nazionale del Cilento e su tutta la costa meridionale campana.

Per saperne di più: AGROPOLI: IL MARE DEL CILENTO

ISOLE TREMITI

tremiti-foto-gianni-crestani-pixabay

San Domino, San Nicola, il Cretaccio, la Vecchia, Pianosa e Capraia (le ultime due da non confondere con le omonime isole dell’Arcipelago Toscano!).

I fondali attorno alle isole sono considerati un vero paradiso degli amanti delle immersioni e dello snorkeling. Offrono scenari spettacolari fatti di insenature, grotte sottomarine e relitti.

Tutta l’area dell’arcipelago fa parte della Riserva Marina Protetta del Parco Nazionale del Gargano.

Per saperne di più: 15 METE DA VISITARE IN PUGLIA

COME FARE DECLUTTERING

Con la primavera ormai alle porte, è il momento giusto per fare decluttering ed affrontare la nuova stagione con più leggerezza.

Il decluttering è una pratica che consiste nel liberarsi del superfluo. Il termine inglese clutter significa confusione/disordine, mentre de è una particella privativa. Quindi si tratta letteralmente di eliminare il disordine e rendere i nostri spazi puliti, liberi ed organizzati.

Il decluttering, tuttavia, non si riduce alla semplice eliminazione degli oggetti superflui, ma è una vera e propria filosofia di vita orientata all’essenziale. Infatti eliminare ciò che non serve sembra che produca un reale beneficio anche a livello interiore. E’ un modo per vivere nel presente e liberarsi del passato.

Lessi s more. Possedere meno per vivere meglio.

Tutti bei concetti, eticamente ineccepibili, la messa in pratica è un’altra cosa.

Vediamo quindi alcuni consigli pratici su come iniziare a fare decluttering.

TECNICHE DI DECLUTTERING

Esistono migliaia di libri, di articoli e di video dedicati a questo tema. Alcuni sono famosissimi come “Il magico potere del riordino” di Marie Kondo , altri davvero originali.

Ecco alcune delle tecniche di decluttering più diffuse:

  • Tecnica dei 5 minuti: consiste nel dedicarsi al decluttering ogni giorno per 5 minuti;
  • Un oggetto al giorno: prevede di liberarsi di una cosa ogni giorno;
  • Schema 12-12-12: consiste nello stilare una lista con 12 cose da buttare, 12 da donare e 12 da restituire ai legittimi proprietari;
  • Tecnica delle quattro scatole: si tratta di dividere gli oggetti in 4 categorie ognuna delle quali è rappresenta da una scatola: da buttare, da donare, da tenere e da riciclare.

Tutte queste tecniche hanno in comune una cosa: servono a rendere meno spaventoso il compito di ripulire e disfarsi del superfluo. Ovviamente non esiste una regola magica che vada bene per tutti, ogni caso è a se e possono esserci infinite variabili.

Tuttavia è sempre utile suddividere un grande obiettivo in tanti piccoli step. Se decidiamo di declutterare contemporaneamente tutta la casa l’operazione potrebbe sembrarci tanto immane da indurci a desistere senza neanche averci provato. Se invece creiamo degli step tutto si semplifica.

Per esempio si potrebbe iniziare il declutterig dalla macro-categoria “abbigliamento”, per poi suddividerla in micro-categorie come: “maglie”, “pantaloni”… In questo modo ci troveremmo a dover affrontare un solo passo alla volta e tutto sembrerà più semplice. Eliminare le maglie che non ci servono più è molto meno “spaventoso” rispetto al dover eliminare tutti gli oggetti superflui della nostra casa!  

decluttering-foto-di-vanessa-rauer-unsplash

CONSIGLI PRATICI

Innanzitutto, prima di mettersi all’opera, è bene sapere che il decluttering è un lavoro che richiede tempo (probabilmente di quanto ci si aspetterebbe!) e comporta un certo coinvolgimento emotivo, soprattutto quando si tratta di liberarsi di cose che sono anche “ricordi”. Quindi è meglio iniziare quando si ne ha tempo e anche la giusta predisposizione mentale.

Il vero segreto del decluttering è l’equilibrio.

Da una parte non bisogna lasciarsi sopraffare dall’idea di star buttando soldi dalla finestra.

Liberarsi di oggetti, casomai anche nuovi e costosi, potrebbe sembrare uno spreco, ma la soluzione non è continuare ad avere la casa piena di cose che non ci servono solo perché le abbiamo pagate molto. Semmai dovremmo considerare quel denaro come un investimento che ci ha reso veramente consapevoli di quello che ci serve oppure no!

Dall’altra parte, però, non si deve neanche esagerare buttando via tutto!

E’ facile cadere nella trappola del “butto tutto” perché è vecchio e non mi piace più. La cosa più saggia è tenere, almeno per qualche tempo, almeno un paio di cose per tipologia in modo da capire con calma se possono essere sostituite, riparate o riciclate in qualche modo.

IL DECLUTTERING IN 5 PASSI

Il primo passo del decluttering è il “fuori tutto”.

Consiste nel tirare letteralmente tutto fuori dal cassetto, dall’armadio o da qualsiasi altra zona che si vuole ripulire. Gli oggetti dovranno essere disposti su una superficie (tavolo, letto, ecc.) in modo ben visibile. Questo è fondamentale per capire quante cose realmente abbiamo, poiché solo vedendo questi oggetti fuori dal loro posto abituale potremo prendere veramente coscienza della loro quantità! E’ incredibile, per esempio, come i vestiti, una volta tolti dall’armadio, non sembrino più così pochi come sembravano quando erano appesi!

Il secondo passo è pulire il “contenitore” (cassetto, armadio, ecc.) che è stato appena svuotato.

Il terzo passo consiste nel suddividere tutti gli oggetti in categorie. Le più comuni sono “da tenere” e “da togliere”. Ovviamente le categorie possono essere molte di più, dipende dalle varie esigenze.

Questa è la fase più lunga e delicata. Le cose che si decide di togliere dovrebbero essere direttamente accantonate in una busta o in uno scatolone, in modo da eliminare subito anche la confusione. Le cose da tenere, invece, sarebbe meglio averle sempre davanti agli occhi: sia per evitare doppioni, sia perché serviranno per il passo successivo.

