IL CASTELLO DI GRADARA

Gradara è uno splendido borgo marchigiano noto soprattutto per aver fatto da cornice alla storia d’amore di Paolo e Francesca.

Grazie alla sua fortunata posizione, fin dall’antichità, fu un crocevia di genti e traffici commerciali.

Mentre, durante il medioevo, fu uno dei principali teatri degli scontri tra il Papato e le Casate marchigiane e romagnole.

Ai nostri giorni, invece, Gradara è considerato uno dei borghi più belli d’Italia.

La sua bellezza è dovuta ad un particolare mix di elementi.

Innanzitutto c’è il borgo medievale, perfettamente conservato.

Poi c’è il paesaggio, con le armoniose colline dell’entroterra marchigiano.

Infine c’è il fascino senza tempo di una delle storie d’amore più tormentate e celebri della storia.

LA ROCCA MALATESTIANA DI GRADARA

La storia di Gradara è legata a quella della sua Rocca che si erge in una posizione strategica, proprio al confine tra Marche ed Emilia Romagna.

È un luogo ricco di storia in cui tutto ricorda gli splendori delle potenti famiglie che vi abitarono: i Malatesta, gli Sforza e i Della Rovere.

La costruzione ebbe inizio nel XII secolo per volontà di Pietro e Ridolfo De Grifo che avevano usurpato la zona al comune di Pesaro. Successivamente Malatesta da Verucchio, con l’aiuto del papato, si impossessò della torre dei De Grifo e la trasformò nel mastio della attuale Rocca.

Fu proprio durante il periodo in cui governarono i Malatesta che si consumò la tragedia di Paolo e Francesca. Era il settembre 1289.

Successivamente arrivarono gli Sforza.

Nel 1494, la quattordicenne Lucrezia Borgia, seconda moglie di Giovanni Sforza, fu condotta alla Rocca dove trascorse i pochi anni del suo primo matrimonio.

Lucrezia, passata alla storia come una creatura perversa e corrotta, molto probabilmente non fu altro che una pedina delle mani del padre, Papa Alessandro VI, e del fratello, Cesare Borgia detto il Valentino. I matrimoni della giovane furono degli strumenti politici che il padre ed il fratello usarono per stringere nuove alleanze.

Dunque, quando la situazione cambiò sulla scacchiera politica italiana, il Papa sciolse il matrimonio tra Lucrezia e Giovanni Sforza ed anche la Rocca cambiò Signore, passando proprio a Cesare Borgia.

Successivamente arrivarono i Della Rovere.

Nel frattempo, infatti, era salito al soglio pontificio Giulio II (al secolo Giuliano Della Rovere) che affidò Gradara al nipote Francesco Maria II.

Dopo la morte di Livia Farnese, vedova del Della Rovere, la Rocca venne amministrata dal papato che la concesse in enfiteusi al conte Santinelli.

Da allora la Rocca cambiò molte volte proprietario fino a quando, nel 1920, fu acquistata dall’ingegnere Umberto Zanvettori per la somma di tre milioni di lire.

Il nuovo proprietario avviò un delicato progetto di restauro grazie al quale la Rocca conserva ancora oggi tutto il suo fascino.

PAOLO E FRANCESCA

La vicenda di Paolo e Francesca è molto lacunosa sotto il profilo storico.

Sappiamo che si tratta di personaggi realmente esistiti, ma non ci sono concrete informazioni biografiche. Quelle che abbondano, invece, sono le versioni letterarie.

Dante, Boccaccio, Petrarca e D’Annunzio hanno arricchito la narrazione con particolari di grande fascino, confondendo ancor di più storia e leggenda.

Era il 1275 quando Guido da Polenta, Signore di Ravenna e Cervia, decise di dare in sposa sua figlia Francesca a Giovanni Malatesta.

Giovanni, detto Giangiotto, oltre ad essere zoppo, pare che non fosse molto avvenente e, per evitare che Francesca, vedendo il futuro sposo, si opponesse al matrimonio, fu ordito un vero e proprio inganno.

Alla ragazza venne presentato Paolo, l’affascinante fratello di Giangiotto nonché suo procuratore. Francesca lo sposò senza esitazione e quando capì che Paolo, in realtà, agiva in nome e per conto del fratello, era ormai troppo tardi.

Tuttavia tra Francesca e Paolo era nato qualcosa, poiché neanche il giovane era rimasto indifferente al fascino della cognata.

I due iniziarono quindi ad incontrarsi clandestinamente. Qualcuno, forse Malatestino dell’Occhio (un altro fratello di Paolo e Giangiotto) si accorse di ciò che stava accadendo ed informò del fatto il marito tradito.

Si arrivò così, in un giorno di settembre del 1289, al tragico epilogo della vicenda.

Giangiotto scoprì i due amanti e fu preso da un accesso d’ira.

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Paolo cercò di fuggire passando da una botola che si trovava vicino alla porta, ma il suo mantello restò impigliato ad un chiodo, costringendolo a tornare indietro. Mentre Giangiotto lo stava per passare a fil di spada, Francesca gli si parò dinnanzi per salvarlo ma… Giangiotto li uccise entrambi.

“Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.

Caina attende chi a vita ci spense”

Dante Alighieri, Inferno –V Canto

VISITARE GRADARA

Oltre a visitare la Rocca, per immergerti ancora di più nell’atmosfera medievale di Gradara, è possibile percorrere i Camminamenti di Ronda che si trovano sull’imponente cinta muraria che circonda il borgo.

Da qui si può godere dello splendido panorama offerto dalle dolci colline marchigiane e dal blu dell’Adriatico, lungo la costa romagnola.

La Rocca di Gradara è aperta tutti i giorni dalle ore 8.30 alle 19.00

E’ possibile acquistare un biglietto unico che comprende sia la Rocca che i Camminamenti di ronda.

Per maggiori informazioni sui biglietti si può visitare il sito gradara.org.

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