LA CITTà DEL VATICANO

La Città del Vaticano è il più piccolo Stato sovrano del mondo, ha un’estensione di soli 0,44 kmq ed una popolazione di poco più di 800 anime. Però, a dispetto delle sue ridotte dimensioni, custodisce alcuni dei monumenti più belli del mondo!

Quindi, se stai pensando di andare nella Città del Papa, ecco alcuni suggerimenti per organizzare al meglio la tua visita.

CITTà DEL VATICANO: PIAZZA SAN PIETRO

Bellissima e maestosa, Piazza San Pietro è tra le piazze più celebri del mondo.

La sua storia è lunga e complessa.

Per secoli tutte le attenzioni furono rivolte alla realizzazione della grandiosa Basilica mentre la platea Sancti Petri – come veniva allora chiamata l’attuale piazza! – era stata lasciata in secondo piano. Quando finalmente arrivò il momento di dedicarsi alla sua realizzazione il problema principale che venne riscontrato fu quello di trasformare un semplice spazio in un’area monumentale, rappresentativa, ma anche funzionale.

Il progetto elaborato da Bernini nel 1656, e sostenuto da papa Alessandro VII Chigi, si presentò come la soluzione ideale al problema. Ancora oggi, infatti, Piazza San Pietro rappresenta uno dei migliori esempi di architettura ed urbanistica barocca.

La Piazza è ad ovato tondo. Questa forma venne scelta perché risultava più facile da realizzare rispetto ad un’ellisse, ma al contempo anche più insolita. L’ovato tondo è l’unione di due semicirconferenze che si intersecano nei rispettivi centri, unite da due archi di cerchio. Fu proprio questa particolare forma che permise a Bernini di affermare che:

“la chiesa di San Pietro, quasi matrice di tutte le altre doveva haver’ un portico che per l’appunto dimostrasse di ricevere à braccia aperte maternamente i Cattolici”.

LA BASILICA DI SAN PIETRO

Attraversata la Piazza, si accede alla Basilica di San Pietro.

È la più grande delle quattro basiliche papali di Roma, e spesso viene descritta come la più grande del mondo, sia per le sue dimensioni, che per la ricchezza con cui è decorata, ma anche, metaforicamente, in quanto centro spirituale della Cristianità.

Tuttavia, anche può sembrare strano, non è la cattedrale della diocesi di Roma, poiché questo titolo spetta alla basilica di San Giovanni in Laterano, che è anche la prima per importanza essendo “Madre e Capo di tutte le Chiese dell’Urbe e del Mondo”.

La costruzione dell’attuale basilica iniziò nel 1506, durante il pontificato di Giulio II, e si concluse nel 1626 sotto papa Urbano VIII.

Precedentemente, nello stesso sito, si trovava una chiesa del IV secolo, fatta costruire dall’imperatore Costantino I sull’area del circo di Nerone e di una vicina necropoli dove, secondo la tradizione, venne sepolto san Pietro dopo la sua crocifissione.

Oggi la Basilica di San Pietro è uno dei luoghi più affascinanti del mondo, un scrigno di capolavori unici.

Tra le meraviglie che è possibile ammirare al suo interno ci sono:

La Pietà di Michelangelo;

Il Monumento a Clemente XIII di Antonio Canova;

La Tomba di Innocenzo VIII del Pollaiolo;

Il Baldacchino dell’Altare realizzato da Bernini e Borromini.

Per apprezzare a pieno le bellezze della Basilica si può partecipare ad una visita guidata oppure si può optare per un’audioguida, più economica e comunque molto interessante!

CITTà DEL VATICANO: LE GROTTE

 Le grotte vaticane si estendono sotto la navata centrale della Basilica, tre metri più in basso del pavimento.

Sono una vera e propria chiesa sotterranea che occupa lo spazio in cui un tempo sorgeva la basilica costantiniana del IV secolo. Il termine “grotte” in realtà è improprio, si tratta più propriamente di un’intercapedine tra la vecchia basilica e quella attuale.

La pianta delle grotte, che si diramano in nicchie e corridoi, è quello di una chiesa a tre navate, le cui cappelle ospitano le sepolture dei papi. L’abside della chiesa ha come centro ideale la cappella di San Pietro a cui corrisponde, sopra le grotte, l’altare e la cupola michelangiolesca, mentre sotto, nella necropoli, la tomba del primo papa: l’apostolo Pietro.

LA CUPOLA

È una delle più grandi coperture in muratura mai costruite. Ha un diametro interno di circa 42 metri e porta l’altezza complessiva della Basilica, dalla base fino alla sommità, a oltre 130 metri.

Il suo progetto, a cui Michelangelo lavorò fino al 1564, anno della sua morte, segna il passaggio dall’architettura rinascimentale a quella barocca.

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Fonte: Pixabay

È uno dei simboli di Roma- anche se tecnicamente si trova in un altro stato! – ed anche uno dei punti panoramici più belli per godersi una vista a 360 gradi sulla Città Eterna.

Per raggiungere il Cupolone esistono due possibilità: andare a piedi (circa 550 gradini) o prendere l’ascensore e fare a piedi “solo” gli ultimi 320 gradini!

I MUSEI VATICANI

I Musei Vaticani sono il museo nazionale della Città del Vaticano. Vennero fondati da papa Giulio II nel XVI secolo e sono una delle raccolte d’arte più grandi ed importanti del mondo.

Per approfondire, leggi: 7 CURIOSITA’ SUI MUSEI VATICANI

CITTà DEL VATICANO: LA CAPPELLA SISTINA

“Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un’idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere”

Goethe

Le ragioni che rendono unica la Cappella Sistina sono essenzialmente due: è il luogo in cui si svolge il conclave per l’elezione del nuovo papa; ed è decorata dalle opere più conosciute e celebrate dell’intera storia dell’arte mondiale. Tra queste spiccano gli affreschi di Michelangelo che ricoprono la volta e lo straordinario “Giudizio Universale”.

I GIARDINI VATICANI

I giardini occupano poco più della metà dell’intero Stato di Città del Vaticano!

Fin dal 1279 sono stati un luogo di riposo e meditazione per i pontefici.

Il periodo di maggiore sviluppo architettonico dei Giardini fu tra il XVI ed il XVII secolo. Dal 2014 è in corso un piano di restauro di circa 570 opere che, da secoli, “vivono” nei Giardini, esposte alle intemperie ed altri fattori ambientali.