Il quarto passo, infatti, è la riorganizzazione degli spazi. Non si tratta semplicemente di rimettere nel cassetto le magliette che sono “sopravvissute” al decluttering, si tratta invece di capire come è meglio organizzare quello spazio e se c’era qualcosa che non ha funzionato nel precedente sistema organizzativo. In caso di dubbio si dovrebbe scegliere sempre la semplicità. I social sono invasi da immagini di case con tanti bei contenitori colorati in cui riporre gli oggetti accuratamente suddivisi, ma la vita di tutti i giorni è diversa. Quindi l’organizzazione dovrebbe essere semplice e funzionale, non Instagrammabile!

Il quinto ed ultimo passo è il mantenimento.

Il decluttering è completamente inutile se ci si trova a dover rifare tutto dopo poco tempo.

Secondo Marie Kondo il decluttering è un’operazione che, nella sua accezione più radicale, andrebbe fatta una sola volta nella vita.

E’ chiaro che in questo caso si sta parlando di un mega decluttering.

Altri, di portata notevolmente più ridotta, possono essere fatti anche un paio di volte l’anno, per esempio approfittando  dei cambi di stagione. Tuttavia il vero segreto del decluttering è l’approccio mentale ed emotivo. E’ del tutto inutile liberarsi dell’eccesso per poi lanciarsi in uno shopping sfrenato solo per riempire lo spazio che si è liberato.

Lessi s more deve diventare innanzitutto una filosofia di vita.

Le superfici che non sono più coperte da oggetti non sono vuote, ma libere!

Il nostro valore non dipende dai capi firmati nel nostro armadio, ma dalle nostre qualità umane e personali.

COSA FARE CON “I RICORDI”

decluttering-foto-di-tuva-mathilde-loland-unsplash

Il decluttering è spesso accompagnato dalla brutta nomea di voler far si che le persone gettino via i propri oggetti cari.

Non è assolutamente così!

E’ normale avere in casa oggetti a cui siamo affezionati, che hanno una “storia” e suscitano in noi un forte attaccamento emotivo. Va benissimo voler conservare il primo vestitino del proprio figlio, il souvenir del viaggio di nozze o la sciarpa fatti ai ferri dalla nonna.

Però c’è da stare attenti quando questo attaccamento diventa irragionevole e fuori controllo tanto da vivere in una specie di “museo dei ricordi” dove gli oggetti veramente utili sono sepolti sotto cataste di cose che non servono ma “le conservo per ricordo”.

Un modo pratico e rispettoso di conservare questo genere di oggetti potrebbe essere quello della “scatola dei ricordi”. Così si va sia ad ovviare al problema degli armadi e dei cassetti stipati, sia a dividere questo tipo di oggetti da quelli di uso quotidiano. Avere uno spazio apposito per i ricordi fa sì che, quando ci si vorrà concedere un tuffo nel passato, sarà di più facile trovare una determinata cosa.

DECLUTTERING E POI…

Terminato il decluttering ci saranno tanti oggetti da togliere.

Queste cose andranno ulteriormente suddivise perché limitarsi a buttare tutto in blocco sarebbe una scelta poco etica e poco sostenibile.

Si tratta di capire cosa può essere donato, cosa può essere venduto e cosa debba essere effettivamente buttato.

Se non si hanno amici o parenti a cui donare le cose che abbiamo declutterato, si possono trovare facilmente associazioni benefiche che saranno molto liete di ricevere quegli oggetti!

decluttering-foto-di-lynn-greyling-pixabay

Se, invece, si vuole vendere qualcosa c’è solo l’imbarazzo della scelta! Ci sono App, mercatini e negozi fisici che aiutano a dare una seconda vita agli oggetti che a noi non servono più!

Se ti piacciono i temi del minimalismo, della crescita personale e della consapevolezza puoi leggere anche:

5 MOTIVI PER SCEGLIERE UNA CASA VACANZA

Negli ultimi anni sempre più persone decidono di trascorrere le proprie ferie in una casa vacanza invece che in hotel. Prima di vedere quali sono le principali ragioni alla base di questo trend, vediamo però cos’è esattamente una casa vacanza e quali caratteristiche ha. 

LE CARATTERITICHE DI UNA CASA VACANZA

La casa vacanza è una struttura ricettiva extra alberghiera che viene affittata ad uso turistico. L’offerta è molto variegata poiché rientrano in questa categoria appartamenti, ville, case rurali e abitazioni tipiche di uno specifico luogo, come per esempio le baite o i trulli.

foto-di-roberto-barresi-pixabay

Spesso le case vacanza vengono confuse con altre tipologie di strutture extra-alberghiere come i bed and breakfast e gli affittacamere.

Il bed and breakfast è una formula ricettiva generalmente praticata dalle famiglie che hanno una o più stanze libere da affittare, con o senza bagno privato, e include il pernottamento e la prima colazione. L’affittacamere è praticamente la stessa cosa del bed and breakfast, ma prevede una gestione imprenditoriale e non familiare. Le differenze tra i due tipi di struttura sono perlopiù fiscali.

Quindi sia nel bed and breakfast che nell’affittacamere l’ospite ha a sua disposizione una sola camera (eventualmente con bagno privato), mentre nella casa vacanza può usufruire di un’intera abitazione, completamente arredata, con bagno e cucina a suo uso esclusivo.

PERCHE’ SCEGLIERE UNA CASA VACANZA

Analizziamo ora i 5 motivi principali per scegliere di trascorrere le proprie ferie in una casa vacanza.

RISPARMIO

Molto spesso le tariffe delle case vacanza sono più basse rispetto a quelle di hotel, bed and breakfast e affittacamere. Il risparmio è notevole soprattutto per chi viaggia con tutta la famiglia o comunque in gruppo. In un certo senso si potrebbe dire che scegliere una casa vacanza non significa solo risparmiare, ma anche fare un “investimento” per il futuro, infatti quello che resta nel “salvadanaio” si può sempre investire in una seconda vacanza in un altro periodo dell’anno.

casa-vacanza-risparmio-foto-di-philippe-ramakers-pixabay

NESSUN VINCOLO DI ORARIO

A differenza degli hotel, la casa vacanza consente di organizzare le proprie giornate di ferie in totale autonomia. Non ci sono orari per i pasti, né orari di rientro per la sera. Potrai muoverti in completa libertà.

