COME RISPARMIARE IN VIAGGIO

5 CONSIGLI CHE TI AIUTERANNO A CAPIRE COME RISPARMIARE IN VIAGGIO.

Le due cose che mi sono sentita dire più spesso per quanto riguarda i viaggi sono: “Come sei fortunata a poter viaggiare!”, ma soprattutto “Come fai a permetterti tutti questi viaggi?”

Ho sempre cercato di spiegare che viaggiare non è una cosa da ricchi, basta prendere alcuni accorgimenti e fare attenzione in fase di pianificazione del viaggio.

Inoltre, come tutto nella vita, è questione di priorità! Per me viaggiare è la priorità, quindi evito di spendere in cose meno importanti per potermi permettere un viaggio in più. Preferisco non andare a cena fuori o comprare un vestito in meno e risparmiare per il prossimo viaggio. Non è un sacrificio. In fondo si tratta di evitare cose che non mi interessano per poterne fare una che, al contrario, per me è fondamentale.

In ogni caso ci sono degli accorgimenti che, obiettivamente, consentono di risparmiare in viaggio. Questi sono i 5 fondamentali!

COME RISPARMIARE IN VIAGGIO: FLESSIBILITA’

La flessibilità è la prima grande fonte di risparmio in tema di viaggi.

Spesso non è possibile essere flessibili circa le date, perché casomai si hanno le ferie solo in un determinato periodo, ma è sempre possibile essere flessibili rispetto alla meta.

Scegliere la meta del tuo prossimo viaggio in base al costo della vita in quel determinato Paese oppure in base alle offerte dei biglietti aerei è un modo per iniziare a risparmiare prima ancora di partire.

Per farti un’idea puoi curiosare tra gli articoli dei blog di viaggi oppure tra le offerte delle compagnie aeree. Sarà un modo per scoprire mete alternative e capire quale risulta più in linea con i tuoi gusti o con il tipo di viaggio che vorresti fare (culturale, avventuroso, rilassante…)  

PIANIFICAZIONE

Una delle cose che ti aiuteranno tantissimo a viaggiare senza andare in rovina è la pianificazione.

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Fonte: Pixabay

Fai tutto con tempo. Valuta attentamente i costi dei voli, degli hotel, dei musei o di qualsiasi attrazione tu voglia visitare, ma anche il costo della vita quel determinato Paese.

Annota i costi e poi confrontali con quelli di altre mete. Solo dopo passa alla fase della prenotazione.

Prenotando con un paio di mesi di anticipo – parlo per esperienza personale! – troverai certamente offerte più interessanti rispetto a chi si ridurrà all’ultimo minuto.

Tanti viaggiatori approfittano di offerte last minute (che in generale non fanno per me!), però in questi casi si tratta di essere davvero molto flessibili ed avere la possibilità di partire in qualsiasi momento. Cosa che non tutti possono permettersi per ragioni lavorative o familiari, quindi il mio consiglio è: pianifica con tempo!  

COME RISPARMIARE IN VIAGGIO: DOVE ALLOGGIARE

Per risparmiare in viaggio, oltre a confrontare i prezzi dei vari hotel, ti suggerisco di valutare anche sistemazioni alternative. Spesso una camera di hotel può sembrare la soluzione più comoda, ma non è sempre la scelta migliore. Ovviamente molto dipende dalla meta scelta e dal tipo di esigenze del viaggiatore. Per esempio una persona che viaggia sola o in coppia sarà molto più flessibile di chi viaggia con i bambini che, invece, hanno esigenze specifiche a cui far fronte. Comunque, in generale affittare un piccolo appartamento o una stanza con angolo cottura può rivelarsi la scelta migliore, anche perché ti aiuterà a risparmiare sui pasti.  

Leggi anche: 5 MOTIVI PER SCEGLIERE UNA CASA VACANZA

MEZZI PUBBLICI

Se la meta del tuo prossimo viaggio sarà una grande città, sicuramente avrai necessità di spostarti da una parte all’altra. Camminare è il modo migliore per goderti appieno la città, ammirare con calma i suoi monumenti e respirarne l’atmosfera.

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Fonte: Pixabay

In alternativa, se le distanze sono proibitive, ci sono i mezzi pubblici. Anche qui la pianificazione risulterà fondamentale! Informati prima della partenza sulla rete dei trasporti pubblici della città. Solitamente c’è la possibilità di acquistare degli abbonamenti ai mezzi pubblici anche per un solo weekend oppure delle vere e proprie delle card turistiche che prevedono sia l’uso dei mezzi che l’ingresso alle varie attrazioni.  

COME RISPARMIARE IN VIAGGIO: FREE TOUR E ATTRAZIONI GRATUITE

Negli ultimi anni si sono diffusi molto sia i free tour che il tour sharing. I primi sono tour gratuiti (anche se una mancia per ringraziare la guida è sempre gradita!) per scoprire un luogo in modo divertente, informale ed economico. Il tour sharing, invece, prevede visite guidate il cui prezzo varia a seconda del numero di partecipanti: più si è, meno si paga.

Inoltre molti musei e monumenti prevedono delle giornate o delle fasce orarie in cui l’ingresso è gratuito. Basta informarsi bene prima di partire!

Per esempio #domenicalmuseo è l’iniziativa del Ministero della cultura che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali.

FOREST BATHING: COS’E’ E DOVE FARLO

Il forest bathing è una pratica di cui si parla sempre più spesso negli ultimi anni. È conosciuta anche con altri nomi come: nature therapy, forest therapy, Shinrin-Yoku o Sami Lok.

In questo articolo scopriremo cos’è il forest bathing e dove è possibile farlo in Italia.

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Fonte: Pixabay

COS’È IL FOREST BATHING

Il forest bathing è una pratica che mira a migliorare il benessere fisico e mentale delle persone attraverso il contatto con la natura, in particolare con gli alberi e la vegetazione.

Avete presente quella sensazione di benessere e quiete interiore che vi pervade dopo una passeggiata nella natura? Il forest bathing, per farla semplice, è proprio questo!

Questa pratica è diventata sempre più popolare negli ultimi anni, soprattutto grazie a degli studi scientifici che ne confermano l’efficacia. Si, perché quella sensazione di benessere che si prova dopo essere stati a contatto con la natura, a quanto pare, non è solo una sensazione!

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Fonte: Pixabay

LE ORIGINI

Il forest bathing è una pratica antichissima. Infatti da sempre l’uomo ha percepito come il contatto con la natura avesse dei riscontri positivi in termini di salute e benessere.

Ciro il Grande, nel VI secolo a.C., ordinò che a Babilonia venisse creato un giardino proprio per migliorare le condizioni di salute dei suoi abitanti. Nel XVI secolo, Paracelso scrisse: “l’arte della guarigione viene dalla natura, non dal medico”. In tempi più recenti, invece, Tomohide Akiyama, capo del Ministero giapponese dell’agricoltura, delle foreste e della pesca, coniò il temine Shinrin-yoku per incoraggiare più persone a visitare le foreste del paese. Era il 1982.

