Amo l’autunno. I colori caldi ed avvolgenti. Le strade che profumano di castagne e vin brulè.
Tutte le stagioni hanno qualcosa di bello, ma l’autunno ha qualcosa di unico. Forse è la promessa di un cambiamento. O forse è la capacità di lasciarsi andare, di perdere tutto, ma senza rancore, solo per poter ricominciare.
Inoltre l’autunno è una stagione perfetta per viaggiare e, magari, per visitare posti in cui non siamo mai stati prima. La temperatura è ancora mite e si può visitare una meta con più tranquillità perché c’è meno gente in giro.
Quindi, se stai pensando ad una vacanza o un week-end autunnale, ecco alcune idee.
AUTUNNO A VIPITENO
Vipiteno è uno dei Borghi più belli d’Italia. L’autunno è il periodo ideale per lasciarsi affascinare da questa cittadina che sembra uscita da una fiaba. Potrai passeggiare tra le pittoresche vie del centro, ammirare i palazzi signorili e le piazze medievali, concederti un po’ di shopping tra i negozi di artigianato o degustare qualche piatto tipico in uno dei suoi ristoranti.
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con la sua natura incontaminata, i piccoli borghi, i centri storici, le attività sportive e la buona cucina, è la meta ideale per una vacanza autunnale.
Potrai goderti lo spettacolo del foliage attraversando la vastissima rete di sentieri del Parco che offre percorsi di vario genere, da quelli adatti ai principianti a quelli per escursionisti esperti.
Probabilmente quando si parla di Cilento la prima cosa a cui si pensa è il mare. In questo caso, però, ti propongo un tour nell’entroterra alla scoperta delle bellezze naturalistiche e dei gioielli architettonici di questa splendida terra. Le romantiche grotte di Pertosa, i millenari templi di Paestum e l’immensa Certosa di Padula sono alcune delle mete che rendono unico il Cilento!
Infine l’autunno è la stagione migliore per percorrere uno dei tanti, bellissimi, cammini che attraversano l’Italia.
Percorrere anche solo poche tappe di un cammino è un modo per conoscere territori poco noti, fare attività all’aria aperta e disintossicarsi dallo stress della quotidianità.
UN VIAGGIO TRA 5 CASTELLI PER CONOSCERE MEGLIO IL TRENTINO ALTO ADIGE
Il Trentino Alto Adige è sempre stata una terra di confine, fin dai tempi dell’impero romano.
In un territorio così difficile, in cui montagne aspre e maestose si alternano a vallate e boschi, i castelli erano uno strumento indispensabile. Servivano per controllare valichi e vie d’accesso strategiche, difendersi, sferrare attacchi, esercitare il potere ed amministrare la giustizia.
Fortezze militari inerpicate sulle rocce o sontuose residenze circondate dai vigneti… questa è regione italiana con più castelli e fortezze, ognuno con la sua storia ed i suoi misteri.
Sono un’appassionata di castelli. Quando avvisto da lontano una torre e un muro merlato non resisto. Devo assolutamente andarci! Quindi nel corso delle estati passate in Alto Adige ho collezionato una quantità impressionante di visite ai castelli… per la gioia della mia famiglia!
Questi 5 sono i castelli più belli ed interessanti che io abbia visitato. Si trovano tutti in provincia di Bolzano, ad una distanza relativamente breve gli uni dagli altri, quindi è anche possibile vederne più di uno al giorno. In genere sono tutti visitabili dalla primavera all’autunno, comunque ti lascio i vari siti internet da consultare prima di organizzare la tua visita.
CASTEL PRESULE – CASTEL PRÖSELS
Venne costruito dai Signori di Fiè, nobili ministeriali dei Vescovi di Bressanone.
Il rappresentante più famoso della famiglia fu Leonhard di Fiè-Colonna, vissuto nel XVI. Fu Capitano dell’Adige e Burgravio del Tirolo, inoltre è a lui che si deve l’ampliamento del castello in cui lo stile tardo gotico e quello rinascimentale si mescolano tra loro.
La stirpe dei nobili di Fiè si estinse nel 1804. Da allora la storia del castello fu segnata da numerosi cambi di proprietari, un parziale decadimento e diversi restauri.