MANGIARE QUELLO CHE VUOI E QUANDO VUOI

A differenza di altre strutture ricettive, nella casa vacanza non è prevista la somministrazione di nessun pasto (neanche della colazione!), tuttavia avrai a disposizione un’intera cucina e questo ti permetterà di preparare quello che preferisci, quando preferisci. Potrai gustare piatti nuovi preparati con i prodotti tipici acquistati in loco, senza per questo rinunciare alla salute, alla linea ed alle tue abitudini alimentari.

foto-di-congerdesign-pixabay

NESSUN DRESS CODE

Quando si soggiorna in hotel, inevitabilmente capita di sentirsi quasi obbligati a “vestirsi bene” per la cena oppure a rispettare un vero e proprio dress code per un particolare evento organizzato nella struttura. Se, invece, soggiorni in una casa vacanza potrai comodamente cenare in pigiama… una cosa particolarmente apprezzabile dopo una giornata passata a fare trekking, a sciare oppure in giro per musei.

UNA CASA VACANZA PER STARE IN FAMIGLIA O CON GLI AMICI

Sono sempre le piccole cose a rendere speciale una vacanza!

Bere una tazza di thè davanti al camino acceso, vedere un film tutti insieme sul divano, fare una lauta merenda in cucina oppure organizzare una partita a carte.

Tutte cose che in una casa vacanza si possono fare in qualsiasi momento!

Avere a disposizione un’intera casa, infatti, ti permetterà di stare con la famiglia o con gli amici e di trascorrere insieme tutta la giornata. È un modo per fare gruppo, rafforzare i legami e condividere del tempo di qualità, senza però rinunciare al confort ed alla propria privacy.

Leggi anche: IL TURISMO LENTO VS IL TURISMO DI MASSA

GUIDA ALLA GALLERIA DEGLI UFFIZI

Consigli ed informazioni utili per organizzare la tua visita alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

Gli Uffizi fanno parte del complesso museale denominato “Gallerie degli Uffizi” che comprende, oltre alla Galleria, anche il Corridoio Vasariano, le collezioni di Palazzo Pitti ed il Giardino di Boboli. Questi siti, insieme, costituiscono uno dei più importanti musei del mondo.

In questo tempio dell’arte è possibile ammirare opere di Giotto, Leonardo, Botticelli, Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Dürer e Rubens, solo per citarne alcuni. Proprio a causa dell’abbondanza di opere di ineguagliabile bellezza è facile sentirsi un po’ smarriti e non sapere esattamente da dove iniziare per organizzare al meglio la propria visita agli Uffizi. Ecco perché ho pensato di creare una guida con le informazioni di base per orientarsi nella Galleria e non perdere nessuna delle principali opere esposte.

galleria-degli-uffizi-foto-di-matt-twyman-unsplash

LA NASCITA DELLA GALLERIA DEGLI UFFIZI

Prima di partire alla scoperta delle opere d’arte esposte agli Uffizi, però, non si può non parlare delle origini dell’edificio che le custodisce, essendo esso stesso una pregevole opera architettonica.

Nel 1560 il duca Cosimo I de’ Medici volle riunire in un unico edificio le più importanti magistrature fiorentine (dette uffici). In questo modo, infatti, il vecchio Palazzo della Signoria sarebbe stato affiancato da una nuova sede governativa, consona alla potenza politica e militare di Firenze. Il luogo scelto per la costruzione dell’edificio fu un lembo di terra posto tra Piazza della Signoria ed il lungarno, nel quartiere popolare della Baldracca.

I lavori furono affidati a Giorgio Vasari ed il progetto prevedeva un edificio a forma di “U”, costituito da un braccio lungo a levante, da incorporarsi con l’antica chiesa di San Pier Scheraggio, da un tratto breve affacciato sul fiume Arno e da un braccio corto a ponente, inglobando la Zecca Vecchia.

Nel 1565 venne aggiunto un nuovo elemento alla struttura iniziale. Il duca, infatti, in occasione del il matrimonio del figlio Francesco con Giovanna d’Austria, ordinò di creare una via soprelevata e segreta tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti, la nuova residenza dei Medici. Nacque così il celebre Corridoio Vasariano.

L’opera iniziata da Cosimo I e Giorgio Vasari fu completata, però, dai loro successori: Francesco I e Bernardo Buontalenti.

Con il tempo l’edificio si arricchì di una serie di dipinti a grottesche, il nuovo duca fece allestire nella Loggia al secondo piano quello che si sarebbe rivelato come il nucleo iniziale della collezione della Galleria, mentre il Buontalenti creò la Sala della Tribuna ispirandosi alla Torre dei Venti di Atene descritta da Vitruvio nel primo libro dell’Achitettura.

Nel 1737 l’ultima discendente dei Medici, Anna Mara Luisa, affidò la Galleria ai Lorena imponendo, però, che le magnifiche collezioni d’arte restassero per sempre a Firenze con lo status di “beni inalienabili”.

PERCOSI DI VISITA

Al piano terra della Galleria troverai la biglietteria, gli ingressi e servizi vari come la caffetteria ed il guardaroba, salendo il cosiddetto “scalone granducale” arriverai al secondo piano, ovvero il punto di partenza della tua visita.

I percorsi suggeriti sono essenzialmente 2: quello veloce (che dura circa un’ora e mezza) e quello classico (della durata superiore alle 2 ore). Io ti suggerisco il percorso classico, che è anche quello che seguiremo idealmente in questo articolo.

Comunque, in breve, il percorso veloce riguarda il secondo piano del museo e consente di scoprire tutti i massimi capolavori del Rinascimento che hanno reso celebre la Galleria degli Uffizi nel mondo. In questo caso l’uscita è tramite lo “scalone dei Lanzi” che, una volta percorso, non dà più la possibilità di accedere ai servizi guardaroba ed audioguide.

Invece il percorso classico si snoda tra il secondo ed il primo piano, al quale si scende tramite lo scalone Buontalenti, e consente di ammirare anche le opere del Rinascimento veneto (Tiziano e Giorgione), del Cinquecento, della Controriforma, di Caravaggio e Rembrandt.

VISITARE LA GALLERIA DEGLI UFFIZI: IL SECONDO PIANO

Le prime sale del secondo piano sono dedicate alle opere del Duecento e Trecento.

Potrai ammirare la Madonna Rucellai di Duccio Boninsegna, la Maestà di Santa Trinità di Cimabue e la Madonna di Ognissanti di Giotto. Queste opere colpiscono per la loro regale bellezza, per l’uso dei colori e per la capacità di comunicare un’idea di cambiamento. Infatti, anche senza essere dei grandi esperti di arte, è facile notare in loro il seme di quello che poi sarebbe diventato il Rinascimento!