Quindi, anche se la pratica è di fatto antichissima, il concetto è stato sviluppato in Giappone negli anni 80 ed ha preso il nome di Shinrin-yoku, che significa “trarre giovamento dell’atmosfera della foresta”.

Da allora questa pratica si è imposta positivamente nella cultura giapponese, diventando una vera e propria iniziativa di politica sanitaria e sociale da parte del Governo, che spinge il più possibile i cittadini a dedicarsi al rilassamento in mezzo al verde per ridurre lo stress e migliorare la salute mentale.

“Shinrin-yoku” è stato tradotto in inglese con “Forest Bathing”, in italiano letteralmente “Bagno di Foresta”.

COME FARE IL BAGNO DI FORESTA

Iniziamo con una buona notizia: il bagno di foresta non richiede alcuna attrezzatura speciale e può essere praticato da chiunque. Ciò detto si deve considerare che si tratta di un’esperienza multisensoriale di consapevolezza e mindfulness. Non basta camminare tra gli alberi per farsi due foto e postare tutto sui social!

Innanzitutto per praticare il forest bathing occorre trovare un’area naturale, come un parco o un bosco. Dopo di che si cammina lentamente immergendosi consapevolmente in quel luogo, prendendosi il tempo di osservare la natura, ascoltarne i suoni e sentirne i profumi. 

È importante cercare di essere veramente presenti, evitando le distrazioni e concentrandosi sui propri sensi per entrare in contatto con sé stessi e con la foresta.

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Fonte: Pixabay

PERCHÉ IL FOREST BATHING FA COSÌ BENE?

Stare a contatto con la natura è sicuramente una cosa molto piacevole, ma perchè il Forest Bathing fa così bene?

Il merito, a quanto pare è tutto dei monoterpeni. Senza addentrarci in complicate spiegazioni tecniche, i monoterpeni sono sostanze volatili che si trovano negli oli essenziali di moltissime piante. Quindi fare Forest Bathing è più o meno come fare una enorme sessione di aromaterapia naturale!

Medici e ricercatori della Nippon Medical School di Tokyo hanno scoperto che le emissioni di monoterpeni prodotti dagli oli essenziali di alberi come il pino, il cedro e l’eucalipto hanno effetti positivi sulla salute umana. Quindi il Forest Bathing, in quanto regolatore dell’attività metabolica e ormonale, porta benefici come:

  • Riduzione dello stress;
  • Miglioramento del sistema immunitario;
  • Riduzione della pressione sanguigna;
  • Miglioramento della concentrazione

Per stimolare la risposta immunitaria nel corpo, è necessario respirare una certa dose di monoterpeni per un periodo di almeno tre ore per tre giorni consecutivi.

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Fonte: Pixabay

DOVE FARE IL BAGNO DI FORESTA IN ITALIA

Per fare un buon bagno di foresta servirebbe un bel bosco “maturo”, con alberi ben sviluppati e dalla grande chioma.

In particolare il faggio, il pino silvestre e l’abete rosso hanno un alto potere emissivo di monoterpeni.

Considerando queste caratteristiche, in Italia ci sono molte aree verdi che possono essere utilizzate per praticare il Forest Bathing, compresi parchi regionali, riserve naturali e aree protette.

Partendo dal Nord c’è il Parco del Respiro di Fai della Paganella in Trentino Alto Adige ed il Parco Naturale Lumina Milia in Friuli Venezia Giulia.

Al Centro ci sono: Parco Nazionale Foreste Casentinesi in Toscana, i Monti Sibillini tra Umbria e Marche ed il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

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Infine, al Sud c’è il Parco Nazionale della Sila in Calabria.

Per altre mete in cui praticare il forest bathing in Italia e nel mondo puoi cliccare qui!

Non c’è una stagione esatta per fare il bagno di foresta, tuttavia sarebbe meglio evitare tutti quei periodi dell’anno in cui c’è molta folla in giro (come luglio e agosto, o in generale ponti e festività), perché questo potrebbe essere fonte di disturbo per le pratiche di forest bathing.

PARTIRE CON TRANQUILLITà

Una piccola guida per partire con tranquillità ed evitare (o almeno limitare!) gli imprevisti e le “sfighe” durante i viaggi.

Partire con tranquillità: i documenti

La primissima cosa da fare prima di partire è quella di controllare sempre quali sono i documenti che servono per visitare il Paese che hai scelto, se occorre un visto, delle particolari vaccinazioni, eccetera, e quali sono le tempistiche per mettersi in regola dal punto di vista burocratico.

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Fonte: Pixabay

Consulta il sito della Farnesina Viaggiare Sicuri! Troverai tutte le informazioni sui documenti necessari per entrare in un determinato Paese, ma soprattutto avrai notizie sempre aggiornate sotto il profilo della sicurezza. Controlla il sito con anticipo per organizzarti con i documenti e poco prima di partire per verificare l’evolversi di eventuali situazioni particolari in atto in quella parte del mondo. Poi, per maggiore sicurezza, registra il tuo itinerario su dovesiamonelmondo.it.

Fai sempre una copia di tutti i documenti – sia cartacea che digitale – da portare con te e da inviare a qualche parente o amico per qualsiasi necessità.

L’ assicurazione

L’assicurazione è un altro elemento fondamentale per viaggiare tranquilli. Valuta attentamente quale scegliere in base alla tua destinazione. Controlla franchigia e massimale affinché siano adeguati al Paese in cui andrai come, ad esempio, nel caso dell’assicurazione sanitaria per un viaggio negli Stati Uniti.

Soldi, bancomat e carte di credito

Quando prepari la valigia non mettere tutti insieme documenti, soldi e carte di pagamento. Per esempio tieni con te il passaporto e la carta di credito, e metti nella borsa la carta di identità ed i contanti.

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Se la tua destinazione è in Europa porta comunque il passaporto, ma tienilo separato dalla carta d’Identità. Se ne dovessi perdere uno potrai comunque tornare senza grandi problemi.  Abilita l’utilizzo delle carte anche su smartphone/iPhone e verifica sempre che le carte siano utilizzabili anche dall’estero!

Il bagaglio a mano

Se stai per partire per un lungo viaggio sicuramente avrai almeno un bagaglio da stiva. Purtroppo, soprattutto in alta stagione o quando si fanno più scali, è possibile che questo venga smarrito. Per poter “sopravvivere” ad una eventuale perdita del bagaglio è sempre meglio mettere in quello a mano il cambio per almeno 1 o 2 giorni.

Partire con tranquillità: le medicine

Anche se non hai particolari problemi di salute, è sempre meglio portarsi dietro qualche farmaco generico per far fronte alle piccole emergenze che possono verificarsi in viaggio.