Nel 1978 morì l’ultimo proprietario ed il castello venne acquistato dalla cooperativa Kuratorium Schloss Prösels che lo restaurò e lo aprì al pubblico per cerimonie, mostre ed eventi culturali.
Il castello si trova del comune di Fiè allo Sciliar. Se hai tempo fai anche una visita al suo grazioso centro storico ed al suo laghetto!
Il castello (noto anche come Castel Forte) è appartenuto per circa 6 secoli ai conti Wolkenstein. Nel 1967 fu acquistato dal Südtiroler Burgeninstitut che, con grande sforzo, è riuscito a restaurare il maniero e ad aprirlo al pubblico.
Il castello viene menzionato per la prima volta nel 1173.
Fra il XIV e il XVII secolo fu più volte ampliato e ristrutturato. All’interno del castello risultano particolarmente interessanti la Stube Gotica, gli affreschi tardogotici, le decorazioni della cappella e quella che può considerarsi una delle più belle sale rinascimentali della regione.
L’unica abitante del castello è una signora che funge da guida e da custode. Ascoltare il racconto della storia di questo antico maniero da una persona che, come lei, ha trascorso tutta la sua vita in quel luogo è un’esperienza unica!
Il castello si trova nel comune di Ponte Gardena ed è raggiungibile solo a piedi.
Ci sono due strade alternative.
Via Trostburg conduce direttamente al castello da piazza Oswald von Wolkenstein. Dopo un paio di metri di strada asfaltata, la via prosegue attraverso il bosco di latifoglie con un lastricato di epoca medioevale. La salita è un po’ ripida, ma breve (circa 20 minuti).
C’è poi una seconda via, asfaltata, che parte immediatamente dopo il cimitero di Ponte Gardena. Il percorso è decisamente più comodo, ma un po’ più lungo del primo (circa 30 minuti).
Risale al XVI secolo e fu di proprietà dei principi vescovi di Bressanone. E’ rimasto sorprendentemente intatto fino ai giorni nostri superando persino la Hofburg di Bressanone per ciò che concerne le decorazioni parietali.
La storia del castello è lunga e travagliata, segnata da infiniti cambi di proprietario.
Appartenne al governo austriaco; a quello bavarese; al signor Jakob Wegleiter, oste di Chiusa che lo acquistò all’asta; al barone Anton von Goldegg, che si adoperò per restaurarlo; al principe Johann von Lichtenstein, che nel 1904 lo donò al Comune di Bolzano.
Negli anni seguenti il palazzo fu incredibilmente adibito ad asilo nido, scuola, centrale telefonica e teatro. Infine, nel 1979, divenne proprietà dell’Alto Adige e fu restaurato in modo esemplare.
Oggi è considerato il più prezioso monumento dell’Alto Adige.
Per informazioni sulle visite al castello consulta il sito schlossvelthurns
CASTEL TASSO – BURG REIFENSTEIN
Si trova nel comune di Campo di Trens, a poca distanza da Vipiteno, ed è considerato uno dei castelli storicamente più importanti dell’Alto Adige.
Fu menzionato per la prima volta in un documento del 1100 come feudo dei Conti bavaresi Lechsgmünd.
Nei secoli seguenti il castello cambiò vari proprietari, tra cui i Signori di Sabiona e l’Ordine Teutonico, al quale è dovuto gran parte del suo aspetto attuale e dell’arredamento. Infine nel 1813 divenne di proprietà dei Conti Thurn und Taxis.
Fortunatamente il castello non fu mai conquistato o devastato, quindi ancora oggi è ben conservato.. All’interno di Castel Tasso si possono visitare ben 10 stanze, tra cui la grande cucina duecentesca, la vecchia torre d’abitazione ed anche la famosa e preziosa Sala Verde.
Il castello si raggiunge facilmente attraverso un sentiero che parte dal parcheggio ai piedi della collina.
Per informazioni sulle visite al castello consulta il sito Vipiteno.com
CASTEL WOLFSTHURN
Il castello si erge maestoso sulla collina sopra Mareta, nei pressi di Vipiteno.
Lo storico tirolese Johann N. Tinkhauser lo descrisse, nel XIX secolo, come il “più bel castello del Tirolo”.
Appartiene alla famiglia Sternbach fin dalla sua costruzione e dal 1996 ospita il Museo provinciale della caccia e della pesca.