Si tratta di un luogo particolare, decisamente molto diverso dalla solita idea che si tende ad avere del Vaticano. Ruscelli, fontane, laghetti e roseti si fondono armoniosamente in questo polmone verde dello Stato più piccolo del mondo!

VATICANO: COSA VEDERE GRATIS?

Molti dei luoghi menzionati o delle varie esperienze che in essi è possibile fare sono a pagamento, tuttavia è anche possibile godere gratuitamente delle bellezze dello Stato del Vaticano.

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Fonte: Pixabay

Si possono visitare gratuitamente:

Piazza San Pietro;

La Basilica di San Pietro;

I Musei Vaticani (ogni ultima domenica del mese)

7 CURIOSITA’ SUI MUSEI VATICANI

I Musei Vaticani sono il museo nazionale della Città del Vaticano. Vennero fondati da papa Giulio II nel XVI secolo e sono una delle raccolte d’arte più grandi ed importanti del mondo.

In questo articolo ho raccolto 7 curiosità sui Musei Vaticani che dovresti assolutamente conoscere prima della tua visita!

L’INGRESSO DEI MUSEI VATICANI

La prima curiosità riguarda proprio l’ingresso di questo famosissimo polo museale.

I Musei, infatti, si trovano interamente all’interno del territorio vaticano, tuttavia il loro ingresso si trova in territorio italiano, in viale Vaticano n.6, a Roma.

UNA STORICA CHIUSURA

I Musei Vaticani furono fondati da papa Giulio II nel 1506.

Nella loro storia centenaria ci fu un solo episodio in cui vennero chiusi in modo del tutto straordinario.

Era il maggio del 1938 ed Adolf Hitler venne a Roma, ospite di re Vittorio Emanuele III e di Benito Mussolini. Papa Pio XI non lo volle ricevere e, per qualche giorno, si allontanò dalla città trasferendosi nella residenza di Castel Gandolfo. Inoltre, per evitare che il Führer potesse accedere al territorio vaticano, stabilì che il museo e la basilica fossero chiusi ad ogni visitatore durante il breve periodo della sua assenza.

LE ORIGINI

L’origine dei Musei Vaticani è legata al cosiddetto “Gruppo del Laocoonte”, noto anche come “Laocoonte e i suoi figli”.

La scultura rappresenta, appunto, Laocoonte ed i suoi due figli avvolti dalle spire di grossi serpenti marini. Secondo la mitologia greca, infatti, Laocoonte era un sacerdote di Apollo che tentò di convincere i Troiani a non accettare il cavallo di legno che i Greci sembravano aver donato loro. Atena, che desiderava la vittoria degli Achèi, mandò i serpenti affinché impedissero all’uomo di avvisare i Troiani.

La statua fu trovata il 14 gennaio 1506 in un vigneto nei pressi della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Papa Giulio II mandò Giuliano da Sangallo e Michelangelo Buonarroti, che lavoravano in Vaticano, ad esaminare la scoperta, e su loro consiglio acquistò subito la scultura dal proprietario della vigna. Un mese dopo l’opera fu esposta al pubblico in Vaticano.

MUSEI VATICANI ED ARTE PAGANA

C’è sempre stato uno strettissimo legame tra i Musei Vaticani e l’arte classica, come testimoniato dallo stesso “Gruppo del Laocoonte” che diede origine ai Musei. Tuttavia viene da chiedersi il perché.

Perché i Musei sorti nel cuore della cristianità sono così legati all’arte pagana?

Perché i Pontefici si sono sempre considerati i legittimi eredi della storia romana. L’Urbe pagana era diventata cristiana, l’imperium di Augusto era confluito nell’imperium sine fine della Chiesa Cattolica e Apostolica. I monumenti della civiltà romana, dunque, andavano conservati, custoditi e valorizzati ad maiorem Dei gloriam e a onore e splendore della Chiesa.

UN MUSEO AL PLURALE

I Musei Vaticani sono stati definiti “il Museo dei Musei”. Non si limitano ad accogliere le ricche collezioni di arte, archeologia ed etno-antropologia create dai Pontefici nel corso dei secoli, ma comprendono anche alcuni dei luoghi più esclusivi e artisticamente significativi dei Palazzi Apostolici.

Sono sempre chiamati al plurale perché sono costituiti da un enorme complesso di musei, gallerie, cappelle e sale:

I musei:

Pinacoteca Vaticana;

Collezione d’Arte Religiosa Moderna;

Museo Pio – Clementino;

Museo Missionario – Etnologico;

Museo Gregoriano Egizio;

Museo Gregoriano Etrusco;

Museo Pio Cristiano;

Museo Gregoriano Profano;

Padiglione delle Carrozze;

Museo Filatelico e Numismatico;

Musei della Biblioteca Apostolica Vaticana;

Museo Chiaramonti.

Le Gallerie:

Galleria Lapidaria;

Galleria detta Braccio Nuovo;

Galleria dei Candelabri;

Galleria degli Arazzi;

Galleria delle Carte Geografiche.

Le Cappelle:

Cappella Sistina;

Cappella Niccolina;

Cappella di Urbano VIII.

Le sale:

Sala della Biga;

Appartamento di San Pio V;

Sala Sobieski;

Sala dell’Immacolata;

Stanze di Raffaello;

Loggia di Raffaello;

Sala dei Chiaroscuri;

Appartamento Borgia;

Salette degli Originali Greci.

 I VOLTI MISTERIOSI DELLA SCUOLA DI ATENE

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Fonte: Pixabay

La Scuola di Atene, di Raffaello Sanzio, è sicuramente una delle opere più celebri custodite all’interno dei Musei Vaticani.

L’opera rappresenta una scena immaginaria che si svolge all’interno di un edificio classico, perfettamente rappresentato in prospettiva ed incorniciato da un arco. Le figure dei più celebri filosofi e matematici dell’antichità sono disposte su due piani, separati da una larga scalinata, nell’atto di discutere.

Nel corso dei secoli sono state elaborate infinite teorie sui volti dei vari personaggi. Infatti i filosofi del dipinto, in realtà, avrebbero le fattezze di vari artisti e personaggi del ‘500.  Secondo le ipotesi più accreditate Eraclito avrebbe il volto di Michelangelo, Platone quello di Leonardo, Euclide quello di Bramante, Apelle avrebbe le fattezze dello stesso Raffaello, mentre Ipazia sarebbe la rappresentazione di Francesco Maria I della Rovere.