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Non si tratta di essere ipocondriaci, ma solo di godersi il viaggio con più tranquillità!

Sim locale

Se stai per partire per un paese extra UE e vuoi garantirti l’accesso ad internet puoi optare per l’acquisto di una SIM locale, oppure una eSIM virtuale da installare sul tuo smartphone. L’alternativa è l’acquisto di un router portatile dentro il quale inserire la SIM locale. Al tuo arrivo dovrai solo acquistare la SIM ed inserirla nel router. Questa può essere una valida opzione anche se stai per partire per un lungo viaggio in un paese europeo, infatti i GB all’estero sono spesso limitati.

Mappe offline

Restando in tema di connessione è bene avere le mappe sempre a disposizione, anche offline. Scarica preventivamente da Google Maps la mappa della zona che ti interessa per poterti spostare facilmente anche in caso di problemi di connessione.

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Partire con tranquillità: studiare la destinazione

Leggi, guarda video e se conosci qualcuno che è già stato in certo Paese parla con questa persona. Documentati il più possibile! Alcuni comportamenti che per noi sono normali potrebbero risultare inopportuni o anche offensivi in una cultura completamente diversa dalla nostra!

Leggi anche: COME ORGANIZZARE UN VIAGGIO

COME ORGANIZZARE UN VIAGGIO

Una guida pratica su come organizzare un viaggio passo per passo!

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Fonte: Pixabay

“Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi”

L’organizzazione di un viaggio è in certo senso la sua genesi.

Le ragioni principali per cui si decide organizzare tutto in autonomia sono essenzialmente tre:

  • Per motivi economici, cioè per poter risparmiare;
  • Per motivi pratici, ovvero per avere la certezza che il viaggio sia “su misura” per noi, che rispetti i nostri gusti ed i nostri tempi;
  • Infine per il piacere stesso di organizzare. Questo vale per i maniaci della pianificazione, ma anche per tutti coloro che non vedono l’ora di partire con la mente, prima ancora che fisicamente. Durante la fase di organizzazione, infatti, si ha l’opportunità di creare il viaggio e pregustarlo fin nei minimi particolari!

Vediamo concretamente come fare per organizzare un viaggio!

Il modo di prepararsi, ovviamente, varia molto a seconda del tipo di luogo che intendiamo visitare, dai propri gusti e dalle proprie abitudini, tuttavia ci sono alcuni aspetti della pianificazione che, a dispetto di tutto, restano sempre gli stessi

COME ORGANIZZARE UN VIAGGIO: IL BUDGET

Può sembrare un po’ prosaico, ma è indispensabile partire dell’aspetto economico. In questo modo si evita di perdere tempo e di farsi illusioni sulla possibilità di fare un certo tipo di viaggio che al momento risulta troppo caro!

Quindi occorre per prima cosa fissare un budget e restarvi vicino il più possibile.

LA META E L’ITINERARIO

Questa è la mia parte preferita! Una volta fatti i conti, e stabilito quanto possiamo spendere per il nostro viaggio senza andare in rovina, si può passare alla scelta della meta. Scartati i luoghi troppo costosi e quelli in cui è meglio non andare per ragioni di sicurezza (perché ci sono conflitti, epidemie e catastrofi varie) la scelta resta comunque incredibilmente vasta.

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Fonte: Pixabay

Per scegliere la tua meta puoi ricorrere la web, ai blog di viaggi – come ViaggiaStorie! -, ma anche al materiale cartaceo. Ci sono tantissime guide davvero molto valide, si trovano per qualsiasi meta e, soprattutto se avrai la possibilità di restare in un certo luogo per più giorni, si riveleranno un ottimo acquisto.

Dopo aver scelto la meta potrai passare a definire esattamente il tuo itinerario. Se hai deciso che il tuo viaggio sarà tutto dedicato ad un’unica città, allora potrai scegliere quali musei e monumenti visitare, controllando giorni di chiusura ed orari di ingresso. Se, invece, preferisci un tour tra diverse località potrai stabilire quali visitare e quanto tempo trattenerti in ognuna.

COME ORGANIZZARE UN VIAGGIO: LA BUROCRAZIA

È un po’ noiosa, ma è anche indispensabile! Una volta stabilita la tua meta sarà necessario informarsi sulla necessità di avere il passaporto, un visto oppure delle vaccinazioni specifiche.

Senza tutte queste cose, biglietti aerei e camere di hotel sono completamente inutili! A tal proposito ti consiglio di consultare il sito della Farnesina Viaggiare Sicuri.

Un’altra cosa importante su cui informarsi prima della partenza riguarda le proprie carte e/o bancomat. Sono abilitati per l’estero? Possiamo abilitarli autonomamente dal nostro portale di home banking o dobbiamo farlo in filiale?

I MEZZI DI TRASPORTO

Quella dei mezzi di trasporto è una categoria molto vasta. Per il viaggio che stai organizzando è necessario prendere un areo, un treno, una nave o un traghetto? Probabilmente il biglietto per questi mezzi di trasporto sarà una delle cose che inciderà maggiormente sul budget, quindi è bene verificare tutte le possibilità offerte dalle varie compagnie. Per risparmiare potresti valutare di fare degli scali oppure di partire in orari “scomodi”.

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Come arriverai alla stazione oppure al porto/aeroporto? In molti casi può essere necessario prenotare anche un parcheggio.

Quando arriverai avrai bisogno di un mezzo di trasporto? Se la tua destinazione è una grande città sicuramente potrai sportarti con i mezzi pubblici e non avrai bisogno di altro. Invece se il tuo sarà un viaggio itinerante, con più tappe, dovrai programmare prima come sportarti. Potresti noleggiare un’auto oppure potresti informarti sui collegamenti ferroviari tra i vari luoghi che intendi visitare.

L’ALLOGGIO

Dulcis in fundo l’alloggio. Questo aspetto è strettamente legato all’itinerario. Potresti aver bisogno di un solo alloggio per tutto il tuo viaggio, oppure di varie sistemazioni in base alle tappe che hai programmato.

C’è chi non pianifica questo aspetto e va un po’ all’avventura, io preferisco organizzarlo con largo anticipo. Bisogna considerare che quando si arriva in posto, casomai mai visto prima, e si è fatto un lungo viaggio, si è sempre stanchi, quindi l’ultima cosa che io avrei voglia di fare sarebbe andare in giro a cercare alloggio. Inoltre pianificare tutto da casa ha degli indubbi vantaggi: puoi confrontare i prezzi delle varie strutture, leggere le recensioni e scegliere quella che più si adatta alle tue esigenze!

GUARDAROBA CAPSULA E VIAGGI

Probabilmente avrai già sentito parlare del guardaroba capsula, in questo articolo vedremo come applicarlo ai viaggi e perché risulta molto utile quando si tratta di fare la valigia.

