IL CAMMINO DI SAN BENEDETTO

Questo è il racconto del viaggio di Stefano ed Alessandro – padre e figlio, 48 e 12 anni –  che, zaino in spalla, hanno percorso le prime 5 tappe del Cammino di San Benedetto.

Sono partiti il 7 luglio scorso ed hanno camminato per circa 18 km al giorno, attraversando parte dell’Umbria e del Lazio.

Le tappe del Cammino di San Benedetto

Il Cammino di San Benedetto è un percorso che tocca le località più significative nella vita del Santo: Norcia, dove nacque; Subiaco, dove pose le basi della sua regola; e Montecassino, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita dopo aver fondato l’abbazia che sarebbe diventata il luogo simbolo dell’Ordine Benedettino.

L’intero percorso è articolato in 16 tappe: Norcia, Cascia, Monteleone di Spoleto, Leonessa, Poggio Bustone, Rieti, Castel di Tora, Orvinio, Mandela, Subiaco, Trevi nel Lazio, Collepardo, Casamari, Arpino, Roccasecca e Montecassino.

Le tappe sono pensate per essere percorse a piedi (in circa 16 giorni) o in bici (in circa 7 giorni) e vedono l’alternarsi di sentieri, vie brecciate e strade asfaltate a bassa percorrenza.

Le credenziali dei pellegrini

Stefano ed Alessandro, prima di partire, si sono registrati sul sito www.camminodibenedetto.it per ottenere le “credenziali”, una sorta di passaporto dei pellegrini sul quale vengono apposti i timbri dei vari luoghi di passaggio e che dà diritto, una volta giunti a Montecassino, a ricevere il testimonium, cioè il documento di avvenuto pellegrinaggio. Le credenziali consentono anche di soggiornare a prezzi molto vantaggiosi nelle numerose strutture convenzionate, sparse lungo tutto il cammino.

Consigli ed informazioni utili

L’intero percorso è molto ben segnalato. Ovunque sono visibili i cartelli con il simbolo del Cammino, una “b” sovrastata da una croce di colore ocra.

In ogni caso, per sicurezza, i nostri due pellegrini avevano anche scaricato le tracce GPS del percorso presenti sul sito (è possibile scaricare le tracce GPS sia del percorso a piedi che in bici, costantemente aggiornate!).

Probabilmente i periodi migliori per partire sono la primavera e l’autunno.

A luglio l’afa non lascia tregua, tanto che non c’erano molti altri pellegrini lungo il cammino!

Infine, se state pensando anche voi di incamminarvi sulle orme di San Benedetto, alcuni consigli da parte di Stefano:

  • Se volete partire in gruppo preferite una compagnia poco numerosa (6 o 7 persone al massimo!) perché molte delle strutture ricettive sono piuttosto piccole e trovare alloggio tutti insieme diventerebbe difficile.
  • Se avete tempo a disposizione fate almeno 7 o 8 tappe, più si va avanti e più si entra nello spirito del Cammino.
  • Non organizzate proprio tutto, lasciate un po’ di spazio all’imprevisto. Spesso le esperienze migliori sono quelle capitano all’improvviso!
  • Il Cammino esiste grazie agli sforzi di tante piccole associazioni locali che, collaborando con gli ideatori del percorso, hanno ripristinato i vecchi sentieri. Il Cammino ha ridato vita a tanti piccoli borghi, spesso poco conosciuti, ma ricchi  di interesse per un viaggiatore attento. Quindi non abbiate fretta! Ogni tappa è una scoperta e solo viaggiando con calma avrete la possibilità di viverla a pieno!

GRAZIE A STEFANO ED ALESSANDRO PER AVER CONDIVISO LA LORO ESPERIENZA E LE IMMAGINI DEL LORO VIAGGIO! 

ABBAZIA DI MONTECASSINO

L’Abbazia di Montecassino è una delle più note al mondo.

Fu costruita nel 529 da San Benedetto e dai monaci che lo avevano seguito da Subiaco, dove già era stato eretto il Monastero di Santa Scolastica.

MONTECASSINO: UN PO’ DI STORIA

La lunga storia dell’Abbazia è fatta di alterne vicende di distruzione e rinascita.

Fu distrutta dai terremoti, saccheggiata dai Saraceni, bombardata nella Seconda Guerra Mondiale durante la terribile Battaglia di Cassino, ma è sempre risorta dalle sue ceneri.