LE SCALE DEL BRAMANTE

I Musei Vaticani ospitano due scale dette “del Bramante”. Una è quella originale, costruita appunto da Donato Bramante nel 1505, l’altra è una riproduzione moderna realizzata dall’architetto Giuseppe Momo del 1932.

Il progetto ideato dal Bramante era particolarmente innovativo, tanto da poter essere considerato un esempio per i futuri lavori manieristici, barocchi e addirittura contemporanei. La scala permetteva di raggiungere il Cortile delle Statue e la villa di Innocenzo VIII, senza attraversare il Palazzo Apostolico. Dunque era innanzitutto funzionale, soprattutto per gli studiosi e gli eruditi a cui Giulio II aveva aperto le porte.

La scala si trova in uno spazio normalmente chiuso al pubblico. E’ possibile visitarla solo in occasione di alcuni eventi straordinari o di visite guidate private.

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Fonte: Pixabay

La scala moderna, invece,  comunemente denominata “del Bramante”, fu progettata da Giuseppe Momo, scolpita da Antonio Maraini e realizzata dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli. Si ispira alla scala originale del Bramante e, come l’originale, è costituita da due spirali, una per la salita ed una per la discesa, che non s’incontrano mai.

MUSEI VATICANI: INFORMAZIONI UTILI

I Musei sono aperti dal lunedì al sabato, dalle 9:00 alle 18:00 (ultimo ingresso alle 16:00).

Dal 5 maggio al 28 ottobre il venerdì c’è un’apertura prolungata fino alle 22:30, mentre il sabato fino alle 20:00.

Ogni ultima domenica del mese c’è la possibilità di visitare i Musei gratuitamente dalle 9:00 alle 14:00 (ultimo ingresso alle 12:30).

I Musei Vaticani sono tra le mete più visitate al mondo, acquistare i biglietti online è davvero indispensabile per non passare tutta la giornata in coda!

All’interno dei Musei è possibile scattare fotografie senza flash, ma all’interno della Cappella Sistina è assolutamente vietato sia fare fotografie che girare video.

Per visitare il sito ufficiale dei Musei Vaticani clicca qui!

Leggi anche: ROMA: 3 PERCORSI D’ARTE GRATUITI

MADRID IN 3 GIORNI: COSA VISITARE

Madrid in 3 giorni: cosa visitare nell’ allegra e vivace capitale spagnola.

Se stai pensando di trascorrere qualche giorno a Madrid, ecco alcuni suggerimenti per organizzare al meglio il viaggio.

Iniziamo con alcuni consigli utili.

Per effettuare il trasferimento dall’aeroporto Barajas Adolfo Suárez al tuo hotel puoi scegliere tra la metropolitana, il treno, l’autobus oppure il taxi. Ti consiglio la metro. È sicuramente il mezzo più rapido, efficiente ed economico.

La metropolitana è anche il mezzo migliore per spostarsi in città. Per risparmiare un po’ potresti acquistare un abbonamento da 10 o più corse, utilizzabile anche da più persone contemporaneamente.

Una buona alternativa, se hai poco tempo, è utilizzare i bus turistici che fermano in tutti i punti di interesse della città. In realtà non sono una grande fan di questi mezzi, ma quando si ha poco tempo si rivelano utili.

Iniziamo il tour della capitale spagnola!

MADRID IN 3 GIORNI: IL TEMPIO DI DEBOD

Un tempio egizio come prima tappa del tour di Madrid? Sembra incredibile, ma è proprio così.

Ho voluto proporre il Tempio di Debod come primo luogo da visitare perché è stata la cosa più sorprendente che io abbia visito a Madrid. Prima di partire mi ero documentata e conoscevo la storia del tempio, ma trovarmi veramente lì è stata una cosa davvero surreale. Quella mattina avevamo già visitato il palazzo reale e fatto una passeggiata nella Gran Via e poi, all’improvviso, ci siamo ritrovati in Egitto! Devo dire che il fatto che fosse agosto e che la temperatura superasse i 40 gradi ha dato un certo tocco di realismo a quella suggestione!

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Originariamente il tempio era situato nella piccola località omonima, sulle rive del Nilo, vicino alla prima cateratta, nella Bassa Nubia. Ora, invece, si trova ad ovest della plaza de España, a fianco del Paseo del Pintor Rosales. In seguito al trasporto a Madrid, fu ricostruito in modo da rispettare approssimativamente l’orientamento originario, da est a ovest.

Il tempio di Debod fu regalato nel 1968 dell’Egitto alla Spagna, come ricompensa per aver contribuito a salvare i templi della Nubia, principalmente quello di Abu Simbel, in pericolo per la costruzione della diga di Assuan. L’Egitto donò quattro templi salvati a quattro diverse nazioni che avevano collaborato al salvataggio: Dendur agli Stati Uniti d’America (si trova attualmente al Metropolitan Museum ), Ellesija all’Italia (si trova presso il Museo Egizio di Torino), Taffa ai Paesi Bassi e Debod alla Spagna.

Il tempio risale al II secolo a.C., il suo nucleo più antico fu eretto sotto il faraone Tolomeo IV Filopatore ed è dedicato ad Amon e Iside.

IL PALAZZO REALE DI MADRID

Passiamo ora a qualcosa di decisamente più spagnolo: il Palazzo Reale di Madrid.

Il Palazzo Reale, noto anche come Palacio de Oriente dal nome della piazza su cui si affaccia, è ancora oggi la residenza ufficiale dei reali spagnoli anche se, di fatto, viene usato solo durante le cerimonie ufficiali. La famiglia reale, infatti, vive nel Palazzo della Zarzuela nella periferia della città.

L’edificio, costituito da 3418 stanze che insistono su un’area di 135 000 metri quadrati, è la più grande residenza reale d’Europa.

Il palazzo fu costruito nello stesso luogo in cui sorgeva l’Alcázar, la fortezza musulmana del IX secolo realizzata su ordine dell’emiro Mohamed I per difendersi dall’avanzata dei cristiani. Nel XVI secolo, dopo il trasferimento della capitale a Madrid, l’edificio divenne la residenza della famiglia reale spagnola. La vigilia di Natale del 1734, a causa di un terribile incendio, il palazzo andò distrutto.

La ricostruzione venne commissionata da Filippo V, il quale ordinò che il palazzo venisse ricostruito nello stesso luogo, ma che fosse fatto solo di pietra, per evitare futuri incendi. I lavori iniziarono nel 1735 e durarono ventisei anni. Il primo sovrano a stabilirsi nel palazzo fu Carlo III nel 1764.