Quante volte ti è successo di tornare da un viaggio con tanti vestiti mai usati?

Casomai, mentre stavi preparando la valigia, ti era anche venuto il dubbio che stessi portando troppe cose, ma poi ha prevalso il solito: “meglio portarlo, non si mai…”

La verità è che – tranne forse sulla luna!- ovunque andrai avrai sempre la possibilità di comprare o lavare le tue cose, quindi è davvero inutile portarsi la casa dietro ogni volta che si parte.

Usare il metodo del guardaroba capsula ti consente di viaggiare molto più leggera e di goderti di più la vacanza/viaggio perché non avrai il pensiero di come vestirti ogni giorno, essendo già tutto perfettamente abbinato.

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Fonte: Unsplash

COS’E’ IL GUARDAROBA CAPSULA

Il termine capsule wardrobe è nato negli anni ‘70 grazie a Susie Faux, una creativa londinese.

Da allora il concetto di guardaroba capsula si è trasformato.

Oggi è considerato un metodo minimalista per l’organizzazione dell’armadio, grazie al quale è possibile avere un numero limitato di capi tutti combinabili tra di loro. Proprio per questo il guardaroba capsula è spesso composto da capi semplici e dai colori basici (come bianco, nero, grigio e blu) a cui è possibile abbinare facilmente qualche capo più colorato e particolare, per poi finire con gli accessori a seconda dell’occasione d’uso.

Ci sono moltissime variabili per creare un capsule wardrobe che sia adatto a tutti i giorni.

Ad esempio c’è chi si basa esclusivamente sul numero dei capi (in questo caso il 33 sembrerebbe essere per molti in numero perfetto!), ma anche chi preferisce organizzarsi in base alla stagione, alle occasioni d’uso (ufficio, mare, montagna…), oppure allo stile (elegante, casual, sportivo…).

In ogni caso questo metodo offre molti vantaggi:

  • fa risparmiare tempo nello scegliere come vestirsi ogni mattina;
  • consente di fare chiarezza su ciò che ci piace veramente e quali occasioni concrete abbiamo per indossare i vari capi;
  • aiuta a capire di cosa si ha effettivamente bisogno;
  • fa ridurre la tendenza allo shopping compulsivo e quindi aiuta arisparmiare;
  • infine è un metodo perfetto per chi ha problemi di spazio, quindi ottimo per preparare la valigia o per viaggiare con il solo bagaglio a mano!
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Fonte: Unsplash

CAPSULE WARDROBE DA VIAGGIO

Cercando on line troverai tantissimi suggerimenti sul come creare il tuo capsule wardrobe da viaggio. Ovviamente non esiste una regola che vada bene per tutti perché le variabili sono infinite. Si dovrebbe considerare il tipo di vacanza (mare, montagna, città…), la durata, le condizioni meteo, lo stile della persona (casual, sportivo…) e così via.

Anche io non sono quasi mai riuscita a seguire alla lettera uno di questi metodi, proprio a causa del fatto che sono pensati per situazioni “tipo” che spesso non si adattano alle tue esigenze concrete. In ogni caso ho trovato molto utile la regola del 5 4 3 2 1 perché, anche se con qualche variante, mi consente di avere uno schema di base ed evitare il superfluo.

La regola consiste nel mettere in valigia, per esempio:

  • 5 top (maglie, camicie…)
  • 4 bottom (gonne, pantaloni)
  • 3 vestiti
  • 2 paia di scarpe
  • 1 borsa

Ovviamente si tratta di uno schema di base che, quindi, può essere variato e adattato in base alle circostanze, diventando:

  • 5 maglie
  • 4 pantaloni/gonne
  • 3 paia di scarpe
  • 2 costumi da bagno
  • 1 telo mare

E così via…

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Fonte: Unsplash

GUARDAROBA CAPSULA E VIAGGI: PASSIAMO ALLA PRATICA

Fin ora abbiamo visto in generale cos’è un capsule wardrobe e perché si adatta bene alle esigenze di un viaggio.

Passiamo adesso ai criteri base per fare una valigia capsula.

Ho fatto un mix di spunti sul tema partendo dalla mia esperienza e aggiungendo dei tips and tricks scoperti online.

Sta a te, però, sperimentare e trovare il tuo metodo ideale!

1. I colori

Scegliere una palette di colori serve a facilitare gli abbinamenti.

Io di solito opto per colori neutri come bianco ed il blu, ma puoi scegliere quelli che preferisci. Va da se che dei capi basici, a tinta unita, risulteranno più facili da abbinare rispetto ad altri dai toni sgargianti e dalle fantasie più complesse.

2. Dividere in categorie

I capi possono essere divisi in categorie, tipo: top, bottom, giacche, scarpe e borse. A questo punto, rispettando la palette stabilita, sarà piuttosto semplice selezionare i capi per ciascuna categoria e abbinarli agli altri.

Per i capi “top” credo che una t-shirt bianca sia fondamentale. Poi si possono aggiungere magliette/camicette un po’ più particolari, possibilmente in tessuti che si stropicciano poco.

Invece per i capi “bottom” sarebbe meglio scegliere qualcosa di più specifico ed adatto al tipo di viaggio: pantaloncini e bermuda per il mare, pantaloni da trekking per la montagna… eccetera

La categoria “giacche” in realtà è la più variegata. Può comprendere giacconi, felpe e pile per la montagna, o anche solo un maxi-scialle che si può usare in areo contro l’aria condizionata, ma anche al mare come pareo o copricostume.

Le scarpe, in genere, dovrebbero essere 3 paia. Una comoda per viaggiare, un paio di infradito (che vanno bene per la spiaggia, ma anche per fare la doccia) ed infine una scarpa più “carina”, come una ballerina o un sandalo, per eventuali occasioni più eleganti.

Per quanto riguarda le borse: 2 possono bastare. Una maxi da usare in viaggio o per la spiaggia e una più piccola da usare la sera.

Infine ci sono gli “accessori” che variano molto in base alla specifica destinazione scelta. Rientrano in questa categoria, per esempio, i costumi da bagno, le scarpe da trekking e così via.

3. Preparare la valigia

A questo punto non resta che piegare tutto e metterlo in valigia!

Per occupare meno spazio e sfruttare bene ogni angolino della valigia, io uso il metodo di Marie Kondo e divido vestiti e accessori vari con degli organizzatori da viaggio. Si tratta di una serie di sacchetti e buste di varie dimensioni che tengono in ordine la valigia.

Leggi anche: MINIMALISMO IN VIAGGIO – perché è bello viaggiare leggeri.

COME SI FESTEGGIA LA PASQUA NEL MONDO

La Pasqua è la festa in cui i cristiani celebrano la resurrezione di Cristo, ma in tante altre parti del mondo ci sono riti e tradizioni diverse. Innanzitutto la Pasqua ricade in date diverse a seconda della religione e del calendario adottato: la Pasqua ebraica e quella ortodossa, per esempio, si celebrano in una data diversa da quella cristiana.