Seguono le sale dedicate alla pittura del primo Rinascimento, dagli anni venti del Quattrocento alla metà del secolo. In questo gruppo di opere spiccano quelle di Masaccio, di Paolo Uccello e di Beato Angelico. Segue poi Filippo Lippi, sviluppatore delle proposte di Masaccio e traghettatore dell’arte fiorentina verso il cosiddetto “primato del disegno”. Qui si trova anche lo straordinario Doppio ritratto dei duchi d’Urbino di Piero della Francesca, una delle opere più iconiche dell’estetica rinascimentale.

Da qui è tutto un susseguirsi di impareggiabile bellezza.

Innanzitutto ci sono le sale dedicate Sandro Botticelli con capolavori come la Primavera e la celeberrima Nascita di Venere, ma anche la commovente Pallade e il Centauro, un’allegoria dell’animo umano diviso tra ragione ed impulsività, ma sempre guidato dalla sapienza divina.

Dopo la sala delle carte geografiche e lo Stanzino delle Matematiche c’è la Tribuna, una saletta ottagonale che rappresenta la parte più antica della galleria. Venne commissionata da Francesco I per sistemarvi tutti i pezzi più preziosi delle collezioni medicee. Divenne molto popolare ai tempi del Grand tour e pare che fu un’ispirazione per le Wunderkammer (camere delle meraviglie) di numerosi nobili europei.

Seguono le sale dedicate al Rinascimento fuori dai confini di Firenze con opere, tra gli altri, di Mantegna, Bellini ed Antonello da Messina.

Il tour delle sale del secondo piano termina con il Secondo Rinascimento. Qui troviamo Leonardo, Michelangelo, Raffaello e Durer.

Innanzitutto sono esposte le opere che documentano gli esordi artistici di Leonardo da Vinci, partendo dal Battesimo di Cristo, opera del suo maestro Verrocchio nella quale il giovane Leonardo dipinse la testa dell’angelo di sinistra. Un’altra opera giovanile è l’Annunciazione. Mentre L’Adorazione dei Magi, rimasta incompiuta, trasmette il senso innovatore del genio di Leonardo, con una composizione originalissima incentrata sulla Madonna e il Bambino in un rutilante scenario di numerose figure in movimento.

Nelle sale successive si può ammirare il capolavoro di Michelangelo noto come il Tondo Doni, una sacra famiglia conservata nella sua cornice originale, probabilmente disegnata dallo stesso Michelangelo. Quest’opera è tra le più emblematiche del Cinquecento e di grande importanza nella storia dell’arte poiché pone le basi per il Manierismo.

Tra le opere di Raffaello spiccano, invece, il Ritratto di Elisabetta Gonzaga (duchessa di Urbino), la magnifica Madonna col Bambino e San Giovannino detta “Madonna del Cardellino” ed i Ritratti di Agnolo e Maddalena Doni. Agnolo, lo stesso che commissionò a Michelangelo il Tondo Doni, era un ricco mercante di stoffe, esponente di spicco dell’alta borghesia fiorentina, sposato con l’aristocratica Maddalena Strozzi.

I ritratti dei coniugi Doni formavano un dittico tenuto insieme da una “incorniciatura a sportello” che permetteva la visione di entrambi i versi delle due tele. Infatti sul retro di quella raffigurante Agnolo c’è il Diluvio degli Dei, mentre sul retro di quello raffigurante Maddalena c’è rinascita dell’umanità grazie a Deucalione e Pirra. Si tratta di scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio attribuite ad un collaboratore del giovane Raffaello.

VISITARE LA GALLERIA DEGLI UFFIZI: IL PRIMO PIANO

Tornando indietro, tra le sale dedicate a Leonardo e Michelangelo, si trova lo scalone Buontalenti che conduce alle sale del primo piano. Qui si possono ammirare, tra le altre, le opere del Correggio, del Parmigianino e del Bronzino. Seguono poi le sale dedicate a Tiziano con Flora e la splendida Venere di Ubino, una delle opere più celebri del pittore. In questa tela Tiziano conferma il suo straordinario talento nel conferire intensità e carattere ai personaggi, nonché una sapienza ineguagliabile nel restituire la morbidezza degli incarnati e le qualità dei materiali.

Successivamente si trovano le intense rappresentazioni di Giuditta decapita Oloferne e S. Maria Maddalena, entrambe di Artemisia Gentileschi.

È poi la volta delle opere di uno degli artisti italiani più tormentati ed iconici, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. In particolare si possono ammirare lo Scudo con testa di Medusa, Il sacrificio di Isacco e Bacco.

La visita alla Galleria termina con alcune sale dedicate ad artisti stranieri come Rembrandt, Rubens e Van Dick. Una delle mie opere preferite si trova, invece, nella sala chiamata “Lume di Notte”, si tratta dell’​​​​​​​Adorazione del Bambino di Gerrit van Honthorst, noto in Italia come Gherardo delle Notti.

galleria-degli-uffizi-foto-di-viaggiastorie

L’artista conobbe Caravaggio a Roma, nei primi anni del Seicento, e ne rimase fortemente influenzato. In quest’opera, l’uso magistrale del colore, fa sì che il Bambino emani una luce divina capace di rendere tutto dolce e soffuso, accarezzando in particolare il volto della Vergine. San Giuseppe si appoggia al suo bastone contemplando il Bambino con un’espressione mista di amore e gioia. Lo sguardo dei due angioletti è colmo di umanissima commozione, i loro sorrisi sono spontanei come quelli di bambini ritratti dal vero.

Leggi anche: 5 SEGRETI DI FIRENZE

IL CARNEVALE NEL MONDO

Con il Carnevale le strade di tutto il mondo si animano di maschere, sfilate di carri allegorici, musica e danza, in un generale clima di allegria e spensieratezza.

Dunque quale occasione può essere migliore per divertirsi e viaggiare alla scoperta di antiche tradizioni?

Facciamo, quindi, un giro per il mondo alla scoperta delle più belle feste di Carnevale.

LE ORIGINI DEL CARNEVALE

Il Carnevale ha origini molto antiche e vanta come antenati le dionisiache greche ed i saturnali romani. Tutte queste feste, infatti, hanno in comune un temporaneo abbandono delle normali convenzioni sociali a favore di scherzi e divertimenti vari.

Secondo l’interpretazione più accreditata la parola “Carnevale” deriverebbe dal latino carnem levare (cioè “eliminare la carne”) ed indicherebbe il banchetto che si teneva il Martedì Grasso – l’ultimo giorno di Carnevale -, subito prima del Mercoledì delle Ceneri e dell’inizio della Quaresima.