LA CATTEDRALE DELL’ALMUDENA

È la chiesa più importante della città, dedicata alla patrona di Madrid, la Virgen de la Almudena, e si trova nella centrale piazza de la Armería, di fronte al Palazzo Reale.

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È stata consacrata solo nel 1993 da papa Giovanni Paolo II.

Il desiderio di avere una cattedrale nella capitale del regno, esisteva dai tempi di Filippo II, nel XVI secolo, ma la sua realizzazione venne sempre rimandata, principalmente a causa dell’opposizione degli arcivescovi di Toledo, che non volevano la separazione di Madrid dai territori della loro arcidiocesi.

La situazione si risolse nel 1885, quando papa Leone XIII decretò la creazione della diocesi di Madrid. Allora venne scelta come cattedrale la chiesa di Santa Maria de la Almudena, la cui costruzione era iniziata solo due anni prima, con la posa della prima pietra da parte di re Alfonso XII.

Il progetto iniziale era in stile neogotico, ma a seguito dei lavori fatti negli anni Cinquanta, lo stile originario rimase solo all’interno, mentre all’esterno prevalse quello neoclassico.

MADRID IN 3 GIORNI: IL MUSEO DEL PRADO

Il Museo del Prado è uno dei più importanti poli museali del mondo. Insieme al Museo Thyssen-Bornemisza e al Museo Reina Sofía, forma il Triangolo d’oro dell’arte di Madrid, iscritto nella Lista del Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO nel 2021.

Vi sono esposte opere dei maggiori artisti italiani, spagnoli e fiamminghi, fra cui Mantegna, Raffaello, El Greco, Rubens, Tiziano, Caravaggio, Velázquez, Rembrandt e Goya.

IL PARCO DEL RETIRO

Il parco, così come il palazzo Reale del Buon Ritiro, furono progettati e realizzati nella prima metà del XVII secolo, quando il conte di Olivares, donò al re Filippo IV alcuni terreni affinché fosse creato uno spazio per gli ozi di corte, in prossimità del Monastero de los Jerónimos. L’area originale del parco era di 145 ettari e la collocazione era nelle immediate vicinanze del nucleo urbano di Madrid.

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Oggi il parco è diventato un enorme oasi verde nel cuore della città, molto amato e frequentato dai madrileni.

All’interno del parco i principali luoghi d’interesse sono:

il lago artificiale dominato dal Monumento ad Alfonso XII;

il Palacio de Cristal, costruito nel 1887 e che oggi ospita esposizioni temporanee;

la Rosaleda, un bellissimo roseto progettato nel 1915;

il Paseo de la Argentina o Viale delle Statue;

il Palazzo di Velázquez, costruito in occasione dell’Esposizione Nazionale del 1883;

la Fontana dell’Angelo Caduto che rappresenta Lucifero nel momento della sua caduta dal Cielo;

la Casita del Pescador, una piccola casetta circondata da uno stagno, dove il re e i membri della famiglia reale erano soliti andare a pescare.

MADRID IN 3 GIORNI: LE PIAZZE

Plaza Mayor è una delle più celebri di Madrid. Ha più volte cambiato nome nel corso della sua lunga storia. È stata inizialmente Plaza del Arrabal, poi divenne Plaza de la Constitución, in seguito Plaza de la República e solo dopo la Guerra Civile divenne Plaza Mayor. Un tempo era il luogo in cui si svolgeva il mercato, ma fu anche teatro di esecuzioni, processi dell’Inquisizione e corride. Oggi è uno dei salotti più amati della città.

L’aspetto attuale di Puerta del Sol è lo stesso che la piazza aveva già nel XVI secolo. Tuttavia fu solo nel Settecento che raggiunse la tutta la sua importanza come centro nevralgico della città. Il Palazzo delle Poste (la Casa de Correos) è l’edificio più importante della piazza e fu costruito nel 1768. Il palazzo oggi è conosciuto soprattutto per il suo orologio che, la notte di Capodanno, fa suonare i 12 rintocchi durante i quali è tradizione mangiare altrettanti chicchi d’uva.

Inoltre nella piazza si trovano anche altri due punti d’interesse: la Statua dell’Orso ed il Chilometro Zero. La prima è il vero e proprio simbolo della città, riprodotto anche sulla bandiera di Madrid sin dal XIII secolo. Mentre il Chilometro Zero è il punto iniziale da cui si diramano tutte le strade spagnole.

Infine c’è Plaza España. La piazza, che risale al XVIII secolo, è dominata da una grande statua del celebre romanziere, poeta e drammaturgo spagnolo Miguel de Cervantes Saavedra. Il monumento, costruito nel 1925, è costituito da una scultura in pietra di Cervantes che sovrasta le sculture di Don Chisciotte e Sancho Panza, una fontana e uno stagno.

LA GRAN VIA

La sua costruzione risale al 1910, ma i progetti per la realizzazione di un grande viale elegante che attraversasse il centro della città erano già stati fatti durante la seconda metà dell’Ottocento. Oggi la Gran Via ospita ristoranti, cinema, teatri e tantissimi negozi che vanno dalle firme internazionali ai grandi magazzini come il Corte Ingles, il più importante della Spagna.

LO STADIO SANTIAGO BERNABEU

Infine, se sei un amante del calcio (o se come me viaggi con un amante del calcio!) non puoi perdere l’occasione di visitare il famoso Stadio Santiago Bernabeu. Lo stadio è di proprietà del Real Madrid e ospita le partite della squadra dal 1947.

È un’enorme struttura in grado di ospitare 80.000 spettatori. La visita comprende anche la sala dei trofei del Real Madrid, il palco presidenziale, la zona tecnica e gli spogliatoi della squadra ospite.

LEGGI ANCHE:

6 COSE DA FARE A TORINO

6 cose da fare a Torino è una mini-guida per chi ha in programma di trascorrere qualche giorno nel capoluogo piemontese.

Questa breve guida è pensata per chi visita la città per la prima volta, o comunque la conosce poco e vuol farsi un’idea generale.

Nell’articolo andremo alla scoperta dei principali luoghi della città, delle attrazioni turistiche più belle ed importanti, ma anche di qualcosa di goloso da provare!

6 COSE DA FARE A TORINO: VIAGGIARE NEL TEMPO FINO ALL’ANTICO EGITTO

Al n.6 di via Accademia delle Scienze, in uno splendido palazzo barocco, si trova il Museo Egizio più antico del mondo. È considerato il museo di antichità egizie più importante dopo quello del Cairo. Una destinazione da non perdere per conoscere una delle civiltà più affascinanti della Storia.