In tutto il mondo, comunque, la Pasqua è legata al simbolismo della vita che trionfa sulla morte ed al risveglio della natura che segna la fine della stagione invernale. Spesso si assiste all’intreccio di tradizioni religiose e pagane, con diverse sfumature da Paese a Paese.

Scopriamo insieme tradizioni e riti con cui viene festeggiata la Pasqua nel mondo.

LA PASQUA IN FRANCIA

Come vuole la tradizione cristiana, tutte le campane del Paese restano in silenzio dal Venerdì Santo fino alla domenica di Pasqua, in segno di lutto per la Crocifissione di Cristo. Secondo la leggenda le campane francesi volano a Roma per sentire l’annuncio della Resurrezione di Cristo direttamente dal Papa, per poi tornare a suonare con gioia la domenica di Pasqua.

GERMANIA

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Fonte: Unsplash

La Ostern (Pasqua) tedesca reca molte tracce delle antiche tradizioni pagane.  Lo stesso nome “Ostern”, infatti, si riferisce a Eostre, una dea pagana della Primavera.

Durante la Settimana Santa le case vengono addobbate con ramoscelli d’ulivo, sagome di coniglietti e uova dipinte. Le celebrazioni vere e proprie iniziano il Giovedì Santo, dove è tradizione mangiare solo alimenti di colore verde per proteggere l’organismo durante l’anno. Tra il Venerdì Santo ed il Sabato, invece, si usa accendere dei grandi falò, altro residuo della ritualità pagana, con cui  si salutava l’arrivo della primavera.

Il pranzo pasquale è a base d’agnello, ed anche il dolce tipico (che da noi ha la forma di colomba) in Germania prende le sembianze di un agnello.

REGNO UNITO

In Inghilterra la tradizione pasquale vuole che il Giovedì Santo ci si dedichi all’attività caritativa. Nell’Abbazia di Westminster si ripete il rito del Royal Maundy Gifts, ossia il dono di denaro ai poveri da parte del sovrano durante una cerimonia religiosa.

Inoltre, nel Regno Unito, è considerato di buon auspicio sposarsi proprio la domenica di Pasqua.

LA PASQUA IN SPAGNA

A Barcellona, durante la Domenica delle Palme, in ricordo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, interi rami di palme vengono portati in chiesa per la benedizione e possono essere decorati con dolci o rosari di zucchero. Le stesse palme vengono poi appese alle porte ed alle finestre per proteggere le casa dagli spiriti maligni.

Il tipico dolce pasquale catalano è la “mona”, decorata con uova di cioccolato e donata dal padrino di battesimo al figlioccio.

In Andalusia, invece, le confraternite organizzano processioni che sono vere e proprie rappresentazioni teatrali della via crucis di Cristo. Le celebrazioni più famose si svolgono a Siviglia durante la “Semana Santa” e richiamano turisti da tutte le altre parti del mondo.

SVEZIA

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Fonte: Unsplash

In Svezia si usa decorare le case con uova dipinte e rami di pioppo e betulla, per celebrare l’arrivo della bella stagione. Inoltre c’è un’antica tradizione secondo la quale le bambine e le ragazze si travestono da streghe (påskkärring) per andare di casa in casa portando biglietti d’auguri in cambio di monetine o dolcetti. In pratica una specie di “dolcetto o scherzetto”. Quest’usanza nasce dalla credenza medievale secondo la quale la resurrezione di Cristo scacciò il male, riportando la luce e la pace. La Pasqua sarebbe, dunque, il periodo in cui le streghe vanno via, verso la Montagna Blu, il leggendario covo del Diavolo.  

STATI UNITI

Negli Stati Uniti molte tradizioni pasquali sono simili a quelle degli altri Paesi anglosassoni. A New York, lungo la Fifth Avenue, si organizza una parata piena di colori, dove i partecipanti esibiscono dei cappelli davvero stravaganti.

LA PASQUA IN MESSICO

In Messico è particolarmente suggestivo il Rogo di Giuda, il tradizionale falò del Sabato Santo durante il quale viene data alla fiamme una figura di cartone che rappresenta il discepolo che tradì Cristo.

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EL SALVADOR

A Texistepeque i riti cattolici e le tradizioni locali si fondono in una particolare celebrazione che vede protagonisti i “talcigüines”: uomini travestiti da diavoli che attraversano le strade della città. La loro incursione finisce ai piedi di Cristo dove si inginocchiano in segno di sottomissione, come simbolo della vittoria del Figlio di Dio sulla tentazione e sul male.

Leggi anche:

5 MOTIVI PER SCEGLIERE UNA CASA VACANZA

Negli ultimi anni sempre più persone decidono di trascorrere le proprie ferie in una casa vacanza invece che in hotel. Prima di vedere quali sono le principali ragioni alla base di questo trend, vediamo però cos’è esattamente una casa vacanza e quali caratteristiche ha. 

LE CARATTERITICHE DI UNA CASA VACANZA

La casa vacanza è una struttura ricettiva extra alberghiera che viene affittata ad uso turistico. L’offerta è molto variegata poiché rientrano in questa categoria appartamenti, ville, case rurali e abitazioni tipiche di uno specifico luogo, come per esempio le baite o i trulli.

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Fonte: Pixabay

Spesso le case vacanza vengono confuse con altre tipologie di strutture extra-alberghiere come i bed and breakfast e gli affittacamere.

Il bed and breakfast è una formula ricettiva generalmente praticata dalle famiglie che hanno una o più stanze libere da affittare, con o senza bagno privato, e include il pernottamento e la prima colazione. L’affittacamere è praticamente la stessa cosa del bed and breakfast, ma prevede una gestione imprenditoriale e non familiare. Le differenze tra i due tipi di struttura sono perlopiù fiscali.

Quindi sia nel bed and breakfast che nell’affittacamere l’ospite ha a sua disposizione una sola camera (eventualmente con bagno privato), mentre nella casa vacanza può usufruire di un’intera abitazione, completamente arredata, con bagno e cucina a suo uso esclusivo.

PERCHE’ SCEGLIERE UNA CASA VACANZA

Analizziamo ora i 5 motivi principali per scegliere di trascorrere le proprie ferie in una casa vacanza.

RISPARMIO

Molto spesso le tariffe delle case vacanza sono più basse rispetto a quelle di hotel, bed and breakfast e affittacamere. Il risparmio è notevole soprattutto per chi viaggia con tutta la famiglia o comunque in gruppo. In un certo senso si potrebbe dire che scegliere una casa vacanza non significa solo risparmiare, ma anche fare un “investimento” per il futuro, infatti quello che resta nel “salvadanaio” si può sempre investire in una seconda vacanza in un altro periodo dell’anno.