L’Abbazia visse la sua epoca d’oro nell’XI secolo sotto la guida dell’Abate Desiderio, poi salito al Soglio Pontificio con il nome di Vittore III.

L’Abate Desiderio, oltre ad essere un uomo di fede, si rivelò un diplomatico lungimirante.

Instaurò un dialogo volto alla pace ed alla collaborazione con i dominatori Normanni e, durante il Grande Scisma, mantenne buoni rapporti con la chiesa d’Oriente. Grazie a lui giunsero da Bisanzio artisti ed architetti per aiutare nella ricostruzione dell’Abbazia che aveva subito una delle tante devastazioni della sua storia.

I lavori terminarono nel 1071 e la cerimonia per la consacrazione della chiesa fu uno degli eventi più importanti dell’XI secolo, vi presero parte vescovi, arcivescovi ed i reali Normanni.

Tuttavia ciò che ha reso l’abbazia famosa in tutto il mondo sono i monaci amanuensi.

Sono loro che, instancabili, lavoravano nello scriptorium cercando di catturare più luce possibile per copiare antichi codici.

E così, mentre ovunque c’erano le tenebre del Medioevo, in quest’Abbazia si lavorava per salvare le opere dei poeti, degli storici e dei naturalisti greci e latini.

Non è un caso che Montecassino sia nota come “Il faro della Civiltà Occidentale”.

I CHIOSTRI DELL’ABBAZIA DI MONTECASSINO

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L’Abbazia ha tre chiostri.

Nel primo, quello d’ingresso, è possibile ammirare il gruppo bronzeo raffigurante San Benedetto morente, dono del cancelliere tedesco Adenauer, mentre sotto il porticato si trova il mosaico del Cristo tra la Madonna e San Martino.

Usciti dal primo chiostro si entra nel secondo, quello del Bramante. Quello che oggi possiamo ammirare è il frutto di una ricostruzione basata sull’originale disegno del 1595. E’ sicuramente il più scenografico ed ospita, ai piedi della gradinata, la statua di San Benedetto, miracolosamente scampata ai bombardamenti del 1944, e quella di sua sorella Santa Scolastica.

Il terzo chiostro è quello dei benefattori, il cui disegno è attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane, la sua versione originale risale al 1513. Nel porticato sono state sistemate dal 1666 ben 24 grandi statue di Papi, Santi o Re.

LA BASILICA

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La facciata della Basilica è caratterizzata da tre porte bronzee: quella centrale fu eseguita a Costantinopoli nel XI secolo e reca scolpito l’elenco dei possedimenti dell’abbazia, quelle laterali sono un dono del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.

All’interno della basilica, ricostruita secondo il disegno originario seicentesco con molti dei materiali recuperati dalle macerie, oltre alle splendide cappelle laterali, troviamo gli affreschi di Annigoni, che hanno sostituito in parte quelli di Giordano, andati distrutti nel 1944.

L’altare maggiore è stato interamente ricostruito con elementi originali al di sopra del sepolcro di San Benedetto e Santa Scolastica.

Al di sotto dell’altare si trova cripta, completamente rivestita di mosaici policromi. Fu realizzata nel 1544 scavando nella viva roccia della montagna e fu l’unico posto che scampò ai bombardamenti Alleati del secondo conflitto mondiale.

Oggi l’Abbazia dispone anche di un Museo, sorto nel 1980 in occasione delle celebrazioni per il quindicesimo centenario della nascita di San Benedetto (che custodisce, tra l’altro, una splendida Natività del Botticelli),  di una Biblioteca, le cui origini si fanno risalire alla prima metà del VI secolo, e di una foresteria.

INFORMAZIONI UTILI

L’ Abbazia può essere raggiunta in auto (c’è un comodo parcheggio) o con il bus navetta che parte dalla stazione ferroviaria di Cassino.

Chi lo desidera può essere accolto nella foresteria interna del monastero per vivere alcuni giorni di ritiro spirituale seguendo i ritmi della quotidianità monastica.

Per conoscere gli orari di apertura al pubblico visita il sito Abbazia di Montecassino.

Per altre idee su cosa visitare nelle vicinanza dell’Abbazia leggi anche: COSA VEDERE IN PROVINCIA DI FROSINONE