Nel 2013 il museo è stato inserito dal quotidiano britannico The Times nella classifica dei 50 migliori musei del mondo. Dopo i lavori di ristrutturazione avvenuti nel 2015, il Museo ha raddoppiato i suoi spazi espositivi e rinnovato il percorso museale che, ad oggi, si sviluppa su 4 piani e comprende 15 sale.

Per saperne di più leggi anche: IL MUSEO EGIZIO DI TORINO

GUARDARE IL PANORAMA DAL TEMPIETTO DELLA MOLE

La Mole Antonelliana è il simbolo architettonico di Torino. Inizialmente venne concepita per essere una Sinagoga e, solo in seguito, il Comune pensò di acquistarla per farne un monumento all’unità nazionale.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1863 e terminarono nel 1889. All’epoca, con i suoi 167 metri e mezzo d’altezza, era l’edificio in muratura più alto d’Europa.

Nel 1961, in occasione delle celebrazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia, venne inaugurato l’Ascensore panoramico che, successivamente ristrutturato, consente ancora oggi di salire fino al tempietto che si trova a 85 metri d’altezza ed ammirare la straordinaria vista sulla città e sull’arco alpino che le fa da cornice.

La Mole, inoltre, ospita lo splendido Museo Nazionale del Cinema, una meta da non perdere, anche per chi viaggia con i bambini!

Per saperne di più leggi anche: IL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA

GUSTARE UN BICERIN NEL “SALOTTO DI TORINO”

Piazza San Carlo è tra le più belle ed importanti piazze della città, tanto da essersi guadagnata l’appellativo di “salotto di Torino”.

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Nel corso dei secoli l’attuale Piazza San Carlo ha più volte cambiato nome: prima è stata Piazza Reale, poi Piazza d’Armi e Place Napoléon durante il periodo napoleonico.

Come nel caso di molti altri luoghi e monumenti torinesi, la storia della piazza è strettamente intrecciata alle vicissitudini della famiglia Savoia. Venne, infatti, inaugurata nel 1638 per volontà del Duca di Savoia che, dopo aver spostato la capitale del regno a Torino, voleva espandere la città verso Sud. Al centro della piazza si trova una statua equestre di Emanuele Filiberto, mentre, sul lato sud, sorgono le due chiese gemelle in stile barocco, quella di San Carlo Borromeo del 1619 e quella di Santa Cristina costruita nel 1639.

Tuttavia Piazza San Carlo è nota soprattutto per l’importante ruolo sociale che svolse fin dalla sua realizzazione. Il suo perimetro, infatti, è costellato di caffè, luoghi tipicamente dedicati al ritrovo di intellettuali e uomini di cultura, ma anche di nobili e reali. Tra questi ci sono anche i famosi Caffè San Carlo e Caffè Torino.

Quindi quale luogo migliore per gustare una delle bevande tipiche del capoluogo piemontese? Il Bicerin – letteralmente bicchierino- noto anche come Bicerin ‘d Cavour, è una storica bevanda calda composta da caffè, cioccolato e crema di latte.

Si ritiene che la sua origine sia dovuta al Caffè Confetteria Al Bicerin dal 1763, storico locale di piazza della Consolata che ne conserva gelosamente la ricetta. È comunque possibile gustare un Bicerin anche nelle altre caffetterie di Torino.

6 COSE DA FARE A TORINO: VISITARE IL DUOMO

Il Duomo di Torino è dedicato a San Giovanni Battista e sorge nell’omonima piazza, nei pressi dei Musei Reali ed a pochi passi da piazza Castello. Il Duomo è l’unica chiesa in stile rinascimentale di Torino e, sicuramente, è tra le più belle della città.

L’edificio, voluto fortemente dai Savoia e dal vescovo Domenico della Rovere, fu costruito tra il 1491 e il 1498 ad opera di Amedeo de Francisco di Settignano. Nel corso del Seicento il Duomo è stato ampliato per ospitare la Sacra Sindone, che, nel frattempo, era stata portata a Torino dalla famiglia Savoia.

Si può visitare la Cappella della Sindone acquistando il biglietto di ingresso ai Musei Reali di Torino che, tra l’altro, consente di accedere anche ai seguenti percorsi: Palazzo Reale, Armeria Reale, Galleria Sabauda, Museo Antichità sezione Torino con uscita verso i Giardini.

CONCEDERSI UNA PAUSA NEL VERDE

Oggi la qualità della vita in una città è sempre più legata all’attenzione alla sostenibilità ambientale, cosa che si riflette molto negli spazi verdi di cui le persone possono fruire.

Il Parco del Valentino è un’area verde nel centro di Torino in cui è possibile “staccare” dalla città, passeggiare o andare in bici e, magari, trovare riparo dal sole sotto qualche albero frondoso.

Le origini del Parco del Valentino di Torino risalgono alla seconda metà del 1600, quando la città fu al centro di una intensa fase di urbanizzazione. Oggi il parco si distingue anche per la presenza del famoso Borgo Medievale di Torino, nato per rendere tributo alle antiche tradizioni storiche e culturali del Piemonte e delle regioni limitrofe.

6 COSE DA FARE A TORINO: CERCARE IL SANTO GRAAL

Piazza Vittorio Veneto, che i torinesi chiamano semplicemente Piazza Vittorio, con i suoi 38.000 metri quadri di superficie, è la piazza più grande di Torino ed una delle maggiori d’Europa.

La piazza si trova nel centro di Torino, sulle rive del Po, ed il suo perimetro è formato da lunghissimi portici sotto cui si trovano numerosi caffè e locali. Attraversando Ponte Vittorio Emanuele I, che si trova di fronte la piazza, si arriva alla Chiesa della Gran Madre di Dio, una delle più belle ed importanti di Torino, legata a molte leggende che riguardano la magia bianca.

La chiesa, in stile neoclassico, sorge in una posizione molto suggestiva, proprio ai piedi della collina torinese. Fu commissionata dai Decurioni, ossia gli amministratori della città di Torino, nel 1814 per celebrare il ritorno di Vittorio Emanuele I di Savoia dopo la sconfitta di Napoleone. Infatti sul timpano compare l’epigrafe “ORDO POPULUSQUE TAURINUS OB ADVENTUM REGIS”, ossia “la nobiltà ed il popolo di Torino per il ritorno del re”.

L’interno è a pianta circolare e la cupola, realizzata dall’architetto Bonsignore, si ispira al Pantheon di Roma.