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NESSUN VINCOLO DI ORARIO

A differenza degli hotel, la casa vacanza consente di organizzare le proprie giornate di ferie in totale autonomia. Non ci sono orari per i pasti, né orari di rientro per la sera. Potrai muoverti in completa libertà.

MANGIARE QUELLO CHE VUOI E QUANDO VUOI

A differenza di altre strutture ricettive, nella casa vacanza non è prevista la somministrazione di nessun pasto (neanche della colazione!), tuttavia avrai a disposizione un’intera cucina e questo ti permetterà di preparare quello che preferisci, quando preferisci. Potrai gustare piatti nuovi preparati con i prodotti tipici acquistati in loco, senza per questo rinunciare alla salute, alla linea ed alle tue abitudini alimentari.

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NESSUN DRESS CODE

Quando si soggiorna in hotel, inevitabilmente capita di sentirsi quasi obbligati a “vestirsi bene” per la cena oppure a rispettare un vero e proprio dress code per un particolare evento organizzato nella struttura. Se, invece, soggiorni in una casa vacanza potrai comodamente cenare in pigiama… una cosa particolarmente apprezzabile dopo una giornata passata a fare trekking, a sciare oppure in giro per musei.

UNA CASA VACANZA PER STARE IN FAMIGLIA O CON GLI AMICI

Sono sempre le piccole cose a rendere speciale una vacanza!

Bere una tazza di thè davanti al camino acceso, vedere un film tutti insieme sul divano, fare una lauta merenda in cucina oppure organizzare una partita a carte.

Tutte cose che in una casa vacanza si possono fare in qualsiasi momento!

Avere a disposizione un’intera casa, infatti, ti permetterà di stare con la famiglia o con gli amici e di trascorrere insieme tutta la giornata. È un modo per fare gruppo, rafforzare i legami e condividere del tempo di qualità, senza però rinunciare al confort ed alla propria privacy.

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IL CARNEVALE NEL MONDO

Con il Carnevale le strade di tutto il mondo si animano di maschere, sfilate di carri allegorici, musica e danza, in un generale clima di allegria e spensieratezza.

Dunque quale occasione può essere migliore per divertirsi e viaggiare alla scoperta di antiche tradizioni?

Facciamo, quindi, un giro per il mondo alla scoperta delle più belle feste di Carnevale.

LE ORIGINI DEL CARNEVALE

Il Carnevale ha origini molto antiche e vanta come antenati le dionisiache greche ed i saturnali romani. Tutte queste feste, infatti, hanno in comune un temporaneo abbandono delle normali convenzioni sociali a favore di scherzi e divertimenti vari.

Secondo l’interpretazione più accreditata la parola “Carnevale” deriverebbe dal latino carnem levare (cioè “eliminare la carne”) ed indicherebbe il banchetto che si teneva il Martedì Grasso – l’ultimo giorno di Carnevale -, subito prima del Mercoledì delle Ceneri e dell’inizio della Quaresima.

IL CARNEVALE NEL MONDO: RIO DE JANEIRO

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Per chi ama il Carnevale quello carioca è “il Carnevale” per antonomasia.

Le sue origini risalgono agli anni trenta del XIX secolo, quando la borghesia cittadina importò dall’Europa la moda di tenere balli e feste mascherate, molto in voga in Italia ed in Francia. Sul finire del secolo nei vari blocos (quartieri) della città si diffuse l’uso di sfilare per le strade con costumi a tema, suonando e ballando.

Oggi i blocos sono parte integrante della festa a Rio: vi sono più di 100 gruppi con usi e tradizioni diversi, e ogni anno il numero cresce.

Il Carnevale di Rio de Janeiro è noto soprattutto per le sfarzose parate, organizzate dalle principali scuole di samba della città, che si tengono nel Sambodromo e rappresentano una delle principali attrattive turistiche del Brasile.

NEW ORLEANS

Il Carnevale di New Orleans è noto anche come Mardi Gras (martedì grasso) e, più che una singola festa, appare come una vera e propria “stagione” che inizia dopo l’Epifania e culmina nelle due settimane che precedono il Mardi Gras.

In passato il Carnevale faceva parte della stagione mondana invernale ed era un tempo dedicato ai ricevimenti per il debutto in società delle giovani donne.

Tempo permettendo, si svolge una grande parata ogni giorno, ma le più grandi e complesse si svolgono gli ultimi cinque giorni della stagione.  Mentre nella settimana finale del Carnevale è tutto un susseguirsi di eventi grandi e piccoli, sia a New Orleans che nelle comunità circostanti.

Le sfilate di New Orleans sono organizzate dai Carnival krewe e coloro che sfilano in corteo lanciano sulla folla dei coriandoli a forma di banconote da un dollaro. Le grandi parate si svolgono nelle zone dei quartieri alti e Mid-City e seguono un percorso lungo San Charles Avenue e Canal Street, a monte del quartiere francese.

TENERIFE

Tenerife è la più grande delle Isole Canarie – che si trovano nell’Oceano Atlantico è fanno parte della Spagna. Qui il Carnevale di Santa Cruz è considerata la festa più importante dell’anno, capace di attirare più di mezzo milione di persone, tanto che molti ritengono queste celebrazioni le più imponenti al mondo dopo quelle di Rio.

I festeggiamenti, che durano circa due settimane, culminano con il corteo del Martedì Grasso. È tutto un tripudio di musica, colori e divertimento, grazie soprattutto agli spettacoli di teatro di strada che coinvolgono oltre 100 gruppi folkloristici.

COLONIA

Il Carnevale di Colonia, noto anche come “quinta stagione”, inizia tradizionalmente l’11 novembre alle 11:11. Lo spirito carnevalesco viene poi temporaneamente sospeso durante l’Avvento ed il periodo natalizio, per poi riprendere dopo l’Epifania.

Il Carnevale vero e proprio dura circa una settimana, tra il giovedì grasso (Weiberfastnacht) ed il mercoledì delle ceneri (Aschermittwoch), ed è chiamato anche “giorni dei pazzi”. Il clou del carnevale è il lunedì delle rose (Rosenmontag), due giorni prima del mercoledì delle ceneri. Durante tutti questi giorni si respira aria di festa e la gente di Colonia esce mascherata.

Ogni anno tre persone il vengono scelte per interpretare i ruoli del principe, della fanciulla e del contadino. Il principe, chiamato anche Sua follia, è il personaggio più importante. Incarna lo spirito del Carnevale ed il suo carro allegorico è l’ultimo nella grande parata del lunedì delle rose.

La fanciulla, chiamata anche Sua amorosità, simboleggia la madre Colonia ed è tradizionalmente interpretata da un uomo che indossa una corona turrita per rappresentare l’imprendibilità della città. Il suo abito ricorda l’imperatrice romana Agrippina, moglie dell’imperatore Claudio e nativa di Colonia.