IL CARNEVALE NEL MONDO: RIO DE JANEIRO

carnevale-foto-di- 489327-pixabay

Per chi ama il Carnevale quello carioca è “il Carnevale” per antonomasia.

Le sue origini risalgono agli anni trenta del XIX secolo, quando la borghesia cittadina importò dall’Europa la moda di tenere balli e feste mascherate, molto in voga in Italia ed in Francia. Sul finire del secolo nei vari blocos (quartieri) della città si diffuse l’uso di sfilare per le strade con costumi a tema, suonando e ballando.

Oggi i blocos sono parte integrante della festa a Rio: vi sono più di 100 gruppi con usi e tradizioni diversi, e ogni anno il numero cresce.

Il Carnevale di Rio de Janeiro è noto soprattutto per le sfarzose parate, organizzate dalle principali scuole di samba della città, che si tengono nel Sambodromo e rappresentano una delle principali attrattive turistiche del Brasile.

NEW ORLEANS

Il Carnevale di New Orleans è noto anche come Mardi Gras (martedì grasso) e, più che una singola festa, appare come una vera e propria “stagione” che inizia dopo l’Epifania e culmina nelle due settimane che precedono il Mardi Gras.

In passato il Carnevale faceva parte della stagione mondana invernale ed era un tempo dedicato ai ricevimenti per il debutto in società delle giovani donne.

Tempo permettendo, si svolge una grande parata ogni giorno, ma le più grandi e complesse si svolgono gli ultimi cinque giorni della stagione.  Mentre nella settimana finale del Carnevale è tutto un susseguirsi di eventi grandi e piccoli, sia a New Orleans che nelle comunità circostanti.

Le sfilate di New Orleans sono organizzate dai Carnival krewe e coloro che sfilano in corteo lanciano sulla folla dei coriandoli a forma di banconote da un dollaro. Le grandi parate si svolgono nelle zone dei quartieri alti e Mid-City e seguono un percorso lungo San Charles Avenue e Canal Street, a monte del quartiere francese.

TENERIFE

Tenerife è la più grande delle Isole Canarie – che si trovano nell’Oceano Atlantico è fanno parte della Spagna. Qui il Carnevale di Santa Cruz è considerata la festa più importante dell’anno, capace di attirare più di mezzo milione di persone, tanto che molti ritengono queste celebrazioni le più imponenti al mondo dopo quelle di Rio.

I festeggiamenti, che durano circa due settimane, culminano con il corteo del Martedì Grasso. È tutto un tripudio di musica, colori e divertimento, grazie soprattutto agli spettacoli di teatro di strada che coinvolgono oltre 100 gruppi folkloristici.

COLONIA

Il Carnevale di Colonia, noto anche come “quinta stagione”, inizia tradizionalmente l’11 novembre alle 11:11. Lo spirito carnevalesco viene poi temporaneamente sospeso durante l’Avvento ed il periodo natalizio, per poi riprendere dopo l’Epifania.

Il Carnevale vero e proprio dura circa una settimana, tra il giovedì grasso (Weiberfastnacht) ed il mercoledì delle ceneri (Aschermittwoch), ed è chiamato anche “giorni dei pazzi”. Il clou del carnevale è il lunedì delle rose (Rosenmontag), due giorni prima del mercoledì delle ceneri. Durante tutti questi giorni si respira aria di festa e la gente di Colonia esce mascherata.

Ogni anno tre persone il vengono scelte per interpretare i ruoli del principe, della fanciulla e del contadino. Il principe, chiamato anche Sua follia, è il personaggio più importante. Incarna lo spirito del Carnevale ed il suo carro allegorico è l’ultimo nella grande parata del lunedì delle rose.

La fanciulla, chiamata anche Sua amorosità, simboleggia la madre Colonia ed è tradizionalmente interpretata da un uomo che indossa una corona turrita per rappresentare l’imprendibilità della città. Il suo abito ricorda l’imperatrice romana Agrippina, moglie dell’imperatore Claudio e nativa di Colonia.

Infine il contadino porta il titolo di Sua altezza e rappresenta l’audacia della vecchia città imperiale di Colonia.

IL CARNEVALE DI VENEZIA

carnevale-foto-di-ingeborg-gärtner-grein-pixabay

È uno dei carnevali più antichi e conosciuti al mondo.

La prima testimonianza in cui si usa proprio il vocabolo “Carnevale” risale, addirittura, ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094. La sua istituzione è legata alla necessità della Serenissima di concedere alla popolazione un periodo di svago e divertimento, proprio come avveniva nell’antica Roma con i famosi panem et circenses. Maschere e costumi garantivano l’anonimato e livellavano le divisioni sociali, mentre era autorizzata persino la pubblica derisione delle autorità e dell’aristocrazia. Tutto questo serviva a dare sfogo alle tensioni ed ai malumori che si creavano all’interno della Repubblica, facilitando il mantenimento dell’ordine durante il resto dell’anno.

Con il tempo a Venezia nacque e si sviluppò gradualmente un vero e proprio settore dedicato alla realizzazione ed al commercio di maschere e costumi completamente fatti a mano, con tecniche molto raffinate, che ancora oggi è molto diffuso e fiorente.

Durante il periodo Napoleonico ed il dominio austriaco il Carnevale venne sospeso.

Nel 1979, dopo quasi due secoli, la secolare tradizione veneziana ritornò al suo antico splendore, soprattutto grazie all’impegno di alcune associazioni di cittadini ed al contributo del Comune, del Teatro la Fenice, della Biennale di Venezia e degli enti turistici.

Leggi anche: IL CAPODANNO NEL MONDO

L’ABBAZIA DI CASAMARI

L’abbazia di Casamari si trova nel comune di Veroli, in provincia di Frosinone, ed è uno dei più importanti esempi di architettura gotica cistercense in Italia.

Il nome Casamari deriva dal latino e significa “Casa di Mario”. Il riferimento è a Gaio Mario, celebre condottiero e console romano il cui nome è ricordato anche dalla strada lungo la quale sorge l’abbazia: via Mària, appunto!

CASAMARI: UN PO’ DI STORIA

L’abbazia venne edificata sulle rovine di un antico municipio romano chiamato Cereatae e dedicato alla dea Cerere. Con la decadenza di Roma e le successive invasioni barbariche anche Cereatae cadde in stato di abbandono, fino a quando i monaci benedettini, nell’XI secolo, vi si stabilirono e fondarono l’abbazia.