Nella chiesa sono custodite le statue di San Maurizio, della Beata Margherita di Savoia, del Beato Amedeo di Savoia e di San Giovanni Battista.

Secondo gli appassionati di esoterismo, la chiesa della Gran Madre custodisce il Santo Graal, sepolto tra le due statue che rappresentano la Fede e la Religione. Sicuramente si tratta di un edificio molto suggestivo, anche solo per via della sua posizione, se poi a questo si aggiungono i significati attribuitigli da chi ritiene che Torino sia il centro di un forte potere energetico, appare facile capire perché siano sorte tante leggende intorno a questo luogo.

PS. Non ho dimenticato il Palazzo reale, né le Residenze Sabaude: saranno l’argomento di un articolo ad hoc!

Se vuoi visitare più siti di Torino o, più in generale, del Piemonte, la TORINO + PIEMONTE CARD è un’ottima soluzione! Con la Card avrai diritto a:

  • Ingresso gratuito (o scontato) a tutti i musei, attività e luoghi inclusi a Torino e in Piemonte
  • 10% di sconto sui biglietti dell’autobus City Sightseeing Torino
  • Accesso scontato ai principali servizi turistici di Torino: ascensore panoramico della Mole Antonelliana, tram a cremagliera Sassi – Superga, bus navetta “Venaria Express
  • Accesso scontato al trasporto pubblico GTT
  • Un opuscolo digitale con la lista completa dei musei, attività e luoghi inclusi a Torino e in Piemonte

IL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA

Il museo nazionale del cinema di Torino si trova all’interno di uno dei simboli della città: la Mole Antonelliana.

Si tratta di uno spazio museale in continua evoluzione, in grado di coinvolgere, educare ed emozionare. Una meta imperdibile per tutti gli appassionati di cinema, ma anche per tutte le famiglie che cercano un’attività divertente ed insolita da condividere con i più piccini.

Il museo, infatti, consente di conoscere meglio il cinema, la sua storia e le sue origini attraverso percorsi a tema, visite animate e tante iniziative dedicate ai bambini.

LA MOLE

È il simbolo architettonico di Torino.

Non tutti sanno che, inizialmente, venne concepita per essere una Sinagoga e, solo in seguito, fu invece acquistata dal Comune per farne un monumento all’unità nazionale.

Il suo nome è legato sia alle sue notevoli dimensioni, che all’architetto la progettò: Alessandro Antonelli.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1863 e terminarono nel 1889. All’epoca, con i suoi 167 metri e mezzo d’altezza, era l’edificio in muratura più alto d’Europa.

Nel 1961, in occasione delle celebrazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia, venne inaugurato l’Ascensore panoramico che, successivamente ristrutturato, consente ancora oggi di salire fino al tempietto che si trova a 85 metri d’altezza ed ammirare la straordinaria vista sulla città e sull’arco alpino che le fa da cornice.

VISITARE IL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA

I percorsi di visita del museo sono un susseguirsi di scenografie, proiezioni e giochi di luce. Si tratta di una delle più emozionanti esposizioni dedicate al cinema, capace di trasportare il visitatore letteralmente all’interno della magia di un film.

Si ha la possibilità di scoprire in prima persona quali sono i segreti nascosti dietro la macchina da presa e quali fasi precedono la proiezione del film. Tutto questo attraverso un itinerario che alterna storia ed interattività. Partendo dal teatro d’ombre e le prime affascinanti lanterne magiche, fino ad arrivare ai più spettacolari effetti speciali del cinema moderno ed alla realtà virtuale.

INFORMAZIONI UTILI

Il Museo Nazionale del Cinema si trova in Via Montebello n.20.

Il giorno di chiusura è in martedì.

Tutti gli altri giorni è aperto dalle 9:00 alle 19:00.

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La Biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura. L’Ascensore effettua l’ultima discesa dal Tempietto 10 minuti prima della chiusura. La coda esterna può essere chiusa anticipatamente e senza preavviso per permetterne lo smaltimento entro l’orario di chiusura del Museo e dell’Ascensore panoramico.

Durante il weekend e nei giorni festivi è consigliabile organizzare anticipatamente la propria visita acquistando il biglietto online.

Il biglietto intero è di 12,00 Euro per il solo museo; di 9,00 Euro per il solo ascensore panoramico; e di 17,00 Euro per entrambi.

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I più sportivi possono anche salire a piedi sulla Cupola. Questo è consentito solo il Sabato, la Domenica ed i giorni festivi, a partire dalle 10:20.

La visita alla Cupola è sconsigliata ai visitatori affetti da difficoltà motorie, gravi difetti della vista o dell’udito. Inoltre, nei mesi più caldi, la salita alla cupola può essere sospesa per motivi di sicurezza.

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Leggi anche: IL MUSEO EGIZIO DI TORINO

IL MUSEO EGIZIO DI TORINO

Uno splendido palazzo barocco nel centro di Torino ospita il Museo Egizio più antico del mondo.

È considerato il museo di antichità egizie più importante dopo quello del Cairo. Una destinazione da non perdere per conoscere una delle civiltà più affascinanti della Storia.

In questo articolo scopriremo le origini del museo, ma anche tante informazioni utili per organizzare la tua visita!

MUSEO EGIZIO DI TORINO: LE ORIGINI

Il legame tra Torino e l’Egitto risale a molti anni prima della fondazione del Museo, avvenuta nel 1824.

Era, infatti, il 1563 quando i Savoia spostarono la loro capitale da Chambery a Torino. Il clima del periodo spingeva i nobili a cercare nella religione e nella mitologia le proprie origini, nobilitando la fondazione delle loro capitali. Proprio in quel frangente Carlo Emanuele I acquistò una tavoletta bronzea nota come la Mensa isiaca.

La Mensa suscitò enorme interesse fra gli studiosi tanto che, verso la metà del XVIII secolo, fu inviata una spedizione in Egitto per scoprire qualcosa in più sulle sue origini.

Nel 1759 il professore Vitaliano Donati, botanico ed appassionato egittologo, fu incaricato di effettuare degli scavi in Egitto. Tutto il materiale rinvenuto- tra cui le grandi statue del faraone Ramses II e delle dee Sekhmet e Iside- fu inviato a Torino.