Infine il contadino porta il titolo di Sua altezza e rappresenta l’audacia della vecchia città imperiale di Colonia.

IL CARNEVALE DI VENEZIA

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È uno dei carnevali più antichi e conosciuti al mondo.

La prima testimonianza in cui si usa proprio il vocabolo “Carnevale” risale, addirittura, ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094. La sua istituzione è legata alla necessità della Serenissima di concedere alla popolazione un periodo di svago e divertimento, proprio come avveniva nell’antica Roma con i famosi panem et circenses. Maschere e costumi garantivano l’anonimato e livellavano le divisioni sociali, mentre era autorizzata persino la pubblica derisione delle autorità e dell’aristocrazia. Tutto questo serviva a dare sfogo alle tensioni ed ai malumori che si creavano all’interno della Repubblica, facilitando il mantenimento dell’ordine durante il resto dell’anno.

Con il tempo a Venezia nacque e si sviluppò gradualmente un vero e proprio settore dedicato alla realizzazione ed al commercio di maschere e costumi completamente fatti a mano, con tecniche molto raffinate, che ancora oggi è molto diffuso e fiorente.

Durante il periodo Napoleonico ed il dominio austriaco il Carnevale venne sospeso.

Nel 1979, dopo quasi due secoli, la secolare tradizione veneziana ritornò al suo antico splendore, soprattutto grazie all’impegno di alcune associazioni di cittadini ed al contributo del Comune, del Teatro la Fenice, della Biennale di Venezia e degli enti turistici.

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I CALENDARI DEL MONDO

ORIGINI E CURIOSITA’ SUI CALENDARI DEL MONDO

“Che anno è?”

La domanda sembra banale e, probabilmente, nella maggior parte dei paesi del mondo la risposta sarà la stessa, ma il fatto è che esistono molti calendari diversi da quello gregoriano e miliardi di persone li usano quotidianamente, se non altro per programmare le feste religiose.

I CALENDARI SOLARI E LUNARI

La maggior parte dei calendari che sono nati nel corso della storia si sono basati sul Sole o sulla Luna.

Il problema dei calendari lunari, però, è che si basano su mesi di circa 29 giorni e mezzo e quindi finiscono per avere degli anni con circa 11 giorni in meno rispetto all’anno solare. Questo è il motivo per cui i calendari lunari, alla lunga, non rispettano le stagioni. Per esempio, agosto potrebbe capitare alcuni anni in estate ed altri in inverno!

Per ovviare a questi inconvenienti sono nati i calendari solari o lunisolari.

I calendari lunisolari (fatti cioè osservando sia la Luna che il Sole) sono quelli che seguono le fasi della Luna, ma che aggiungono un mese extra per colmare il ritardo che altrimenti si accumulerebbe rispetto all’anno solare.

Anche i calendari solari, però, hanno i loro problemi. Un anno solare, ovvero il tempo che la Terra impiega per fare un giro intorno al Sole, dura infatti 365,24219 giorni. È il motivo per cui quasi ogni calendario prevede mesi di diversa durata o anni bisestili, cioè con un giorno in più, per rimettersi in pari.

L’ultima, fondamentale, questione da tenere presente quando si parla di calendari riguarda il loro inizio, cioè il momento dal quale si decide di iniziare a contare, il loro anno zero. Questo momento viene definito “epoca“. Per intenderci, nel caso del calendario gregoriano, “l’epoca” è la nascita di Gesù.

IL CALENDARIO GREGORIANO

E’ un calendario solare e venne introdotto nel 1582 da papa Gregorio XIII.

Lo scopo era quello di sistemare i ritardi accumulati dal precedente calendario, quello giuliano (introdotto da Giulio Cesare). Dopo aver consultato tutti gli esperti del caso, papa Gregorio XIII decise che dopo giovedì 4 ottobre 1582 ci sarebbe stato direttamente venerdì 15 ottobre.

Così!… Giusto per rimettersi in pari!

Per evitare di dover cancellare altri 10 giorni dalla storia del mondo, il calendario gregoriano applicò alcune modifiche a quello giuliano, stabilendo che è bisestile ogni anno multiplo di quattro, fatta però eccezione per gli anni multipli di 100 (anche detti “secolari”) che non sono allo stesso tempo multipli di 400. Chiaro, no?

Tradotto. Il 2000 è stato bisestile (perché multiplo di 4 e di 400), ma il 1900 non lo è stato e il 2100 non lo sarà (perché secolari e quindi multipli di 4, ma non di 400).

Così facendo, ogni 4 secoli ci sono 97 anni bisestili.

In modo tale che il calendario gregoriano sia quasi allineato con quello solare.

Ma nell’anno 4905 si ritroveranno a essere avanti di un giorno esatto rispetto all’anno solare!

IL CALENDARIO ISLAMICO

È lunare e la sua “epoca” è il 16 luglio 622 del calendario giuliano: il giorno dell’Egira, l’abbandono della Mecca da parte di Maometto.

Essendo lunare, i suoi 12 mesi sono tutti da 29 o 30 giorni, per un totale di 354 o 355 giorni e prevede anni bisestili.

Il fatto che il calendario islamico sia lunare e non preveda aggiustamenti all’anno solare fa sì che le sue festività, come per esempio il Ramadan, possano cadere in ogni stagione. In base a questo calendario siamo attualmente nell’anno 1444!

Ci sono anche calendari islamici leggermente diversi, infatti in Iran ed in Afghanistan si usa il calendario persiano, che è solare ed è attualmente nell’anno 1441!

IL CALENDARIO EBRAICO

È lunisolare e fu elaborato per la prima volta poco prima che nascesse Gesù: all’inizio la durata di ogni mese veniva decisa di volta in volta, guardando la luna.

Nel corso degli anni, però, subì diverse evoluzioni che lo resero più preciso.

In questo calendario gli anni sono raggruppati in cicli di 19 anni e possono avere 12 o 13 mesi, e i mesi possono avere 29 o 30 giorni.

Secondo questo calendario, la cui “epoca” corrisponde al momento della creazione del mondo (Anno Mundi),  siamo nel 5783!

IL CALENDARIO CINESE

È lunisolare e i mesi iniziano con la luna nuova. È molto simile a quello ebraico, perché costruito in base a cicli di anni da 12 e da 13 mesi, alternati.

Nel corso degli anni ci sono state diverse revisioni che hanno portato alla nascita di vari calendari cinesi o di origine cinese.

Attualmente è in corso l’anno della tigre, mentre il nostro 22 gennaio 2023 inizierà quello del coniglio!

I CALENDARI INDUISTI

Ce ne sono tantissime varianti, tutte piuttosto complicate!