Dal tempo della sua fondazione ad oggi, l’abbazia ha vissuto vicende alterne.

Ai Benedettini seguirono i Cistercensi e poi i Trappisti, mentre periodi di splendore e declino si susseguirono nel corso dei secoli.

L’abbazia di Casamari ha una ricca e prestigiosa biblioteca alla cui realizzazione contribuirono tanto i Benedettini quanto i Cistercensi. Tuttavia fu proprio l’arrivo dei Trappisti, nel 1717, che segnò la rifioritura della biblioteca e, più in generale, della vita culturale nell’abbazia.

Seguendo le orme degli antichi amanuensi medievali, i monaci Trappisti copiarono molti libri liturgici e compilarono interessanti cronache del monastero del ‘700 e dell”800, molte delle quali conservate nell’archivio.

Attualmente i circa 70.000 libri conservati a Casamari sono sistemati nell’antico refettorio dei fratelli conversi, un’enorme salone lungo 25 metri, largo 10 e alto 30, e nei locali un tempo occupati dal molino e dal frantoio.

ARCHITETTURA

Dal punto di vista architettonico l’abbazia di Casamari ricorda i monasteri francesi, ispirandosi ai canoni della semplicità e funzionalità, propri dell’ordine dei Cistercensi. L’intero complesso appare magnificamente austero e, proprio grazie alla pietra chiara e spoglia che riveste l’interno, è in grado di generare un senso di pace e perfezione.

L’abbazia è a tre navate, con abside e transetto, interamente costruita in pietra lavorata, senza stucchi decorativi né opere pittoriche che possano distogliere l’animo dei fedeli dalla contemplazione del divino.

Infine tutto è perfettamente illuminato dalla luce del sole che filtra attraverso le vetrate di alabastro.

LE ATTIVITA’ DELL’ABBAZIA

La comunità di monaci che ancora oggi vive nell’abbazia si occupa di varie attività tra cui: l’insegnamento – presso l’Istituto San Bernardo, fondato nel 1898 internamente all’abbazia -, il restauro di antichi manoscritti, la gestione della biblioteca, del museo, della farmacia e della liquoreria.

Queste ultime devono la loro origine all’uso, presso i Cistercensi, di preparare erbe e pozioni a scopo terapeutico da usare tra gli stessi monaci, ma anche per i pellegrini e per quanti altri bussassero alla porta del monastero.

La farmacia di Casamari risale al 1760 ed è composta da un hortus botanicus e da un armarium pigmentariorum. La liquoreria, invece, è stata ideata fra il ‘700 e l’800.

Il museo, infine, si trova nella parte opposta alla chiesa partendo dal chiostro. Tra i reperti ospitati nelle sue sale duecentesche spicca una zanna di  Mammuthus meridionalis (sorta di mammuth nano presente in Italia durante l’era glaciale), oltre ad alcuni reperti di epoca romana.

L’abbazia offre ospitalità ai pellegrini di passaggio sul Cammino di San Benedetto e sulla Via Francigena.

CASERTA: COSA VISITARE OLTRE LA REGGIA

Caserta è famosa in tutto il mondo per la sua splendida Reggia, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. E’ innegabile, dunque, che molte persone vadano a Caserta solo per visitare il capolavoro di Vanvitelli, con i suoi sontuosi Appartamenti Reali ed i suoi scenografici giardini. Quello che molti non sanno, però, è che la città vanta anche altri 2 siti facenti parte dei patrimoni Unesco, oltre che un bellissimo borgo medievale.

Questa, quindi, è una breve guida per scoprire cosa visitare a Caserta oltre la Reggia!

CASERTA: IL BELVEDERE DI SAN LEUCIO

Si tratta di un complesso monumentale, patrimonio Unesco, situato a poca distanza dalla Reggia di Caserta (in linea d’aria è proprio sopra l’ultima fontana monumentale!).

Il Belvedere di San Leucio è un interessante esempio di archeologia industriale, frutto dell’utopica idea di Re Ferdinando di dar vita ad una comunità autonoma, chiamata appunto Ferdinandopoli, con tanto di statuto e leggi speciali.

All’interno del complesso monumentale si trovano, oltre ai telai restaurati ed ancora funzionanti, strumenti ed attrezzi per la lavorazione della seta ed una ruota idraulica per i torcitoi della stoffa.

A poca distanza c’è il Museo della Seta che espone i tessuti tanto apprezzati da nobili e reali di qualche secolo fa.

Oltre agli antichi telai ed agli appartamenti reali, si può visitare anche il Casino Reale del Belvedere, la cui costruzione si deve a Ferdinando II.

Per informazioni sugli orari di apertura e sui biglietti puoi visitare il sito belvederesanleucio.it

L’ACQUEDOTTO CAROLINO

Con questo sito terminano i patrimoni Unesco di Caserta.

L’acquedotto Carolino – noto anche come acquedotto di Vanvitelli – nacque per alimentare sia il complesso di San Leucio che per fornire acqua alla Reggia di Caserta ed alle sue splendide fontane. L’acqua proviene dalle sorgenti del Fizzo, alle falde del monte Taburno,  nel territorio di Airola (BN), e viene trasporta lungo un percorso di circa 38 chilometri, per lo più interrato.

L’opera, alla quale hanno contribuito i più eminenti studiosi e matematici del Regno di Napoli, ha richiesto 16 anni di lavori, destando l’attenzione di tutta l’Europa, tanto da essere riconosciuta come una delle opere di maggiore interesse architettonico ed ingegneristico del XVIII secolo.

caserta-acquedotto-carolino-foto-di-pubblico-dominio-wikipedia

IL DUOMO DI CASERTA

Il Duomo di Caserta, noto anche come Cattedrale di San Michele Arcangelo, vanta un a storia piuttosto travagliata.

Nel 1783 un incendio distrusse la chiesa parrocchiale casertana, dedicata a san Sebastiano. Da quel momento la celebrazione delle funzioni religiose fu trasferito nella chiesetta quattrocentesca della Madonna Annunziata. Tuttavia la chiesa era di piccole dimensioni e non adatta alle esigenze di culto dell’intera città. Fu così che l’architetto di corte Giovanni Patturelli fu incaricato di redigere un progetto di ampliamento della chiesa della Madonna Annunziata.

Il primo progetto redatto da Patturelli non piacque ai committenti e così si susseguirono numerosi altri progetti.

I moti rivoluzionari del 1820-21 bloccarono, però, ogni iniziativa.