Castel Wolfsthurn, a differenza degli altri castelli di cui ti ho parlato, non è un maniero medievale arroccato su uno sperone roccioso, ma una sontuosa residenza barocca arredata con eleganza e ricercatezza.
Il Museo mostra le sale nobili con arredi originali e una ricca collezione storico-artistica di oggetti riguardanti la caccia e la pesca.
Per informazioni sulle visite al castello consulta il sito Wolfsthurn
Il monastero di Sabiona viene chiamato anche l’“Acropoli del Tirolo” e domina dall’alto il comune di Chiusa.
Era da tempo che volevo visitare questo luogo, probabilmente dalla prima volta che andai in Trentino, ma è sempre capitato qualcosa che non me l’ha permesso.
Quest’anno finalmente sono riuscita ad andarci!
Sabiona è raggiungibile solo a piedi attraverso la cosiddetta Via Crucis (30 minuti) oppure lungo la “passeggiata di Sabiona” (40 minuti). Il cammino è quasi tutto in salita, a tratti anche piuttosto ripida, ma si percorre facilmente anche se non si è molto allenati.
In ogni caso la bellezza del luogo ripaga della fatica…tanto che alla fine anche i miei genitori, che non erano propriamente entusiasti di fare tutta quella salita, sono stati colpiti dal fascino del monastero!
UN PO’ DI STORIA
Da più di 300 anni Sabiona è un monastero benedettino, ma la sua storia è molto più antica!
Sabiona, infatti, fu la sede vescovile del Tirolo a partire dal V-VI secolo fino al 990 circa quando la sede venne trasferita nella vicina Bressanone.
A seguito del trasferimento Sabiona venne trasformata in una rocca vescovile in cui, tra le altre cose, si amministrava la giustizia.
Nel 1535, però, un fulmine si abbatté sulla rupe provocando un incendio che distrusse quasi tutto e solo verso la fine del XVII secolo, grazie al decano Mathias von Jenner, il monte sacro ritornò agli antichi splendori tornando ad essere un importante luogo di culto.
Von Jenner , infatti, fondò l’abbazia benedettina che, tranne per alcune modifiche apportate intorno al 1890, è rimasta praticamente invariata fino ad oggi.
INFORMAZIONI UTILI PER VISITARE IL MONASTERO DI SABIONA
Esternamente il monastero potrebbe sembrare un castello, posto su una rupe che domina l’intera Valle d’Isarco e cinto da mura merlate. Internamente è formato da un insieme di costruzioni di cui solo alcune sono aperte al pubblico:
Castel Branzoll : è una proprietà privata e è non visitabile.
Cappella di Santa Maria: aperta ogni giorno dalle ore 8 alle ore 18.
Chiesa di Nostra Signora: è aperta da luglio fino a ottobre ogni martedì dalle ore 14.00 alle 17.00.
la Chiesa del Monastero: aperta ogni giorno dalle ore 08.00 alle ore 17.00.
Chiesa della Santa Croce: aperta ogni giorno dalle ore 08.00 alle ore 17.00.
Monastero : non è visitabile per rispetto della clausura delle suore benedettine.
Foliage: uno spettacolo che si ripete ogni volta che l’autunno colora con tinte infuocate boschi, prati e vallate.
E’ una meraviglia che finisce per conquistare tutti, anche i più accaniti detrattori di questa stagione!
I colori delle foglie autunnali vengono definiti “foliage”, un termine ormai molto diffuso anche se non tutti sanno esattamente che cosa significhi.
In questo articolo scopriremo di cosa si tratta, qual è la sua origine e anche quali sono i luoghi migliori in Italia per assistere a questo fenomeno.
Il termine foliage, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non deriva dal francese, ma dall’inglese “fall foliage” e originariamente significava solo “fogliame”. Negli ultimi anni, però, questa parola è entrata a far parte del nostro vocabolario per indicare le spettacolari tinte che colorano gli alberi durante l’autunno.
Il foliage, però, non è solo uno spettacolo per gli occhi, ma anche un toccasana per la nostra mente.