Il fatto è che questi calendari si basano su “metodo multidimensionale per strutturare il tempo, combinando informazioni sui giorni lunari, i giorni solari, i mesi lunari, i mesi solari, i movimenti del Sole e della Luna in relazione agli altri corpi celesti, e altri elementi astronomici”.

In sintesi, in questi calendari ci sono sia mesi lunari che mesi solari.

La data di inizio del calendario induista (sia solare, sia lunisolare) è il 23 gennaio 3102 a.C. nel calendario gregoriano; da questa data, ogni anno è indicato con il numero di anni “trascorsi”.

Ad esempio, nel 2022 del calendario gregoriano, sono trascorsi 5124 anni nel calendario induista, perciò questo è il 5125º anno.

Il calendario nazionale indiano (talvolta chiamato calendario Saka) è il calendario civile ufficialmente in uso in India e gli anni corrispondono al Calendario Gregoriano – 78.

Quindi: 2022 – 78 = 1944!

IL CALENDARIO BUDDHISTA

Anche il calendario buddista è una derivazione dei calendari induisti.

Il suo anno zero coincide però con la morte di Buddha avvenuta nel 543 a.C.

Quindi per questo calendario siamo nell’anno 2565!

GLI ALTRI CALENDARI

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Ci sono tantissimi altri calendari.

Quello copto che è diviso in 13 mesi ed ha come “anno zero” il momento in cui Diocleziano divenne imperatore romano.

Il calendario rivoluzionario sovietico, che da oltre un secolo confonde gli studenti di tutto il mondo che studiano una rivoluzione d’ottobre, avvenuta però a novembre!

Quello etiope (solare).

Quello giuliano rivisto, che potrebbe essere anche più preciso del gregoriano!

E poi c’è il calendario dei Maya, che andò molto di moda qualche anno fa tra i catastrofisti di tutto il mondo.

Infine, nella lunga e complessa storia dei calendari, va ricordato il virtuoso – ma incompreso! – tentativo fatto nel 1930 di creare un calendario Mondiale.

Elisabeth Achelis pensò che, partendo dal calendario Gregoriano, si sarebbe potuto creare un calendario sempre uguale, senza anni bisestili, e propose di avere anni di 12 mesi da 30 o 31 giorni, con ma due giorni “extra”, contraddistinti da una lettera e non da un numero.

Questi giorni dovevano essere indicati come W che stava per “Worldsday”, giorno del mondo.

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STORIA DELL’ALBERO DI NATALE

Le origini dell’albero di Natale sono antichissime e piuttosto oscure.

Nella cultura di molti popoli pagani dell’Europa centro-settentrionale il sempreverde rappresentava la vita, la rinascita e la resistenza necessaria per sopravvivere durante la lunga stagione fredda e veniva decorato con delle luci durante le festività che si svolgevano a ridosso del solstizio d’inverno, il 21 dicembre.

Per i Druidi gli abeti, ed in generale i sempreverdi, avevano un valore magico: a loro veniva deputato il compito di traghettare gli uomini dal dominio delle tenebre a quello della luce.

Anche i Vichinghi credevano che l’abete rosso possedesse poteri magici, poiché non perdeva le foglie nemmeno durante l’inverno più gelido. Gli abeti, quindi, venivano tagliati, portati in casa e decorati con dei frutti,  aspettando che tornasse la primavera.

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YULE E L’ALBERO DI NATALE

L’abitudine di decorare alberi in vario modo appartiene dunque a numerose tradizioni, ma in particolare la nascita dell’albero di Natale si collega (come quella del ceppo natalizio!) a “Yule”, che nelle tradizioni germanica e celtica precristiana, coincide col solstizio d’inverno.

Nei linguaggi scandinavi, il termine Jul significa sia Yule che Natale, e viene talvolta usato anche per indicare altre festività di dicembre. Il termine si è diffuso anche nelle lingue finniche per indicare il Natale (in finlandese “Joulu”): il legame fra le due tradizioni è dunque evidente!

Anche i Romani usavano decorare le loro case con rami di pino durante le Calende di gennaio.

Con l’avvento del Cristianesimo l’uso dell’albero di Natale si affermò anche nelle tradizioni cristiane, anche se la Chiesa delle origini ne vietò l’uso sostituendolo con l’agrifoglio, le cui spine ricordavano la corona di Cristo.

L’ALBERO DI TALLINN

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Tuttavia l’uso “moderno” dell’albero di Natale sembrerebbe essere nato a Tallinn, in Estonia, nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, Raekoja Plats, attorno al quale giovani uomini e donne ballavano alla ricerca dell’anima gemella.

Altri sostengono, invece, che il primo albero di Natale vero e proprio fu introdotto in Germania nel 1611 dalla Duchessa di Brieg che, secondo la leggenda, aveva già fatto adornare il suo castello per festeggiare il Natale, quando si accorse che un angolo di una delle sale era rimasto completamente vuoto. Per questo, ordinò che un abete del giardino del castello venisse trapiantato in un vaso e portato in quella sala.

In Francia, invece, il primo albero di Natale fu addobbato nel 1840 dalla duchessa d’Orleans. I cattolici, infatti, dopo la riforma di Martin Lutero (1483-1546), consideravano un’usanza protestante quella di decorare alberi per celebrare il Natale e quindi erano un po’ diffidenti…

L’EPOCA VITTORIANA

L’unica cosa certa nella lunga e misteriosa storia dell’albero di Natale è che la sua diffusione in tutto il mondo è merito del principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della regina Vittoria, che, date le sue origini germaniche, volle introdurre nelle proprie residenze l’uso a lui familiare dell’albero di Natale.

La novità si estese presto come una moda in tutto il Regno Unito,  grazie soprattutto alla rivista “The Illustrated London News” che nel 1848 propose una litografia raffigurante la famiglia reale attorno all’albero di Natale, la tradizione invase ben presto tutte le case inglesi… o almeno quelle di chi se lo poteva permettere!

Da quel momento in poi le famiglie nobili e le più abbienti iniziarono a decorare le loro case sulla scia del palazzo reale. Per tradizione, l’albero si acquistava nei giorni precedenti il Natale, ma si decorava alla Vigilia (tradizione rimasta ancora oggi negli Stati Uniti).

Gli alberi venivano venduti senza radici, montati su una base in legno oppure liberi da appoggi, per essere infilati in grandi vasi pieni di terra; la base era ricoperta con drappi o con muschio su cui, in alcuni casi, veniva costruito un paesaggio con casette, fattorie, monti, ferrovie…

L’ALBERO DI NATALE IN ITALIA

In Italia la prima ad addobbare un albero di Natale fu la regina Margherita nella seconda metà dell’Ottocento al Quirinale, e da lei la moda si diffuse velocemente in tutto il paese. L’albero di Natale, infatti, è una delle poche tradizioni straniere ad essere arrivate in Italia quando era ancora una “novità”, ovvero ben prima della sua diffusione nella società consumistica del secondo dopoguerra.

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