A seguito delle campagne napoleoniche, in tutta Europa scoppiò una vera e propria moda per il collezionismo di antichità egizie. Bernardino Drovetti, console generale di Francia durante l’occupazione in Egitto, collezionò in questo periodo più di 7000 pezzi tra statue, sarcofaghi, mummie, papiri, amuleti e monili vari. Drovetti, nel 1816, offrì alla Francia la sua collezione, ma in seguito al rifiuto del governo di Parigi, propose la stessa al re Carlo Felice che, invece, acquistò tutto per la cifra di 400.000 lire e, unendovi altri reperti di antichità classiche di Casa Savoia, diede vita al primo Museo Egizio del mondo.

IL MUSEO OGGI

Il museo è dedicato esclusivamente all’arte ed alla civiltà egizia. Al suo interno si possono trovare gruppi statuari, mummie, papiri, arredi funerari e di uso comune e tutto ciò che riguarda l’antico Egitto, compresi animali imbalsamati.

Nel 2013 il museo è stato inserito dal quotidiano britannico The Times nella classifica dei 50 migliori musei del mondo. Dopo i lavori di ristrutturazione avvenuti nel 2015, il Museo ha raddoppiato i suoi spazi espositivi e rinnovato il percorso museale che, ad oggi, si sviluppa su 4 piani e comprende 15 sale.

INFORMAZIONI UTILI

Il museo di trova in via Accademia delle Scienze n.6.

Per raggiungere il Museo dalla stazione Porta Nuova:

  • A piedi si impiegano circa 10-15 minuti prendendo via Lagrange (che poi diventa via Accademia delle Scienze)
  • Con l’autobus si può scegliere tra il numero 58 e il numero 58B (per entrambi, fermata BERTOLA- 1642)
  • Infine il tram è il numero 4 (fermata BERTOLA – 247).

Per raggiungere il Museo dalla stazione di Porta Susa:

  • A piedi si impiegano circa 20-25 minuti
  • Con l’autobus si può scegliere tra i numeri 51 (fermata BERTOLA – 469), 56 (fermata CASTELLO – 471), 57 (fermata BERTOLA – 1642), 72 e 72B (per entrambi, fermata BERTOLA – 2179)
  • Infine il tram è il numero 13 (fermata CASTELLO – 471). Anche le linee Star 1 e Star 2 conducono nei pressi del Museo (fermata ROMA – 4058).

Il Museo è aperto tutti i giorni. Il Lunedì solo di mattina dalle 9:00 alle 14:00. Dal Martedì alla Domenica, invece, è aperto dalle 9:00 alle 18:30.

Il biglietto intero costa 18 Euro a persona. Per informazioni su tariffe speciali e promozioni clicca qui!

È obbligatorio acquistare il biglietto on-line.

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Leggi anche: GUIDA ALLA GALLERIA DEGLI UFFIZI

GUIDA ALLA GALLERIA DEGLI UFFIZI

Consigli ed informazioni utili per organizzare la tua visita alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

Gli Uffizi fanno parte del complesso museale denominato “Gallerie degli Uffizi” che comprende, oltre alla Galleria, anche il Corridoio Vasariano, le collezioni di Palazzo Pitti ed il Giardino di Boboli. Questi siti, insieme, costituiscono uno dei più importanti musei del mondo.

In questo tempio dell’arte è possibile ammirare opere di Giotto, Leonardo, Botticelli, Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Dürer e Rubens, solo per citarne alcuni. Proprio a causa dell’abbondanza di opere di ineguagliabile bellezza è facile sentirsi un po’ smarriti e non sapere esattamente da dove iniziare per organizzare al meglio la propria visita agli Uffizi. Ecco perché ho pensato di creare una guida con le informazioni di base per orientarsi nella Galleria e non perdere nessuna delle principali opere esposte.

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Fonte: Unsplash

LA NASCITA DELLA GALLERIA DEGLI UFFIZI

Prima di partire alla scoperta delle opere d’arte esposte agli Uffizi, però, non si può non parlare delle origini dell’edificio che le custodisce, essendo esso stesso una pregevole opera architettonica.

Nel 1560 il duca Cosimo I de’ Medici volle riunire in un unico edificio le più importanti magistrature fiorentine (dette uffici). In questo modo, infatti, il vecchio Palazzo della Signoria sarebbe stato affiancato da una nuova sede governativa, consona alla potenza politica e militare di Firenze. Il luogo scelto per la costruzione dell’edificio fu un lembo di terra posto tra Piazza della Signoria ed il lungarno, nel quartiere popolare della Baldracca.

I lavori furono affidati a Giorgio Vasari ed il progetto prevedeva un edificio a forma di “U”, costituito da un braccio lungo a levante, da incorporarsi con l’antica chiesa di San Pier Scheraggio, da un tratto breve affacciato sul fiume Arno e da un braccio corto a ponente, inglobando la Zecca Vecchia.

Nel 1565 venne aggiunto un nuovo elemento alla struttura iniziale. Il duca, infatti, in occasione del il matrimonio del figlio Francesco con Giovanna d’Austria, ordinò di creare una via soprelevata e segreta tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti, la nuova residenza dei Medici. Nacque così il celebre Corridoio Vasariano.

L’opera iniziata da Cosimo I e Giorgio Vasari fu completata, però, dai loro successori: Francesco I e Bernardo Buontalenti.

Con il tempo l’edificio si arricchì di una serie di dipinti a grottesche, il nuovo duca fece allestire nella Loggia al secondo piano quello che si sarebbe rivelato come il nucleo iniziale della collezione della Galleria, mentre il Buontalenti creò la Sala della Tribuna ispirandosi alla Torre dei Venti di Atene descritta da Vitruvio nel primo libro dell’Achitettura.

Nel 1737 l’ultima discendente dei Medici, Anna Mara Luisa, affidò la Galleria ai Lorena imponendo, però, che le magnifiche collezioni d’arte restassero per sempre a Firenze con lo status di “beni inalienabili”.

PERCOSI DI VISITA

Al piano terra della Galleria troverai la biglietteria, gli ingressi e servizi vari come la caffetteria ed il guardaroba, salendo il cosiddetto “scalone granducale” arriverai al secondo piano, ovvero il punto di partenza della tua visita.

I percorsi suggeriti sono essenzialmente 2: quello veloce (che dura circa un’ora e mezza) e quello classico (della durata superiore alle 2 ore). Io ti suggerisco il percorso classico, che è anche quello che seguiremo idealmente in questo articolo.

Comunque, in breve, il percorso veloce riguarda il secondo piano del museo e consente di scoprire tutti i massimi capolavori del Rinascimento che hanno reso celebre la Galleria degli Uffizi nel mondo. In questo caso l’uscita è tramite lo “scalone dei Lanzi” che, una volta percorso, non dà più la possibilità di accedere ai servizi guardaroba ed audioguide.