Sembrerebbe, infatti, che passeggiare nella natura ed ammirare le tinte autunnali abbia l’effetto di una seduta di cromoterapia. In effetti non è difficile immaginare che camminare tra prati e boschi dove l’unico “rumore” è quello delle foglie che cadono possa essere un modo per rilassare la mente e a scaricare lo stress!
DOVE ASSISTERE AL FOLIAGE IN ITALIA
Iniziamo dal Nord. Il Trentino Alto Adige offre scenari indimenticabili durante questo periodo dell’anno in Val di Non e in Val di Funes; mentre la Valle d’Aosta ed il Veneto spiccano rispettivamente per il Parco Nazionale del Gran Paradiso e il Bosco del Cansiglio.
Da non dimenticare i panorami mozzafiato della regione delle Langhe, in Piemonte e della Valtellina, in Lombardia.
Centro. In Emilia Romagna ci sono gli incantevoli colli piacentini; mentre tra le Marche e l’Umbria i Monti Sibillini. In Toscana il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è una vera istituzione per gli amanti del foliage. Allo stesso modo, è imperdibile un’escursione di uno o più giorni nel Parco Nazionale d’Abruzzo o tra i boschi dei Monti Cimini nel Lazio.
Infine, il Sud. In Campania c’è il Parco dei Monti Picentini; mentre in Calabria c’è il meraviglioso Parco Nazionale della Sila. In Sicilia si trova, invece, l’imperdibile passeggiata sui Monti Nebrodi dove oltre ad ammirare il foliage autunnale è possibile fare un trekking fino a quasi la cima dell’Etna.
Bressanone è una tappa fissa durante tutti i nostri viaggi in Alto Adige.
E’ il luogo ideale per concedersi una pausa tra un’escursione e l’altra! Ha un grazioso centro storico che invita a passeggiare con calma per assaporare il fascino medievale della città.
Cosa visitare in un giorno
Iniziamo la visita dalla piazza del Duomo.
Il Duomo di Bressanone (Brixner Dom) è un’imponente chiesa risalente al XIII secolo, dedicata a Santa Maria Assunta. Accanto al Duomo c’è l’antico chiostro romanico, risalente al XIV secolo, le cui volte a crociera sono decorate con un ciclo di affreschi tra i più importanti di tutto l’arco alpino. Gli affreschi non erano solo decorativi, ma servivano per illustrare in modo chiaro la storia della vita di Cristo in modo che fosse comprensibile anche agli analfabeti che non potevano leggere le Sacre Scritture, tanto da essere definiti la “Bibbia dei Poveri”.
Una curiosità: nella volta della terza arcata troviamo raffigurato uno strano animale, a metà tra un cavallo ed un elefante. Agli artisti, infatti, era stata commissionata una riproduzione della battaglia di Eleazar in cui i siriani attaccarono Israele con l’utilizzo degli elefanti. I problema stava nel fatto che quei pittori non avevano mai visto un elefante e quindi non sapevano come disegnarlo, decisero allora di riprodurre l’animale più grande che conoscevano, cioè il cavallo, e aggiungere gli elementi tipici dell’elefante come erano stati loro descritti.
In posizione parallela al Duomo c’è la Chiesa di San Michele (Pfarrkirche Sankt Michael) si tratta della parrocchia di Bressanone e del Decanato. La struttura ha un coro gotico, sette altari, un campanile (noto come “Torre Bianca”) eretto nel XV secolo, mentre la navata è gotica del tardo Cinquecento. L’attuale aspetto barocco della chiesa è frutto degli interventi di restauro avvenuti dopo il 1750.
L’elefante di Bressanone
Passeggiando per le strade di Bressanone ed i suoi portici medievali si possono ammirare diverse case affrescate tra cui i dipinti sulla facciata dell’hotel Elefante. Questo affresco, che non ha niente a che fare con l’immaginazione dei pittori del Duomo, raffigura un fatto veramente accaduto.
Re Giovanni III del Portogallo, infatti, pensò bene di regalare un elefante a suo nipote Massimiliano d’Austria. Il pachiderma, per arrivare alla corte di Vienna, dovette passare per Bressanone. Per la gente del posto vedere un elefante fu un evento sensazionale e così il proprietario della locanda decise di far dipingere l’animale sulla facciata e di cambiare ufficialmente il nome alla struttura che, da allora, si chiama hotel Elefante.