Nel 1822 Ferdinando I, riprendendo in mano la vicenda, decise che la nuova chiesa cattedrale dovesse sorgere nel luogo della chiesetta della Madonna Annunziata, che andava pertanto demolita, e che il progetto del Patturelli sarebbe stato rivisto dall’architetto Pietro Bianchi.

Il 30 maggio 1822 fu posta la prima pietra di questo progetto e nell’aprile del 1832 la chiesa, completata nelle sole tre navate, fu aperta al culto.

Tuttavia la chiesa non piacque ai cittadini ed i due architetti finirono per incolparsi a vicenda.

Infine, nel 1837, la direzione dei lavori passò nelle mani all’architetto Pietro Valente, direttore del Regio Istituto di Belle Arti.

Nel febbraio 1842, alla presenza del re Ferdinando II e della consorte Maria Teresa, la nuova cattedrale venne inaugurata sotto il nuovo titolo di San Michele Arcangelo.

Durante il secondo conflitto mondiale la chiesa fu bombardata e riportò notevoli danni.

I lavori di restauro, iniziati negli anni 60, sono terminati nel 2014.

CASERTAVECCHIA

Casertavecchia è un borgo che dista circa 10 km dal centro di Caserta di cui, durante il Medio Evo, fu il principale nucleo urbano.

Le sue origini sono incerte. Sappiamo che fu un dominio longobardo e che diede rifugio alle popolazioni costiere che fuggivano dalle incursioni saracene.

Nel 1062 ebbe inizio la dominazione normanna che portò il paese al massimo livello di splendore con la costruzione dell’attuale duomo, consacrato al culto di San Michele Arcangelo.

Con l’avvento dei Borbone e la costruzione della Reggia, Caserta diventa il nuovo centro di ogni attività a scapito di Casertavecchia.

Oggi Casertavecchia è tornata a vivere grazie al turismo culturale ed alle numerose manifestazioni folkloristiche.

GRAZIE A SIAMOSEMPREINGIRO PER IL CONTRIBUTO FOTOGRAFICO!

Leggi anche: LA REGGIA DI CASERTA

DOVE DORMIRE A PRAGA

Una guida pratica, con consigli sui migliori quartieri, per organizzare il tuo prossimo viaggio a PragaDI SILVIA FAENZA.

Decidere dove alloggiare durante un viaggio potrebbe non essere importante in alcune circostanze, ma in città come Praga può fare davvero la differenza. In questa guida parleremo proprio di dove dormire a Praga (qui puoi scoprire anche quali sono i migliori alberghi Praga) per godersi al massimo questa splendida città.

Praga è una città in cui le cose da vedere sono tantissime, e pochi giorni in questa città potrebbero non essere sufficienti a visitarle tutte. La situazione si complica, poi, se si sceglie di dormire in luoghi distanti dal centro e dalle attrazioni. Infatti, la scelta dell’alloggio può far perdere ai viaggiatori ore che potrebbero essere meglio spese a causa dei trasporti necessari per raggiungere i punti più imperdibili della città.

Uno dei vantaggi della capitale della Repubblica Ceca è che è tra le capitali europee più economiche, ed è possibile, quindi, trovare alloggi economici anche in centro, se si sa come cercare.

In questa guida vedremo quali sono i punti migliori in cui alloggiare in base al quartiere di Praga scelto e alla tipologia di alloggio che si sta cercando. Iniziamo subito.

Dove dormire a Praga: Centro storico o Staré Město

praga-foto-di-unsplash

Questa è la parte più antica di Praga, una zona famosa e caratterizzata dalla presenza del famoso Orologio Astronomico oltre a tre chiese estremamente famose, la chiesa di San Nicola, la chiesa di Nostra Signora di Týn e la chiesa di San Castulo. Sempre qui si trova anche il memoriale di Jan Hus. Insomma, il centro storico è la parte più affascinante e ricercata della città.

Qui gli hotel abbondano, naturalmente, essendo una zona ricca di attrazioni turistiche, con prezzi a notte medi che vanno dai €150 ma che possono anche arrivare a €500 a notte.

Qui si trova anche l’EA Hotel Royal Esprit, situato a 300 metri circa dalla Piazza della Città Vecchia e dall’Orologio Astronomico, con un prezzo medio che durante la bassa stagione arriva anche a circa €80 a notte.

Dove dormire a Malá Strana

praga-foto-di-unsplash

Il quartiere di Malá Strana, anche detto Piccolo Quartiere, è una zona tradizionale di Praga, ricca di hotel e di attrazioni turistiche davvero interessanti. Qui, ad esempio, si trova la sua “ mini Torre Eiffel ” – la Torre Petřín sulla collina di Petrin, in cui i viaggiatori possono salire per godere di uno dei panorami più mozzafiato della città.

Qui si trovano anche il Castello di Praga, il Ponte Carlo, il muro di John e ospita la strada più stretta di Praga.

In questo quartiere i prezzi degli hotel a notte non sono molto diversi da quelli del Centro Storico che abbiamo appena visto, ma si possono trovare anche comodi ostelli come il Charles Bridge Economic Hostel.

In questo ostello si può scegliere di alloggiare in letti singoli nel dormitorio o prenotare stanze private. Situato a 150 dal Ponte San Carlo, i letti singoli partono da poco più di €15 a notte mentre le camere private costano circa €50 a notte nei periodi di media e bassa stagione.

Dove dormire a Praga: Città Nuova o Nové Město

praga-foto-di-unsplash

Il quartiere di Nové Město, o Città Nuova, si sviluppa attorno a piazza San Venceslao, una zona vibrante e ricca di hotel, ristoranti e bar.

Rispetto ad altri quartieri, questo è tra i più giovani, ma è anche il punto di partenza ideale per esplorare la città. Gli edifici sono moderni, nuovi, e non è raro incrociare qualche scultura o opera di arte contemporanea.

Qui si spazia da boutique hotel di lusso a modesti ostelli, ma uno dei più apprezzati è l’Ostello Marrakech, a soli 200 metri da Florenc.

I dormitori sono piuttosto semplici, ma non sono previsti particolari costi extra. Ma è proprio il prezzo il suo pezzo forte. Infatti, per un letto in dormitorio il prezzo medio è di €13/€16 a notte mentre per una camera privata per due il costo è di €40.

Dove alloggiare a Vinohrady e a Vršovice

I quartieri di Vinohrady e di Vršovice sono davvero particolari, caratterizzati da edifici Art déco color pastello, ristoranti etnici, caffè alla moda, ma anche ristoranti innovativi, concept store e dance club. Insomma, i quartieri ideali per giovani che vogliono divertirsi e fare nuove amicizie.