Invece il percorso classico si snoda tra il secondo ed il primo piano, al quale si scende tramite lo scalone Buontalenti, e consente di ammirare anche le opere del Rinascimento veneto (Tiziano e Giorgione), del Cinquecento, della Controriforma, di Caravaggio e Rembrandt.

VISITARE LA GALLERIA DEGLI UFFIZI: IL SECONDO PIANO

Le prime sale del secondo piano sono dedicate alle opere del Duecento e Trecento.

Potrai ammirare la Madonna Rucellai di Duccio Boninsegna, la Maestà di Santa Trinità di Cimabue e la Madonna di Ognissanti di Giotto. Queste opere colpiscono per la loro regale bellezza, per l’uso dei colori e per la capacità di comunicare un’idea di cambiamento. Infatti, anche senza essere dei grandi esperti di arte, è facile notare in loro il seme di quello che poi sarebbe diventato il Rinascimento!

Seguono le sale dedicate alla pittura del primo Rinascimento, dagli anni venti del Quattrocento alla metà del secolo. In questo gruppo di opere spiccano quelle di Masaccio, di Paolo Uccello e di Beato Angelico. Segue poi Filippo Lippi, sviluppatore delle proposte di Masaccio e traghettatore dell’arte fiorentina verso il cosiddetto “primato del disegno”. Qui si trova anche lo straordinario Doppio ritratto dei duchi d’Urbino di Piero della Francesca, una delle opere più iconiche dell’estetica rinascimentale.

Da qui è tutto un susseguirsi di impareggiabile bellezza.

Innanzitutto ci sono le sale dedicate Sandro Botticelli con capolavori come la Primavera e la celeberrima Nascita di Venere, ma anche la commovente Pallade e il Centauro, un’allegoria dell’animo umano diviso tra ragione ed impulsività, ma sempre guidato dalla sapienza divina.

Dopo la sala delle carte geografiche e lo Stanzino delle Matematiche c’è la Tribuna, una saletta ottagonale che rappresenta la parte più antica della galleria. Venne commissionata da Francesco I per sistemarvi tutti i pezzi più preziosi delle collezioni medicee. Divenne molto popolare ai tempi del Grand tour e pare che fu un’ispirazione per le Wunderkammer (camere delle meraviglie) di numerosi nobili europei.

Seguono le sale dedicate al Rinascimento fuori dai confini di Firenze con opere, tra gli altri, di Mantegna, Bellini ed Antonello da Messina.

Il tour delle sale del secondo piano termina con il Secondo Rinascimento. Qui troviamo Leonardo, Michelangelo, Raffaello e Durer.

Innanzitutto sono esposte le opere che documentano gli esordi artistici di Leonardo da Vinci, partendo dal Battesimo di Cristo, opera del suo maestro Verrocchio nella quale il giovane Leonardo dipinse la testa dell’angelo di sinistra. Un’altra opera giovanile è l’Annunciazione. Mentre L’Adorazione dei Magi, rimasta incompiuta, trasmette il senso innovatore del genio di Leonardo, con una composizione originalissima incentrata sulla Madonna e il Bambino in un rutilante scenario di numerose figure in movimento.

Nelle sale successive si può ammirare il capolavoro di Michelangelo noto come il Tondo Doni, una sacra famiglia conservata nella sua cornice originale, probabilmente disegnata dallo stesso Michelangelo. Quest’opera è tra le più emblematiche del Cinquecento e di grande importanza nella storia dell’arte poiché pone le basi per il Manierismo.

Tra le opere di Raffaello spiccano, invece, il Ritratto di Elisabetta Gonzaga (duchessa di Urbino), la magnifica Madonna col Bambino e San Giovannino detta “Madonna del Cardellino” ed i Ritratti di Agnolo e Maddalena Doni. Agnolo, lo stesso che commissionò a Michelangelo il Tondo Doni, era un ricco mercante di stoffe, esponente di spicco dell’alta borghesia fiorentina, sposato con l’aristocratica Maddalena Strozzi.

I ritratti dei coniugi Doni formavano un dittico tenuto insieme da una “incorniciatura a sportello” che permetteva la visione di entrambi i versi delle due tele. Infatti sul retro di quella raffigurante Agnolo c’è il Diluvio degli Dei, mentre sul retro di quello raffigurante Maddalena c’è rinascita dell’umanità grazie a Deucalione e Pirra. Si tratta di scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio attribuite ad un collaboratore del giovane Raffaello.

VISITARE LA GALLERIA DEGLI UFFIZI: IL PRIMO PIANO

Tornando indietro, tra le sale dedicate a Leonardo e Michelangelo, si trova lo scalone Buontalenti che conduce alle sale del primo piano. Qui si possono ammirare, tra le altre, le opere del Correggio, del Parmigianino e del Bronzino. Seguono poi le sale dedicate a Tiziano con Flora e la splendida Venere di Ubino, una delle opere più celebri del pittore. In questa tela Tiziano conferma il suo straordinario talento nel conferire intensità e carattere ai personaggi, nonché una sapienza ineguagliabile nel restituire la morbidezza degli incarnati e le qualità dei materiali.

Successivamente si trovano le intense rappresentazioni di Giuditta decapita Oloferne e S. Maria Maddalena, entrambe di Artemisia Gentileschi.

È poi la volta delle opere di uno degli artisti italiani più tormentati ed iconici, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. In particolare si possono ammirare lo Scudo con testa di Medusa, Il sacrificio di Isacco e Bacco.

La visita alla Galleria termina con alcune sale dedicate ad artisti stranieri come Rembrandt, Rubens e Van Dick. Una delle mie opere preferite si trova, invece, nella sala chiamata “Lume di Notte”, si tratta dell’​​​​​​​Adorazione del Bambino di Gerrit van Honthorst, noto in Italia come Gherardo delle Notti.

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L’artista conobbe Caravaggio a Roma, nei primi anni del Seicento, e ne rimase fortemente influenzato. In quest’opera, l’uso magistrale del colore, fa sì che il Bambino emani una luce divina capace di rendere tutto dolce e soffuso, accarezzando in particolare il volto della Vergine. San Giuseppe si appoggia al suo bastone contemplando il Bambino con un’espressione mista di amore e gioia. Lo sguardo dei due angioletti è colmo di umanissima commozione, i loro sorrisi sono spontanei come quelli di bambini ritratti dal vero.

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