Vinohrady è proprio accanto alla Città Nuova e la stazione ferroviaria principale è situata tra i due quartieri.

Invece, Vršovice è il quartiere più movimentato di Praga secondo il Lonely Planet. Gli hotel qui sono moderni e giovanili, con prezzi medi che vanno dai €150 a notte. Ma qui ci sono anche numerose opzioni economiche come gli ostelli.

Tra i più economici c’è l’Ostello Czech Inn che regala un cocktail di benvenuto ai suoi ospiti. Situato vicino alla stazione del tram Krymská, il costo medio per dormitori va dai €10 ai €22 a notte, mentre le camere doppie private costano in media €60 a notte.

Dove dormire a Holešovice

Concludiamo la guida con il piccolo quartiere di Holešovice, da alcuni considerato uno dei quartieri più cool di Praga.

Tra i punti più interessanti situati in questo quartiere c’è il Letna Park, un parco perfetto per ammirare il tramonto sulla città.

Qui ci sono diverse soluzioni per dormire, come l’ostello Sir Toby con letti in dormitorio a partire da €11 a notte e €60 per camere private doppie.

Leggi anche:

UN GIORNO A SIENA – COSA VISITARE

Siena è un luogo ricco di arte e storia, tanto da essere una delle città più amate e visitate della Toscana.

Un giorno non basta per scoprire le mille sfumature di Siena, ne tanto meno per visitarne tutti i tesori. Tuttavia, con un po’ di organizzazione, in una giornata potrai riuscire a vedere i luoghi simbolo della città, il cui fascino ti farà ripartire con la voglia di tornare il prima possibile.

Ecco dunque cosa visitare a Siena in un giorno.

SIENA: PIAZZA DEL CAMPO

siena-foto-di-reiner-pixabay

Piazza del Campo è il teatro dell’evento che ha contribuito a rendere Siena famosa in tutto il mondo: il Palio, che si svolge ogni 2 Luglio e 16 Agosto. La Piazza, grazie alla sua particolare forma a conchiglia ed al tipico color mattone, dato dalla pavimentazione e dal rivestimento dei palazzi circostanti, è davvero unica ed inconfondibile.

La piazza è decorata dalla Fonte Gaia, la più grande fontana cittadina. Quella che vediamo oggi è una copia dell’opera di Jacopo della Quercia realizzata in marmo di Carrara, molto più resistente dell’originale fatta di marmo della Montagnola Senese.

Tra gli edifici che si affacciano sulla Piazza ci sono la Torre del Mangia ed il Palazzo Comunale che ospita il Museo Civico. Tra i capolavori esposti nel museo spiccano la bellissima Maestà di Simone Martini ed il Buono e Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti.

LA TORRE DEL MANGIA

Restando in Piazza del Campo si può visitare la Torre del  Mangia. La torre civica, alta 87 metri, offre uno dei panorami più belli della città. La salita è un po’ faticosa (oltre 400 scalini!), ma la vista in cima è a dir poco spettacolare!

PIAZZA DEL DUOMO

Prosegui la visita della città spostandoti verso Piazza del Duomo. Qui potrai ammirare alcuni tra i luoghi più belli di Siena, che vale davvero la pena di vedere: il Duomo, la Cripta e la Libreria Piccolomini.

IL DUOMO DI SIENA

siena-foto-di-stefan-schweihofer-pixabay

Il Duomo di Siena, noto anche come Cattedrale di Santa Maria Assunta, è uno degli esempi più notevoli di stile romanico-gotico italiano. Alla sua realizzazione hanno partecipato artisti come Donatello, Nicola Pisano, Michelangelo e Pinturicchio.

Sia l’interno che l’esterno di questo imponente edificio sono decorati con marmo bianco e verde scuro, quasi nero, ovvero i colori rappresentativi di Siena.

Una delle cose più belle della Cattedrale è il suo pavimento: 56 riquadri che rappresentano altrettante scene incise ed intagliate nel marmo. I mosaici più preziosi sono coperti per la maggior parte dell’anno per preservarli dall’usura. Tuttavia, trovandoti a Siena in occasione del Palio o tra la fine di agosto ed ottobre, avrai la possibilità di vedere il pavimento interamente svelato.

LA CRIPTA

Si trova sotto il Duomo e conserva degli straordinari affreschi di scuola senese risalenti al XIII secolo che rappresentano scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento.

LA LIBRERIA PICCOLOMINI

siena-foto-di-stefan-schweihofer-pixabay

E’ un piccolo gioiello da visitare assolutamente. La libreria è dedicata a Papa Pio II e ciò che colpisce di più è la ricchezza dei suoi affreschi realizzati, all’inizio del 1500, da Pinturicchio e dai suoi allievi, tra i quali Raffaello Sanzio.

Sulle pareti sono rappresentate scene della vita del pontefice, mentre il soffitto è letteralmente splendente per  l’abbondante uso del color oro.

IL BATTISTERO DI SIENA

Il Battistero, intitolato a San Giovanni, è stato costruito nel 1300, in occasione dell’ampliamento del Duomo. L’interno è magnificamente decorato con un ciclo di affreschi di artisti senesi del Rinascimento. Tuttavia il capolavoro più prezioso che il Battistero custodisce è sicuramente la splendida Fonte Battesimale a cui lavorarono alcuni dei maggiori scultori del Rinascimento come: Jacopo della Quercia, Lorenzo Ghiberti e Donatello.

IL MUSEO DELL’OPERA DEL DUOMO

E’ uno dei più antichi musei privati in Italia e si trova nella navata destra della Cattedrale.

Qui si possono ammirare le statue trecentesche originali della facciata del Duomo, tra cui quelle realizzate da Giovanni Pisano, la vetrata dell’abside di Duccio da Buoninsegna ed uno dei maggiori capolavori di Buoninsegna e del primo Trecento: la pala della Maestà.

Dal tetto, invece, si può godere di una splendida vista sulla città.

SANTA MARIA DELLA SCALA

Si trova proprio di fronte al Duomo, ospita un notevole patrimonio artistico ed è sede di esposizioni temporanee. Questo complesso fu uno dei più antichi ospedali d’Europa, dove venivano accolti i pellegrini (siamo lungo la Via Francigena!) ed aiutati i poveri ed i bambini abbandonati.

Leggi anche: